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Recensioni

Rebel Cops Recensione (PC) | Quando Harry Callaghan incontra X-COM

In questa estate che volge al termine non è mancata una sana dose di tatticismo col nuovo capitolo di Fire Emblem, che abbiamo avuto l’estremo piacere di recensire a Luglio.  Se però la voglia di spiaggia e gelato se ne è andata, non si può dire lo stesso per la fame di combattimenti a turni, griglie e una sana dose di fortuna che caratterizzano un po’ tutti i Tactical Games.

A cercare di colmare questo vuoto ci è giunto di soppiatto e alle nostre spalle Rebel Cops, lo spin-off di quel piccolo capolavoro di This is the Police che si concentra unicamente su combattimenti a turni ed incursioni stealth, e che sembra provenire direttamente dagli anni 90′ per ambientazione, meccaniche ed anche difficoltà.

Scopriamo insieme se i ragazzi di Weappy Studios e THQ Nordic siano riusciti a gettarci in un film poliziesco hard-boiled come non se ne vedono più da anni.

 

“Go ahead, make my day.”

 

 

Ci troviamo nella cittadina americana di Ripton, nel cuore dei ruggenti Anni 90′, ma le cose non stanno andando per il meglio. Da qualche tempo è giunto un nuovo boss della malavita, un certo Viktor Zuev, che con abili stratagemmi ed un po’ di sana violenza è riuscito ad eliminare ogni tipo di concorrenza e ad assumere il controllo di ogni struttura e servizio della città, incluse le forze dell’ordine. 

Zuev può quindi estorcere denaro, ricattare e sfruttare in qualunque momento la popolazione di Ripton, senza che questa possa combatterlo affidandosi alla polizia o ai tribunali. Ed è qui che entrano in gioco i poliziotti ribelli che danno il nome al titolo: una “task force” di incorruttibili uomini di legge che piuttosto che farsi abbindolare hanno preferito diventare dei veri e propri viginalntes e muovere una guerra personale a Zuev, mettendosi contro l’intera organizzazione criminale ed i nuovi agenti delle forze dell’ordine.

Rebel Cops riesce in modo egregio ad immergere il giocatore in quest’atmosfera da film di altri tempi, con un male facilmente identificabile in tutti membri dell’organizzazione criminale di Zuev ed un bene rappresentato dai poliziotti ribelli che però, se il giocatore lo vorrà, non disdegneranno ricatti, estorsione e violenza per raggiungere il loro obiettivo principale.

 

 

Spesso saremo tentati di prender la strada più facile, ossia uccidere criminali a destra e a manca e farsi pagare ogni dollaro possibile per i nostri servizi dai civili disperati, e questo perché se decideremo di giocare secondo le “regole” del buono poliziotto perderemo molte occasioni per guadagnare denaro ed equipaggiamento, ma allo stesso tempo accresceremo la nostra popolarità tra i civili, portandoci altri tipi di benefici. 

Il design delle missioni della storia principale è invece tutt’altro paio di maniche: alcune di esse, specie quelle più brevi e localizzate all’interno di piccole aree al chiuso con molteplici accessi e nemici, sono particolarmente divertenti da giocare, offrendo diversi approcci nella pianificazione e nella realizzazione, con la possibilità di organizzare imboscate per dei nemici in arrivo o di completare il tutto in maniera stealth.

Altre missioni, ambientate in zone di gran lunga più ampie e dispersive, non riescono a dare un senso di unità e coesione delle meccaniche abbastanza forte, costringendo i giocatori a lunghe sessioni di trial and error (con salvataggi limitati tra l’altro, per evitare save scumming) attraverso arene piene zeppe di nemici privi di un’IA particolarmente sveglia ed eventi scriptati che potrebbero mandare al diavolo ogni nostro piano. La qualità delle missioni è dunque altalenante, e data la non proprio longeva esperienza di gioco questa filosofia di design risulta riuscita solo a metà.

 

“I’m too old for this s***”

 

 

Se i titoli tattici dei giorni nostri vi sembrano troppo semplificati o facilmente aggirabili tramite grinding ed altri meccanismi, con Rebel Cops troverete pane per i vostri denti.

Come già detto in precedenza, qui non vestirete i panni di soldati geneticamente modificati o guerrieri scelti, ma semplici poliziotti mal equipaggiati ed ostracizzati dalla loro stessa cittadina, e questo si riflette anche nel gameplay. Ogni scelta ed ogni mossa sarà dunque cruciale, anche prima di scendere in campo, dato che dovremo selezionare attentamente il nostro scarso equipaggiamento, decidere cosa comprare con i pochi fondi a disposizione e quali incarichi secondari cercare di completare in ogni missione principale, rischiando così imprevisti e perdite aggiuntive.

Nel campo di battaglia inizieremo con i nostri poliziotti già schierati e con l’obiettivo principale ben delineato: il difficile sarà arrivarci, ma avremo anche noi qualche asso nella manica. Durante la fase stealth, che dovremo cercar di mantenere il più a lungo possibile, i nemici percorreranno le loro povere routine di pattuglie o staranno chiusi all’interno delle loro stanze in attesa di ogni nostra mossa. Ogni agente avrà in media due azioni, con cui potremo muoverci, scattare, far alzare le mani ad un criminale, arrestarne uno o utilizzare strumenti ed oggetti vari. 

