Da quando Yoku’s Island Express ha fatto parlare di sé durante lo scorso anno il mondo dei videogiochi ha quasi riscoperto un mondo ludico che sembrava abbandonato: quello dei flipper, di Breakout (Atari 1976) o di Arkanoid (Taito 1986). Creature In The Well, decine di anni dopo, cerca di riprendere certe intuizioni e certe meccaniche immergendole all’interno di altri generi videoludici, tirando fuori un bel titolo in grado di soddisfare i palati più ricercati senza dover obbligatoriamente gridare al capolavoro.
Parliamo di un videogioco che chiede al giocatore di sparare palline in giro per dungeon abbattendo ostacoli, facendole rimbalzare in punti precisi e attivando specifici interruttori nascostri dietro muri impenetrabili. Nei panni di un robot ingegnere tutto solitudine e clangore metallico, il giocatore dovrà andare ad esplorare una montagna infinitamente grande cercando di riportare al benessere un villaggio funestato da una tempesta di sabbia che non sembra avere apparente fine, minacciato continuamente da una losca creatura che è in grado di percepire unicamente negli abissi infiniti del monte.
Andiamo a vedere insieme come si comporta Creature In the Well su Nintendo Switch
Creature In The Well è un videogioco action con grafica tridimensionale e telecamera fissa dall’alto che mischia meccaniche tipiche dei flipper e dei breakoutlike (ovvero simil flipper digitali) con un più tradizionale dungeon crawler pieno di enigmi e quadri da risolvere. Nei panni di un robot, un ingegnere che aveva precedentemente lavorato alla costruzione dei macchinari presenti all’interno di una montagna molto importante. Il nostro protagonista si risveglierà dei pressi del villaggio di Mirage, piccolo manipolo di case e costruzioni presenti nel bel mezzo di un deserto che non sembra avere fine e che sta venendo martoriato da moltissimo tempo da tempeste di sabbia che sferzano via qualsiasi cosa, impendendo a chiunque di fuggire dal villaggio senza perdersi prima molteplici volte.
Nei panni dell’ingegnere ci infileremo nei pertugi più oscuri della montagna, un enorme struttura piena di macchinari antichi e dal funzionamento ormai dimenticato, al fine di riattivare il complesso tecnologico li presente alla ricerca di una soluzione per il benessere di Mirage; in questo nostro pellegrinaggio vero e proprio, all’interno di una struttura tentacolare che più volte finirà per confonderci, ci troveremo a dover fare i conti con quello che è l’abitante più importante della struttura: un misterioso figuro di cui possiamo solo intravedere gli occhi nei fondi degli abissi, una creatura che provvederà a scacciarci dalla montagna in caso di game over appoggiandoci al di fuori di un pozzo e da li motteggiandoci.
Parliamo di game over perché si, mentre in un flipper si muore semplicemente quando si lanciano le palle all’interno delle buche sbagliate, in Creature In The Well dovremo vedercela con la nostra energia e con le numerose minacce presenti all’interno della montagna. Stanza dopo stanza esploreremo un complesso tecnologico di immani proporzioni, con condensatori da riattivare energeticamente e sistemi di sicurezza pronti a farci la pelle a suon di campi di forza, di esplosioni EMP e di torrette in grado di sparare sfere di energie.
Per poter rimettere in sesto le misteriose macchine all’interno della montagna sarà necessario caricarle nuovamente di energia e per farlo non basterà attaccare una qualche spina da qualche parte. Per poter veicolare l’energia all’intero della struttura sarà necessario ricaricare determinate batterie bombardandole di sfere cariche di energia che spawneranno in precisi punti della stanza.
Il nostro ingegnere non dovrà lanciare via le palline slogandosi spalle, per sua fortuna. Il gioco mette a disposizione del nostro prode avventuriero metallico due strumenti: un’ arma per far volare via le sfere ed un’arma in grado di caricare elettricamente quest’ultime. Questi due strumenti, ognuno dotato di una lunga serie di skin in grado di aggiungere effetti secondari alle nostre sfere, rappresentano il cuore del gameplay. Ogni arma servirà ad una situazione più o meno specifica e si adatterà in modo particolare ad un particolare compito da risolvere; l’assenza di statistiche permette al giocatore di scegliere le armi con cui cementare uno stile di gioco ben preciso e aiuta il gameplay a variegarsi lungo le ambientazioni che ci ritroveremo a fronteggiare.
