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Recensioni

Astral Chain Recensione: da Psycho Pass a Jojo con il design di Masakazu Katsura

Atmosfera da thriller cyberpunk? C’è! Strani esseri che vengono da dimensioni astruse? Ci sono! Un design cyberpunk ad opera del creatore di Video Girl Ai e Zetman? C’è anche quello! Gatti? A cucciolate! Sembra proprio che la nuova opera di Platinum Games abbia tutte le carte in regola per diventare uno dei titoli da avere assolutamente su Nintendo Switch, ma sarà davvero così? Scopritelo in questa recensione di Astral Chain.

Quando la trama conta…poco

Un futuro distopico. L’ennesimo mondo che è andato avanti e dove l’umanità è ridotta a vivere su una tecnologica città-arca mentre in quello che resta del mondo imperversa una strana e letale epidemia. Queste le basi su cui si fonda la narrativa di Astral Chain, un’idea interessante, ma che purtroppo molto presto si trasforma in un polpettone iper-tecnologico con plot twist telefonatissimi e un caratterizzazione del protagonista davvero sottotono.

Dopo aver scelto uno dei due gemelli protagonisti, un maschio e una femmina appartenenti all’unità speciale Neuron della polizia, il personaggio scelto dal giocatore si limiterà ad essere una mera estensione virtuale di quest’ultimo, senza possibilità di parola o personalità, ma solo capace di eseguire gli ordini impartiti dal player. Mentre invece l’altro gemello continuerà ad avere un suo carattere preciso e una caratterizzazione a tutto tondo. Una scelta che ci è sembrata alquanto infelice da parte del team di sviluppo e che uccide anche la narrazione lasciando nelle mani del giocatore un “pupazzo” che non è in grado di coinvolgerlo negli eventi.

A parte questo nota dolente iniziale, i primi minuti di gioco scorrono via frenetici a combattere le misteriose chimere con i dispositivi Legatus e i relativi Legion. Questi, il vero fulcro del titolo, corrispondono a una sorta di stand (in pieno stile Le bizzarre avventure di Jojo) legati al protagonista dalla catena, l’Astral Chain, da cui il gioco prende il nome.

Indagini, botte e catene: come funziona Astral Chain?

 

Se la trama non riesce a mantenere un’impalcatura narrativa degna, spesso anche con riproposizione dello stesso pattern di avvenimenti, a rendere unico Astral Chain ci pensa il gameplay frenetico, divertente e ricco di carattere capace di adattarsi alle abilità dei giocatori.

Prima di procedere con la recensione però è bene soffermarsi sui due elementi principali del gioco ovvero il personaggio principale e il Legion, che insieme mettono in moto una serie di meccaniche e azioni capaci di far raggiungere un nuovo livello al genere action:

La/Il protagonista: tutto chiacchiere e distintivo

A livello di combattimento il protagonista è un personaggio abbastanza classico, dotato di una serie di combo che possono essere effettuate con il manganello, l’arma di ordinanza e che con la pressione della freccetta giù del pad direzionale si trasforma invece in una comoda pistola per gli attacchi a distanza. Con il tempo però è possibile sbloccare nuove tipologie di manganello, come la versione X, più grossa e lenta ma fenomenale nell’abbattere i nemici con corazza e scudo.

Il Legion con la spada al guinzaglio.

Sul fronte delle abilità invece il personaggio principale non dispone di molta carne al fuoco, se non la possibilità di parlare con i vari personaggi presenti ed interrogarli (come vedremo più avanti) e quella di utilizzare l’IRIS. Questa è una interfaccia a realtà aumentata che serve ad evidenziare l’ambiente circostante, gli oggetti utili e ad ottenere informazioni preziose, utili anche alle indagini: nomi dei cittadini scannerizzati, gruppo sanguigno, età.

Infine, che agenti di polizia saremmo se non fossimo capaci di salire di grado? Alla fine di ogni caso e capitolo, infatti, ci verrà assegnato un punteggio espresso in lettere per tutta una serie di parametri (come tempistiche o combo effetuate) che aumenterà il nostro grado nella squadra Neuron e anche le statistiche del personaggio.