 

 

Durante la fase stealth avremo più probabilità di coglier di sorpresa i criminali ed arrestarli (ovvero eliminare dalla mappa) senza troppo clamore o difficoltà, e ciò ci permetterà di guadagnare Punti Ribellione per sfruttare potenti abilità globali, come un bonus alla precisione o l’evidenziamento di ogni nemico nella mappa. Ma se fallirete nell’arresto o un nemico si accorgerà della vostra presenza, inizierà la fase di allerta ed il combattimento vero e proprio, oltre che altri problemi strutturali di Rebel Cops.

Sostanzialmente, ogni personaggio può morire con un singolo colpo ben piazzato. Durante le sparatorie si può scegliere se colpire una parte specifica del nemico per debilitarlo in qualche modo, ma in genere conviene sempre andare per il petto o la testa, assicurandosi così una kill sicura e pulita. Ciò può generare enormi momenti di gioia per aver centrato un tiro quasi impossibile come anche drastiche istanze di rabbia quando il nemico farà lo stesso col nostro agente più livellato. Unite il tutto ai problemi di design descritti sopra e vi ritroverete con un gioco capace di regalarvi grossissime (in)soddisfazioni e frustrazioni, che possa piacervi o no.

Oltre a ciò, la tattica e la strategia di Rebel Cops si basa quasi esclusivamente sul posizionamento dei vostri agenti e sulla capacità di rimanere furtivi: non esistono infatti delle classi specializzate per i poliziotti, che all’aumento di livello guadagneranno solo un punto caratteristica ed un talento che può facilitar loro la vita, ma niente di estremamente rivoluzionario. Un vero peccato, perché un sistema di classi basato sui ruoli di una squadra di polizia avrebbe potuto render un po’ più interessante il sistema di gioco.

 

“Hippiekayeah motherf*****”

 

 

Altro grande pregio di Rebel Cops è lo stile grafico, che ricalca esattamente quanto visto nel suo franchise principale This is the Police: uno stile stilizzato e minimale in cell shading che fa largo uso di ritratti a matita per rappresentare i personaggi e l’assenza di texture in-game per enfatizzare la tavolozza di colori sporca ed autunnali. Anche dal punto di vista tecnico il gioco scorre meravigliosamente, senza bug o rallentamenti di sorta.

L’User Interface è incredibilmente bella da vedere e molto semplice da capire, minimalista ma pratica con colori gialli sgargianti nei menù e nelle fasi stealth coadiuvate da rossi tetri e minacciosi durante le sparatorie. Ottimo anche il comparto sonoro, con numerose catch phrase tipicamente anni 80-90′ che diranno i poliziotti ad ogni loro azione ed una buona colonna sonora che mischia jazz e musica elettronica quando meno te lo aspetti. 

 

In Sintesi

 

Rebel Cops è tutto sommato un ottimo spin-off della serie This is the Police, ma che a causa di una mancata meccanica di gestione degli incarichi da poliziotto, di poca varietà nelle situazioni di gioco e di un level design altalenante delle missioni principali, risulta un po’ debole dal punto di vista della qualità generale. La difficoltà frustrante dovuta alle probabilità di riuscita o fallimento delle azioni è un pregio tanto quanto un difetto per certi giocatori, ma il setting, le tematiche e lo stile dell’opera rendono Rebel Cops un titolo adatto a chi ha fame di strategici tattici a turni vecchio stile senza troppe pretese. 

This post was published on 23 Settembre 2019 20:15

Riccardo Liberati

Classe 1997, cresciuto immerso dai libri, cartoni e videogiochi, ho sempre desiderato e provato fin dalla tenera età a creare storie fantasiose che rendessero un po' più brillante la mia vita monotona. Ho trascorso l'infanzia in solitaria, giocando a quanti più titoli possibili, spaziando dai vecchi J-RPG di Square Enix fino ai più violenti sparatutto su PC, non disdegnando nel frattempo RTS, platform e giochi di corse automobilistiche. Alle superiori riesco finalmente ad aprirmi e a trovare dei compagni con i miei stessi gusti e sogni, e capisco che non amo tanto i videogiochi, quanto la cultura ed i messaggi dietro di essi, gli stessi che ho sempre trovato nei libri, film e qualsiasi altro tipo di medium artistico. Inizio a lottare per questo concetto scrivendo all'impazzata ed accrescendo la mia cultura ancor di più, sia attraverso la scuola che attraverso gli incontri e le persone d'ogni giorno. Questo bel sogno finisce con l'arrivo all'università, periodo peggio di qualsiasi film horror che abbia mai visto e che mi costringe a mollare tutto e rifugiarmi nella mia Fortezza della Solitudine per tre anni, perdendo interesse e linfa vitale per qualsiasi cosa. Nel frattempo ho lavorato in numerosi settori, dall'aiuto vendita al libraio al tutor privato, e nel 2018 inizio a scrivere per Player.it, il mio primo incarico ufficiale come giornalista videoludico e che mi ha formato moltissimo sia nell'ambito dei videogiochi che in quello della scrittura basilare. Oggi ho ripreso a studiare grazie alla scelta repentina ed irrazionale di iscrivermi alla Scuola Holden di Torino, luogo da cui vi scrivo, abbandonando casa per la prima volta ed il luogo natale di ogni mio piccolo successo e grande fallimento. La mia speranza? Quella di poter riuscire a trovare una strada ben delineata, facendo quello che mi piace fare senza dovermi sottomettere a nessuno

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