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Recensione Sea Salt (PC) | Quando Cthulhu incontra i Pikmin

Siete stufi dei soliti videogiochi che vi mettono nei soliti panni del solito protagonista che deve combattere o fuggire dalle solite mostruosità di lovecraftiana memoria? Bene, perché YCJY Games ha proprio quello che fa per voi, con i giusti compromessi e limitazioni.

Abbiamo catturato la vostra attenzione? Siete pronti a scoprire i macabri segreti e le violente implicazioni di un patto con Dagon? Allora continuate con la nostra recensione di Sea Salt.

 

I Termini di Servizio ci sono per un motivo

 

 

In un paese governato da una potentissima ed onnipresente Chiesa devota al Signore dei Mari Dagon, la pratica dei sacrifici umani è praticamente all’ordine del giorno, grazie anche ad un Arcivescovo che la sfrutta per arricchire se stesso ed i suoi seguaci.

Ma quando Dagon in persona chiede la vita del vecchio prelato come sacrificio, il fatiscente e tentacolare castello di carte ordito dall’Arcivescovo crolla facilmente, e dichiara bandito il culto del Signore dei Mari. Una mossa che, ovviamente, scatena le ire del dio e destinerà l’intero regno alla disfatta più totale per mano dei viscidi ed orridi servi di Dagon. 

Certo, la premessa di Sea Salt non è da Nobel per la letteratura, e non ci saranno giganteschi colpi di scena che faranno urlare al miracolo narrativo, ma già il semplice concetto che, per una volta, non saremo tra le fila degli umani terrorizzati dai mostri pesce ed altre aberrazioni è già qualcosa che regala una freschissima ondata di novità in un videogioco.

 

 

Nonostante ciò, Sea Salt si concede parecchi lussi ed escamotage per differenziare un po’ la lineare progressione dei livelli, come dei percorsi alternativi per arrivare alla battaglia finale che vi costringeranno a rigiocare la campagna almeno una seconda volta, numerosi sbloccabili, modalità arena con varie conformazioni ed un simpatico Necronomicon che conterrà storie e curiosità su tutte le unità, nemici ed eventi che affronteremo nel corso della campagna.

Un pacchetto singleplayer abbastanza impressionante, che però non solleva di molto la scarsa longevità del titolo, che in sole due ore potrà portarvi a vedere i crediti della vostra prima run, ed una ripetitività di fondo che vi costringerà a completare i livelli ammazzando ogni vita ostile che vi ritroverete davanti per poi sconfiggere un boss e ripetere il tutto, senza alcun tipo di obiettivi secondari o diversi dalla semplice carneficina di apostati ed eretici.

 

I giocatori di Zerg ameranno questo gioco! Scopri come cliccando sull’Altare!

 

A livello di gameplay, Sea Salt si avvicina al sistema di controllo di Pikmin, ovvero una sorta di strategico in tempo reale con visuale a volo d’uccello sul campo di battaglia dove controlleremo il movimento e gli attacchi di ogni singola creatura come se fosse una creatura unica. Come potrete immaginare, questo genere di sistema di controllo può generare enormi gioie e dolori, a seconda di come le unità reagiscano al pathfinding e ai nemici.

Col grilletto destro potremo ordinare alle creature di attaccare qualunque nemico a vista, mentre col grilletto sinistro il nostro esercito delle tenebre si radunerà e procederà a rilento, mossa utile per schivare alcuni attacchi nemici. Purtroppo il controllo che potremo avere sulle nostre unità finisce qui, e ciò genera enormi problemi legati al micromanagement (praticamente inesistente) e al pathfinding, specialmente nelle schivate e nella selezione di priorità durante gli attacchi che potrebbero causare qualche blasfemia di troppo.

 

 

Ma ciò che manca in fatto di controlli e precisione, in Sea Salt viene sostituito con una gigantesca dose di varietà d’unità, approcci al combattimento e stile da vendere: ad inizio di ogni Scenario potremo scegliere un Apostolo, ovvero una divinità minore con unità di partenza e bonus unici, come la possibilità di sacrificare le proprie unità per ottenerne di più potenti o quella di generare servitori casuali ogni dieci uccisioni. Questi Apostoli si sbloccano completando dei piccoli achievement durante la campagna principale o le Arene, e possono cambiare radicalmente lo stile di gioco.