Il Legatus e il Legion: la lampada e il genio dalle mille risorse

Il solo protagonista non è niente però senza il suo dispositivo Legatus e il potere dei Legion con cui potrà effettuare delle combo combinando gli attacchi con il manganello a quelli delle abilità del Legion, alle schivate, alle parate, alle contromosse, insomma un risultato davvero spettacolare e distruttivo.

Il Legatus è un dispositivo di ordinanza degli agenti Neuron che serve ad evocare appunto il Legion selezionato collegato da una catena, l’Astral Chain, al protagonista. Il Legion non è eterno e la sua durata e determinata da un indicatore che può essere ricaricato con appositi oggetti o raccogliendo della materia rossa in giro per i capitoli, operazione che serve anche a bonificare facendo scendere il livello di contaminazione delle aree.

Ogni Legion è speciale e diverso dall’altro. Il primo in dotazione potrà eseguire degli attacchi di spada, il secondo sarà invece incentrato sull’attacco a distanza grazie alla sua balestra e così via fino a Legion con cui il protagonista si potrà addirittura fondere. Ogni Legion è infatti dotato di una abilità speciale che gli permette di far fronte a particolari enigmi ambientali: il Legion con l’ascia potrà rompere determinati contenitori, quello Forzuto potrà sollevarli, quello con la spada potrà tagliare dei collegamenti elettrici o collegamenti di energia con cui un nemico controlla l’altro. I poteri a disposizione sono davvero tanti e, come accennavo poco sopra, alcuni Legion potranno addirittura essere indossati avendo in un unico personaggio il meglio di tutti e due.

Sul fronte della mobilità, controllare due personaggi è ostico, specie nelle fasi iniziali. Molto spesso mi sono ritrovato a muovere il Legion dimenticandomi completamente del protagonista o viceversa. La verità è che la vera forza del gioco è la sincronia, elemento che si ottiene solo con la pratica e che regala davvero numerose soddisfazioni specie dopo aver ottenuto più Legion. Le creature possono infatti essere cambiate velocemente durante lo scontro, così come le armi del protagonista, generando una serie di combo davvero incredibile.

Una chimera nemica intrappolata nelle catene del Legion.

Benvenuti sull’Arca

Protagonista e Legion sono davvero un mucchio di roba, ma come si lega tutto questo alla struttura struttura di gioco?

Astral Chain si sviluppa su una serie di File (Capitoli) intervallati dal riposo al Quartier Generale. Questo è un vero e proprio hub in cui sarà possibile salvare la partita, portare a termine qualche missione secondaria (casi blu e rossi), comprare e potenziare equipaggiamento (grazie al denaro raccolto in missione e ad un altra moneta chiamata materia), personalizzare il protagonista e il Legion, e infine anche allenarsi per migliorare la vostra maestria.

I capitoli del gioco si distinguono quasi sempre in due sezioni ben distinte: una di indagine ambientata sull’Arca e una di combattimento ambientata oltre i vari portali che si aprono nel mondo. Nella parte di indagine dovremo semplicemente girovagare per la mappa, una sezione della città mai troppo grande, e parlare con i personaggi coinvolti nell’incidente, con i testimoni e con altri cittadini che potrebbero tornare utili all’indagine. Questi riveleranno delle informazioni evidenziate in rosso e che verranno raccolte in un menù apposito.

Al completamento del caso potremo finalmente procedere e fare il punto della situazione con gli altri membri della squadra che ci faranno domande mirate a cui dare come risposta l’informazione in rosso corrispondente. Anche durante la fase di indagine si potranno svolgere incarichi secondari blu (più semplici) e rossi (più articolati e che richiedono spesso un combattimento). Durante questi incarichi potremo usare le abilità del Legion che non può essere visto da chi non ha un Legatus e può quindi origliare le conversazioni di nascosto come un novello Solid Snake. In alcuni casi potremo persino usare la catena del Legion per intrappolare i nemici in fuga e consegnargli alla giustizia.

