Subito dopo la recensione di Untitled Goose Game Simone arriva e mi fa: “Ho per le mani un gioco folle quanto quello dell’oca ma sul golf che ne dici di provarlo?” alla parola golf me ne erano già scese due in buca, ma dopo già i primi livelli mi resi conto che What the Golf? era molto più di quanto mi aspettassi.
Al primo avvio il gioco comincia già con la prima buca senza menù e senza grandi spiegazioni, semplicemente tenere cliccato il mouse per selezionare la potenza del tiro e direzionale la pallina per mandarla in buca, tutto semplice fin qui no? Ma se poi a muoversi fosse la mazza, l’omino, la buca o l’indicatore stesso? Sicuramente vi verrebbe da esclamare “What the Golf?”.
Il gioco è una spirale verso il nonsense più totale ruotando alla singola meccanica di tiro e al concetto di mandare la palla (o il televisore, un divano oppure una mucca lanciata da un’altalena) in buca, ogni stage sarà quindi una sorpresa continua e non mancherà mai di cogliere le nostre aspettative alla sprovvista. Vi ricordate le vecchie cartucce che millantavano di contenere 9999 giochi al proprio interno? Immaginate quindi di giocare a golf e dopo un po’, di botto, a Super Mario e poi a Portal, poi all’improvviso Super Hot, Flappy Bird, calcio, bowling e motocross.
Il tutto si svolge all’interno di un laboratorio suddiviso in aree tematiche Dove un super computer ci proporrà diverse sfide sotto forma di buche, al termine della quale potremo affrontare una mini boss fight in stile Undertale per poter proseguire. Ogni buca è caratterizzata da 3 sottolivelli dove il primo è quello base, il secondo è solitamente un par (completare la buca in un dato numero di colpi) e il terzo è una sfida bonus per ottenere una corona, queste ultime saranno fondamentali per poter accedere a determiante aree speciali del laboratorio ed ottenere diversi trofei.
La veste grafica è molto minimal mantenendo però uno stile cartoon colorato e gradevole simile ad Adventure Time.
In conclusione:
What the Golf? Possiede tre cose che mi fanno ridere come un cretino: L’uso di ragdoll, musiche a cappella e una vagonata di giochi di parole (consiglio infatti di togliere i sottotitoli in ita dato che non si sono sforzati molto nel tradurli) oltre ad un elevatissimo tasso di citazioni al mondo videoludico e cultura pop. La struttura del gioco sembra scritta da Maccio Capatonda e Mel Brooks con un aiutino degli sceneggiatori di Boris mantenendo uno stato di sorpresa continua buca dopo buca. Nonostante alcune sfide possano risultare frustranti a causa dell’unico controllo a disposizione il titolo non ha grosse pretese e si lascia giocare tranquillamente da chi cerca qualcosa di estremamente caciarone da giocare magari durante una serata tra amici. Sappiamo che il gioco è disponibile anche per Apple Arcade, consigliamo quindi di provarlo anche su mobile dato che potrebbe rivelarsi ancora più divertente che sul PC.
This post was published on 28 Settembre 2019 12:42
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