Quante volte avete provato ad avvicinarvi al mondo dei picchiaduro ma avete subito abbandonato l’idea per via della complessità dei titoli di questo genere, tra combo da imparare, timing delle mosse, il countering e altre diavolerie tecniche che non intendo approfondire?
E se vi dicessi che ho il titolo che fa per voi? Fantasy Strike è un picchiaduro atipico sviluppato da David Sirlin, il papà del recente Super Street Fighter 2: HD Remix. Ho provato la versione per Nintendo Switch e ve ne parlerò in questa dettagliata review.
Partiamo dalle premesse: David ha voluto abbandonare il vecchio team per avventurarsi nell’ardua impresa di realizzare un picchiaduro ispirato al suo gioco di carte Yomi. Un titolo con delle meccaniche semplici in modo da renderlo appetibile ad un pubblico vasto. La cosa è evidente sin dall’inizio, con un tutorial che ci spiega nei minimi particolari tutti gli aspetti di gioco: i movimenti, gli attacchi base, le pochissime quanto facili combo ed altro.
I movimenti sono semplici, niente dash, niente corsa e niente possibilità di abbassarsi, si può tuttavia saltare con “B”. Gli attacchi base sono affidati ai tasti “Y”, quelli speciali a “X” e “A”, “L” per la super mossa e “R” per la presa.
Qui c’è da precisare una cosa che non tanto mi è piaciuta: vista la natura cross-piattaforma del titolo si è ben pensato di associare gli imput di gioco sia ai tasti effettivi di Nintendo Switch, sia a dei tasti comuni per tutte le console. Questo può inizialmente creare un po’ di confusione, ma ci si fa presto l’abitudine. Tuttavia proprio perché dovrebbe essere un picchiaduro “per tutti” avrei lasciato solamente i tasti delle rispettive console.
Un elemento che contraddistingue il gioco è la barra della vita divisa in tanti piccoli frammenti. I giocatori ne perderanno uno per ogni colpo ricevuto. Ergo, raramente conterà la potenza degli attacchi e se questi saranno singoli oppure combo. La cosa più importante è il numero di danni inferti al nemico.
Parlando delle combo, come già detto, non avremo difficoltà a memorizzarle in quanto sono pochissime e semplici e sono elencate tutte nella schermata di pausa. Bloccare una mossa similarmente a quanto accade in videogiochi come Tekken è legato al movimento del proprio personaggio, senza la complessità dei colpi alti o bassi: basta indietreggiare e il personaggio effettuerà una parata in automatico. È importante, in ogni caso, non abusarne: dopo qualche colpo perderemo comunque un frammento di energia. Se invece vogliamo contrattaccare in caso di presa, semplicemente… non dovremo premere alcun pulsante. Questa funzione è chiamata Yomi Counter.
Gli attacchi speciali del titolo sono legati alla super meter, la classica barra introdotta con i vari Street Fighter Alpha che si carica con il tempo; una volta piena essa ci permetterà di utilizzare un super attacco attraverso la semplice pressione del tasto L ed il colpo sarà in grado di infliggere importanti danni ai nostri avversari, due frammenti di barra per la precisione.
Il gioco propone cinque modalità a giocatore singolo, la pratica, il multigiocatore in locale e l’online.
Partendo dalle prime abbiamo, oltre al match singolo, l’arcade, la solità storia nella quale selezionando un personaggio affronteremo tutto il roster; tutto questo sarà spalmato attraverso tre difficoltà selezionabili in ogni momento, legate alla responsività della CPU e alla velocità d’azione della stessa.
Abbiamo poi le sfide giornaliere, un combattimento dove affrontiamo diversi avversari nel medesimo stage e confrontiamo i risultati con il resto del mondo, la modalità survival, stessa cosa, ma senza classifica e con la possibilità di poter selezionare il numero di avversari.
La boss rush è la modalità più caotica che ci sia e ci ritroveremo ad affrontare 8 avversari con power up di ogni tipo; per nostra fortuna anche noi ci ritroveremo pieni di potenziamenti di ogni tipo ma tranquilli, la stessa cosa vale per il nostro personaggio.
Poco da dire sul multigiocatore in locale se non che è possibile affrontare sia la classica battaglia che quella a team con squadre di tre personaggi; bene ma si poteva fare di più.
L’online, quando i server non sono down (cosa accaduta spesso in questi giorni), è piuttosto stabile. Non ci sono tempi di attesa troppo lunghi per il matchmaking e possiamo selezionare se giocare con tutti i giocatori o solamente con quelli che rispecchiano il nostro livello di abilità. Come in quasi tutti i giochi online, possiamo scegliere di effettuare incontri casual o ranked, oltre che ai friend match per giocare con i nostri amici.
Al termine di ogni match riceveremo punti esperienza che ci faranno aumentare sia il livello generale che quello del singolo personaggio. Fortunatamente per noi, il gioco è cross-platform e ci permetterà di interagire con utenti su altre piattaforme di gioco.
Il roster è composto da dieci personaggi divisi in quattro stili di gioco. Ci sono quattro Zoner che utilizzano attacchi a lungo raggio, due Rushdown che sono più veloci degli altri ma hanno minore numero di frammenti nella barra della vita, due Grappler che basano le loro mosse sulle prese. Infine abbiamo due Wild Card che combinano le caratteristiche degli stili precedenti.
Il character design è buono, ma non troppo originale. Ad ogni modo è apprezzabile il fatto che ogni personaggio ha una sua background story, che viene raccontata all’inizio della modalità arcade. A mio avviso il roster è troppo povero. Spero che in futuro arrivino nuovi personaggi gratuiti per ampliare l’esperienza, che per adesso, tolto l’online non è troppo longeva.
Dal punto di vista tecnico non ci troviamo di fronte a nulla di eclatante. La grafica possiede uno stile molto cartoon carina da vedere, risultando nel complesso comunque obsoleta per poligoni su schermo; discorso simile può essere fatto per l’art direction, anch’essa non sempre al massimo della qualità come nel caso delle arene ma in generale apprezzabile. Queste ultime risulteranno spesso anonime e annoieranno rapidamente il giocatore.
Nonostante tutte queste piccole magagne tecniche ci troviamo davanti un titolo che riesce a girare fluidamente sia in modalità docked che in modalità handheld e che sporadicamente soffre di qualche freeze. Il comparto audio è buono, con delle musiche magari non memorabili ma che riescono comunque a darci una carica di adrenalina.
È effettivamente vero: imparare a giocare a Fantasy Strike è una passeggiata e richiede davvero poco tempo. Nella sua semplicità il titolo riesce comunque a regalare un picchiaduro dove è richiesta strategia per mettere a tappeto l’avversario. Certo, i pro player potrebbero trovarlo banalotto e talvolta l’online potrebbe risultare frustrante a causa di qualche spammer che approfitta di un combat system semplice da padroneggiare.
Proprio per questo motivo eravamo un po’ dubbiosi sul verdetto, ma diamo fiducia agli sviluppatori sperando che, adesso che è uscito anche su Steam e Switch (c’è su PlayStation 4 già dal 2018) con le varie patch si raggiunga un gameplay bilanciato.
This post was published on 5 Agosto 2019 19:53
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