Il Legion Forzuto è in grado di spostare anche le piattaforme oltre che lanciare cassonetti in faccia ai nemici.

Nella seconda fase della missione, quella ambientata nel mondo dei portali, saremo teletrasportati in una realtà che sembra fatta di dati in cui spesso dovremo inseguire un ricercato o recuperare un compagno ferito. Qui i nostri Legion potranno dare il loro meglio in combattimento contro nemici di svariate forme e dimensioni. Ogni Legion è più indicato per una particolare tipologia di avversari e ce ne sono alcuni che richiedono persino una combo di più Legion per essere sconfitti: come i nemici volanti che vanno abbattuti dal Legion con l’arco e finiti velocemente da un Legion forzuto. Anche in questi combattimenti la catena torna utile e infatti potrà essere arrotolata attorno agli avversari per bloccarli dandovi il tempo di mazzolarli per bene.

Durante tutta la missione sarà poi possibile raccogliere dei collezionabili che, da buona tradizione Platinum Games, sono davvero assurdi. Potremo infatti salvare dei gattini in difficoltà ma anche visitare dei bagni pubblici posizionati in posti improbabili per raccogliere della carta igienica da consegnare ad una fatina dei bagni nel Quartier Generale.

Lappy, la mascotte del Quartir Generale Neuron ci insegna a tenere tutto pulito.

Infine, anche la buona condotta e il senso civico sono importanti: per mantenere il vostro grado in polizia e non perdere punti dovrete, infatti, stare attenti a non danneggiare gli oggetti pubblici, non passare con il rosso ma anche raccogliere lattine vuote per buttarle negli appositi cestini.

Commento finale: l’ultimo anello della catena

Astral Chain è un action dinamico, innovativo e ricco di cose da fare. Il design del gioco è eccellente e la grafica in leggero cel-shading e godibile e rimanda all’idea di un manga in continuo movimento. La squadra Neuron e i Legion sono elementi molto interessanti, peccato che raggiungano un pieno potenziale solo nel gameplay lasciando la trama di sfondo quasi come se venisse trascinata dall’azione e non il contrario. Nonostante questo Astral Chain è uno dei migliori esponenti del suo genere, un titolo che se avete Nintendo Switch non dovreste proprio lasciarvi scappare.

This post was published on 9 Settembre 2019 19:25

Simone Alvaro "Guybrush89" Segatori

Ritrovato in tenera età su una spiaggia pixelata le sue prime parole sono state "Voglio fare il pirata!" In mancanza di un vero galeone è partito all'arrembaggio del mare della rete depredando le conoscenze di ogni isola su cui è approdato: Ha scritto per Games, VGN, Adventure's Planet, Badgames, FlopTV, Cinefilia Ritrovata, Ridble e creato qualche video per la ciurma di Game Series Network. Nel mentre la taglia sulla sua testa è aumentata e dopo che l'Università di Viterbo lo ha ritenuto un pericoloso "Capitano della Comunicazione", l'Alma Mater Studiorum di Bologna lo ha classificato come "Minaccia Pirata esperta di Cinema, Televisione e Produzione Multimediale". Per circa un anno è quindi rimasto nascosto nella Cineteca di Bologna, gestendo dall'ombra l'Archivio Videoludico e organizzando anche un ritrovo piratesco conosciuto come Svilupparty. Dopo qualche tempo passato in mare tra cinema, fumetti, serie tv, libri, aspirapolvere e videogiochi, senza mai una vera casa, mette l'ancora alla fonda nella baia videoludica di Player.it, dove passa le giornate in compagnia di scimmie, balene e altri animali. Va spesso ad ubriacarsi nella taverna di Tom's Hardware, inoltre va all'arrembaggio di libri e fumetti su Frasix, di gadget e serie TV su Nospoiler e Cinematographe e svolge ricerche su antichi manufatti per conto di Ivipro. Il richiamo dell'oceano però lo trascina continuamente tra le onde e anche se non sa dove lo porterà il vento quello che conta davvero è il viaggio.

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