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Recensioni

GreedFall Recensione (PS4) | Benvenuti in un nuovo mondo

Uomini della ciurma, stipate bene le attrezzature, salutate fidanzate, mogli e figli, pregate i vostri dei: ci attende un viaggio oltre il mare, un viaggio verso nuove scoperte, verso un nuovo mondo, verso l’isola di Teer Fradee, paradiso incontaminato perfetto per vivere infinite avventure.

Lasciate da parte timori e dubbi, armatevi del vostro spirito d’avventura e partite con noi alla scoperta del gioco che vi permetterà di vivere questa fantastica esperienza: GreedFall, scoprite tutto in questa recensione dell’ultima fatica di Spiders.

Un’avventura epica

 

Se siete appassionati di giochi che vi permettano di esplorare in grande libertà mondi immaginari e ricchi di sfide, segreti e grandi avventure, allora sappiate subito che GreedFall è uno di quei questi.

Ambientato in un mondo fantasy dal setting molto particolare, una versione fantastica dell’epoca delle Grandi Scoperte, Greedfall è un action-rpg ad aree nel quale vestiremo i panni del signor/della signora (a seconda del sesso che sceglierete per il PG) De Sardet, diplomatico della Congregazione, una delle fazioni principali del mondo di gioco.

Giovane e di buona famiglia, De Sardet dovrà recarsi a Nuova Serene, principale colonia della Congregazione di Teer Fradee, per assistere suo cugino Constantin, designato governatore della città. Purtroppo il compito non sarà facile: l’isola è, infatti, ricca di risorse da sfruttare e, oltre ad aver attirato le attenzioni di altre due fazioni del continente, è già abitata da una civiltà nativa che sembra decisa a non lasciare che gli stranieri occupino e sfruttino la terra dei loro padri.

 

Uno degli scontri più spettacolari e divertenti di GreedFall: botte da orbi assicurate!

Le nostre armi nella grande impresa

Per portare a termine il nostro compito, in GreedFall dovremo muoverci all’interno del mondo di gioco portando a termine quest date dai PNG e facendo crescere il nostro personaggio attraverso un sistema di progressione molto vario, in uno schema di gioco che in parte sembra prendere come riferimento quello di un classico del genere, ovvero Dragon Age: Inquisition. La nostra esplorazione non sarà infatti solitaria, poiché sul suo cammino porteremo con noi altri tre personaggi, un gruppo di alleati che ci aiuteranno in vario modo nel corso dell’avventura e con le quali potremo interagire in vario modo, esattamente come avveniva nel gioco BioWare.

Ad equiparare GreedFall a Inquisition c’è inoltre la scelta degli autori di strutturare il mondo di gioco come un insieme di grandi aree esplorabili e raggiungibili mediante il viaggio rapido: un semi-open world che riesce a convincere grazie alla bellezza e alla varietà delle zone di gioco. Le mappe sono infatti grandi, ricche di location e presentano e luoghi divertenti da esplorare; perdersi fra i boschi, le montagne impervie o le città sfavillanti di GreedFall è un piacere appagante, che già basta a divertire il giocatore per ore.

I paesaggi di GreedFall riescono sempre a essere profondamente decadenti e romantici. Un vero spettacolo per gli occhi.

Le dinamiche di di gioco seguono più o meno quelle viste in titoli come il già citato Inquisition: il combattimento è abbastanza semplice da risultare facilmente accessibile e solo di rado stancante, pur permettendoci di sperimentare diverse tattiche e a convincere è anche l’utilizzo di caratteristiche “mentali” e “diplomatiche” per la risoluzione di diverse situazioni. Da questo punto di vista, tutto dipenderà da come avremo deciso far specializzare il nostro PG; GreedFall presenta infatti un ramificato e denso albero di crescita, e non saranno poche le volte in cui alcune scelte di specializzazione ci precluderanno alcune quest del gioco o ci semplificheranno la vita in altre; una caratteristica che dà l’idea di avere davvero il controllo del destino del personaggio, anche se a volte sarà frustrante vedere alcune strade sbarrate per il nostro grado basso in alcune caratteristiche.

Passando agli scontri con i nemici, le minacce sulla nostra strada saranno ovviamente legate ai nostri rivali nel dominio dell’isola e a bande di predoni senza scrupoli, ma a farla da padrone sono le miriadi di creature fantastiche che popolano l’isola, un bestiario nato dalla penna dei creativi del team di sviluppo, variegato e assolutamente temibile, che darà vita ad alcuni combattimenti che definire “spettacolari” sarebbe riduttivo: immaginatevi solo cosa voglia dire affrontare un gigante di svariati metri più grande di voi utilizzando soltanto il vostro umile fioretto di rappresentanza..

