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Recensioni

Play With Me | Recensione dell’escape room per PC

La saga cinematografica di Saw non ha mai avuto una controparte videoludica molto solida. Nel 2009, il videogioco omonimo, uscito su PS3, Xbox 360 e PC, fece sperare i fan del serial killer Enigmista, ma nonostante un’atmosfera fedele, enigmi ben strutturati e coerenti con il contesto del film, i grossi difetti ne limitarono le potenzialità. Stessa sorte ebbe il suo seguito: Flesh & Blood.

Il panorama indie potrebbe risistemare le cose, ma non è così semplice ricreare le stesse sensazioni claustrofobiche e opprimenti di Saw, eppure lo studio polacco Airem ci prova con il suo Play With Me, titolo disponibile solo su PC.

Scopriamo insieme se Play With Me è un degno erede videoludico di Saw o se si perde tra i tanti titoli che girano intorno alla serie senza riuscire a centrarla mai.

Play With Me: un giornalista nei guai

L’intro del gioco è risicata e basilare: il giornalista investigativo Robert Hawk si sta recando in macchina, in compagnia della moglie Sara, a festeggiare l’anniversario di matrimonio, quando un incidente mette fine al loro viaggio. Ci risvegliamo nei panni di Robert, abbiamo un fortissimo mal di testa e nostra moglie è scomparsa. Siamo legati, la stanza in cui siamo rinchiusi non è rassicurante e sembra ormai palese che non si sia trattato di un incidente.

Indagando nella prima stanza, leggiamo un articolo di giornale scritto dallo stesso Robert, in cui si parla di Illusion, un serial killer che sta terrorizzando la città. Potrebbe essere stata opera sua, Robert e Sara potrebbero essere cadute vittime di un suo ennesimo gioco perverso. Sta a noi risolvere i tanti enigmi che ci condurranno all’uscita di ogni singola stanza, sperando che ci sia ancora tempo per salvare noi stessi e chi amiamo.

La trama non brilla per originalità e ricalca più o meno gli stessi schemi narrativi di film e giochi dello stesso genere. La tensione purtroppo non sale mai davvero a livelli insopportabili, anzi, in alcune stanze si è anche abbastanza tranquilli, visto che ci si può guardare intorno con relativa calma.

Play With Me, infatti, non è un’avventura dinamica, ma a tutti gli effetti un punta e clicca in cui potremo solo guardare ciò che abbiamo intorno muovendo la visuale con il mouse e cliccando sugli oggetti che ci sembrano utili alla causa, documenti, note e ovviamente gli enigmi. Entrando nell’inventario è possibile anche combinare gli oggetti raccolti.

Il videogioco di Airem è più simile a Escape Room che non a Saw. Vari film con quel titolo sono stati diretti (nel 2017 da Will Wernick e nel 2019 da Adam Robitel, ad esempio) e, nonostante non siano legati tra loro come i capitoli di Saw, propongono uno schema classico: gruppo di ragazzi che partecipa a un escape room, tante stanze “autoconclusive” in cui risolvere gli enigmi, ma l’impossibilità di uscirne davvero vivi.

In Play With Me, il protagonista partecipa in modo coatto al sadico gioco, però il copione è esattamente quello, con noi costretti a trovare la combinazione da inserire su un tastierino alfa-numerico per aprire la porta e ritrovarci in un’altra stanza. Una dopo l’altra, decine di camere piene di puzzle e profumo di morte.

Enigmi, tra illusione e prospettiva

La parte più interessante di Play With Me è rappresentata dagli enigmi che mostrano come lo studio di sviluppo si sia voluto concentrare maggiormente sull’infrastruttura dei puzzle piuttosto che su trama, personaggi ed esercizi stilistici. Come in ogni punta e clicca che si rispetti, sarà necessario guardare attentamente ogni minimo dettaglio per tirarci fuori dalle terrificanti stanze che ci tengono in prigionia. Nelle zone d’ombra sarà fondamentale fare luce per trovare oggetti e indizi altrimenti invisibili all’occhio. In nostro aiuto vengono i fiammiferi da accendere simulando con il mouse il movimento dello sfregamento degli stessi sulla scatola.

Questa è, invero,la particolarità degli enigmi e delle situazioni proposte: siamo abituati a cliccare su un oggetto, farlo poi sulla zona di interazione in cui vogliamo usarlo e il gioco è fatto; in Play With Me, invece, dovremo interagire in modo diverso, più realistico e meno meccanico. Se c’è da girare una valvola, sarà nostro compito roteare in senso antiorario il mouse o muoverlo a destra e sinistra per spostare un oggetto pesante.

Gli enigmi giocano poi sulla prospettiva e chi chiedono di entrare in azione in prima persona, rompendo la quarta parete: in alcuni casi, dovremo allontanarci o avvicinarci allo schermo del PC per riuscire a leggere codici o scorgere immagini altrimenti non identificabili. In alcune location sono presenti dei computer che rappresentano minigiochi a parte che ci chiederanno di scrivere la risposta direttamente con la nostra tastiera.

Non mancheranno inoltre enigmi in cui dovremo mettere le nostre mani sullo schermo per coprire alcune parti di un’immagine o di una scritta per riuscire a scoprire la soluzione nascosta.

Da questo punto di vista, Play With Me stimola il giocatore a pensare in modo alternativo, senza costringerlo a cliccare dappertutto. La longevità del titolo dipende proprio da quanto si riesce ad essere “smart” ed elastici mentalmente. In linea di massima, un paio d’ore, massimo tre, dovrebbero essere sufficienti per portare a termine l’avventura.

Tecnicamente non gridiamo al miracolo, sia dal punto di vista grafico sia da quello sonoro. Nel primo caso, abbiamo schermate fisse che rendono bene l’idea di luogo malsano e costruito ad arte per torturare fisicamente e psicologicamente una persona, nel secondo caso la colonna sonora sottolinea i vari momenti senza però strafare e limitandosi a effetti e musiche abbastanza basilari per un’esperienza del genere.

Commento finale

Play With Me è un buon punta e clicca che cerca di emulare l’atmosfera e le dinamiche di Saw, proponendo enigmi ben strutturati che invitano il giocatore a ragionare in maniera totalmente diversa, con un’interazione diretta del giocatore stesso. Purtroppo, la sua staticità, la storia non particolarmente ispirata, i personaggi che non innalzano la qualità narrativa e un’infrastruttura tecnica basilare non permettono a Play With Me di diventare un vero e proprio modello di riferimento in tutto e per tutto. Play With Me rimane comunque un titolo godibile dai fan delle escape room in salsa horror/thriller.

Ringraziamo Airem per averci fornito una copia Steam del gioco.

This post was published on 24 Luglio 2019 11:53

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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