Discorso simile per le Carte: questi tarocchi non sono altro che le Unità che potremo scegliere ad inizio partita, oltre che durante la nostra avanzata attraverso gli Altari o spendendo l’oro che troveremo nei corpi smembrati dei nostri nemici. La varietà, il numero ed i ruoli che queste creature copriranno sono numerosissimi ed aiutano moltissimo la potenziale rigiocabilità e divertimento del titolo, a causa delle infinite combinazioni di vantaggi e svantaggi che potremo portare in battaglia, tutti ugualmente utili e papabili.

L’Eldritch Horror che colpisce anche l’occhio

 

 

Il discorso della varietà e della cura per i dettagli vale ovviamente anche per i nemici: numerosi, di vario genere e con strategie ed attacchi particolarmente diversificati che costringeranno il giocatore ad adottare tattiche mordi e fuggi con i cacciatori e guerrieri più impavidi, mentre si dovrà cercare di circondare e massacrare il prima possibile i numerosissimi cittadini semplici con fucili ed archi che scapperanno terrorizzati alla visione delle mostruosità più potenti.

Menzione d’onore va certamente ai boss, capaci di generare molta tensione con attacchi coreografici leggibili ma letali per le nostre orde di creature, ed un design parecchio sviluppato che tende a rivaleggiare l’orrore dei figli di Dagon. Anche le arene ed in generale i livelli sono parecchio diversificati e ben realizzati.

 

 

Scelta azzeccatissima e notevolmente sviluppata è quella del motore grafico ad 8-bit, che riesce a rendere incredibilmente bene tutte le differenze ed i movimenti delle unità. Nonostante poi la palette cromatica decisamente povera di colori sgargianti, nemici e creature riescono sempre ad esser ben riconoscibili nel campo di battaglia.

 

In Sintesi

Sea Salt è un must have per ogni fan dell’Eldritch Horror che è stufo di dover impersonare l’hard boiled detective di turno e vuole invece assaggiare il potere di una divinità cosmica. Nonostante la longevità non eccezionale ed un sistema di controllo fallace, Sea Salt regala molte soddisfazioni ed una sana dose di divertimento grazie alla sua incredibile varietà e stile grafico terribilmente amorevole. 

This post was published on 17 Ottobre 2019 19:14

Riccardo Liberati

Classe 1997, cresciuto immerso dai libri, cartoni e videogiochi, ho sempre desiderato e provato fin dalla tenera età a creare storie fantasiose che rendessero un po' più brillante la mia vita monotona. Ho trascorso l'infanzia in solitaria, giocando a quanti più titoli possibili, spaziando dai vecchi J-RPG di Square Enix fino ai più violenti sparatutto su PC, non disdegnando nel frattempo RTS, platform e giochi di corse automobilistiche. Alle superiori riesco finalmente ad aprirmi e a trovare dei compagni con i miei stessi gusti e sogni, e capisco che non amo tanto i videogiochi, quanto la cultura ed i messaggi dietro di essi, gli stessi che ho sempre trovato nei libri, film e qualsiasi altro tipo di medium artistico. Inizio a lottare per questo concetto scrivendo all'impazzata ed accrescendo la mia cultura ancor di più, sia attraverso la scuola che attraverso gli incontri e le persone d'ogni giorno. Questo bel sogno finisce con l'arrivo all'università, periodo peggio di qualsiasi film horror che abbia mai visto e che mi costringe a mollare tutto e rifugiarmi nella mia Fortezza della Solitudine per tre anni, perdendo interesse e linfa vitale per qualsiasi cosa. Nel frattempo ho lavorato in numerosi settori, dall'aiuto vendita al libraio al tutor privato, e nel 2018 inizio a scrivere per Player.it, il mio primo incarico ufficiale come giornalista videoludico e che mi ha formato moltissimo sia nell'ambito dei videogiochi che in quello della scrittura basilare. Oggi ho ripreso a studiare grazie alla scelta repentina ed irrazionale di iscrivermi alla Scuola Holden di Torino, luogo da cui vi scrivo, abbandonando casa per la prima volta ed il luogo natale di ogni mio piccolo successo e grande fallimento. La mia speranza? Quella di poter riuscire a trovare una strada ben delineata, facendo quello che mi piace fare senza dovermi sottomettere a nessuno

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