Un dipinto d’epoca

Da  un punto di vista tecnico GreedFall dà il meglio di sé per quel che concerne la colonna sonora: ad accompagnarci nel nostro viaggio troviamo infatti una soundtrack maestosa, che pur mancando di temi davvero “memorabili” riesce a rendere l’esperienza di gioco indimenticabile. Da una parte infatti abbiamo pezzi orchestrali capaci di fotografare la solennità dell’ambientazione, giocando sul nostro sense of wonder, dall’altro ritmi più esotici ispirati alla musica indigena dei nativi americani in grado di ritmare perfettamente le sezioni d’azione.

Per quanto concerne la grafica, la questione si fa più interessante. Cominciamo subito col dire che, essendo realizzato con un budget molto più contenuto rispetto a quello di altri kolossal, GreedFall presenta un apparato visivo non certo all’avanguardia; le animazioni, per esempio, non hanno l’accuratezza o la fluidità che ci saremmo aspettati, mostrando movimenti innaturali o scattosi. I modelli, invece, pur presentando una certa “grettezza” nella modellazione, colpiscono per la cura del dettaglio sia nella realizzazione delle espressioni sia di quelle di armi e abbigliamenti d’epoca, che immergono il giocatore in un’atmosfera molto evocativa.

La ciliegina sulla torta, però, è la realizzazione delle location che, oltre ad avere un level design accattivante (come accennavamo più sopra), presentano anche panorami davvero mozzafiato.

Non stiamo parlando della perfezione di alcune location di un Red Dead Redemption 2 (per esempio), ma le foreste malinconiche e le città decadenti e maestose di GreedFall, con i loro colori vivi, e la cura nella ricerca di un design ricercato, concorrono a rendere il vostro viaggio ricco di momenti indimenticabili.

Una delle spettacolari vedute nelle quali è possibile imbattersi in GreedFall.

Un gioco coraggioso

Tirando le somme, GreedFall è quello che si dice “un lavoro coraggioso“.

Le sue pecche strutturali sono varie, alcune delle quali anche fastidiose, forse: più di una volta ci è capitato bug che ci hanno disorientati e reso particolarmente faticose delle sessioni di gioco, costringendoci a perdere tempo a capire quale fosse la cosa da fare a causa di un indicatore o di una quest poco chiari -bug che ci auguriamo verrà corretto al più presto da una patch. Per non parlare, ovviamente, dell’aspetto grafico, che senza dubbio non ha la capacità di rivaleggiare con altri prodotti dello stesso genere.

Se pensiamo però alle ambizioni di GreedFall, ovvero di costruire un’epica basata sulla scoperta di un mondo nato dalla mente degli sceneggiatori, e alla grinta con la quale Spiders ha voluto realizzare la sua opera, allora dobbiamo al progetto tutto il nostro rispetto, soprattutto per via del risultato finale: vivere le avventure di De Sardet vi porterà in luoghi meravigliosi e vi farà confrontare con avversari temibili, incontrare personaggi ben delineati e persino a riflettere su cosa accade quando mondi distanti e dai valori contrapposti si incontrano e si scontrano, con una senso del meraviglioso davvero memorabile.

Una grande storia, un’epica coraggiosa che vale la pena vivere in prima persona.

This post was published on 19 Settembre 2019 13:27

Fabio Antinucci

30 anni (anagraficamente, in realtà molti di più) ha alle spalle esperienze come copywriter, redattore multimediale e critico cinematografico, letterario e fumettistico, laureato con una tesi triennale su Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan e una magistrale su From Hell di Alan Moore. Appassionato di letteratura horror e fantastica, divoratore di film di genere di pessima lega (ma ha nel cuore pezzi da novanta come Kubrick, Mann e Kurosawa), passa le sue giornate fra romanzi di Stephen King, graphic novel d’autore e fascicoletti di Batman. Scrive (male) da una vita, e ha pubblicato un romanzo breve (Cacciatori di morte) e due librigame (quelli della saga di Child Wood). Crede che il gioco sia una forma di creazione e libertà, capace di farti staccare la spina e al contempo di far riflettere, ragionare, commuoverti e socializzare. Per questo gioca di ruolo da dieci anni (in particolare a Sine Requie, D&D, Vampiri la Masquerade e Brass Age) per questo adora perdersi di fronte alla sua Play. È innamorato del videogioco grazie a Hideo Kojima e al primo Metal Gear Solid, al quale ha giurato amore eterno, ma col tempo ha imparato ad amare gli open-world, gli action-adventure, gli rpg all’occidentale, i punta e clicca, a una condizione: che raccontino una bella storia.

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