La grande montagna di Creature in the Well è infatti divisa in otto diversi dungeon principali, ognuno caratterizzato da una palette di colori specifica. Ogni dungeon sarà caratterizzato da una serie di schemi da risolvere, con condensatori da caricare elettricamente o macchinari da ripristinare a colpi di sfere; gli schemi chiederanno al giocatore di ricaricare componenti nascosti, distruggere sistemi di sicurezza, accumulare energia facendo impazzire palline in pertugi angusti o scoprire segreti completando sfide più difficili della norma.
Per ogni dispositivo che riusciremo ad attivare otterremo in ricompensa una valuta specifica: l’energia. Tra un quadro e l’altro ogni dungeon sarà dotato di porte che andranno elettricamente caricate per poter essere aperte, per caricarle sarà necessario pagare un tributo in energia. Accumulando molta energia in un dungeon specifico, ad esempio, sarà possibile rushare il dungeon successivo senza dover per forza esplorare tutte le varie deviazioni, andando direttamente alla conclusione dello stesso.
Questa scelta fatta da Flight School rende la difficoltà del titolo pressoché perfetta perché permette a qualsiasi tipologia di giocatore di trovare il percorso che preferisce e sfruttare le sue capacità per concludere il titolo, senza metterlo di fronte a picchi di difficoltà artificiale o chissà cosa; le uniche sfide obbligatorie che ci troveremo ad affrontare durante il corso del titolo saranno delle bossfight con la stessa creatura del pozzo. In tutto questo, tra un pericolo e l’altro, ci sarà per il giocatore il tempo per andare alla ricerca di passaggi e stanze segrete contenenti nuove armi o nuovi costumi per il nostro protagonista, tutti realizzati con una gradevolissima art direction che mostra un mondo sull’orlo del collasso in un futuro che raramente ci è capitato di poter assaggiare all’interno di un videogioco.
Effetti sonori e musica all’interno di Creature In The Well non hanno posizioni predominanti e rimangono nello sfondo a impreziosire l’avventura con qualità e rispetto; musiche ambientali rarefatte ci accompagneranno nell’esplorazione del tempio mentre pezzi più tirati ci aiuteranno ad abbattere ancora una volta la minaccia della misteriosa creatura che abita gli abissi della montagna. Gli effetti sonori riescono nel dare al giocatore delle informazioni in più su ciò che hanno attorno (distinguendo il suono delle sfere che feriscono da quelle che non lo fanno, ad esempio) e riescono a risultare gradevoli.
L’avventura di Flight School non è perfetta ma si sa difendere: a far tentennare un po’ il titolo troviamo una certa ripetività di fondo che serpeggia tra un dungeon e l’altro, caratterizzati si da un livello di difficoltà crescente e da palette di colori differenti, ma ampiamente migliorabili con sfide tematiche, gimmick specifiche e idee simili ma niente di davvero così grave. L’assenza di informazioni e di suggerimenti per la risoluzione di alcuni enigmi potrebbe anche far storcere il naso a tutti quelli che deisderano il completismo a tutti i costi ma parliamo più di gusti soggettivi che di mancanze conclamate.
Creature in the Well è un esperimento di successo da parte di una software house da iniziare a tenere sott’occhio. Un dungeon crawler originale che mischia due gameplay molto lontani tra loro per poter ottenere un meltin’pot di successo grazie ad un gameplay intelligente che sa farsi apprezzare e sa tenere botta lungo la durata del titolo. Nonostante strutture di gioco che non sempre convincono a pieno e piccole scelte non fatte sul versante quality of life, Creature In The Well è al giorno d’oggi un titolo estremamente gradevole destinato a tutti i giocatori che cercano un interessante variazione sul genere.
This post was published on 5 Settembre 2019 19:22
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