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Recensione Eternum EX (Switch)

Quella di cui andiamo a parlare oggi è la storia di Sir Arthur, un vecchio mago grinzoso che alla ricerca della vita eterna si è ritrovato protagonista di Eternum EX, un videogioco ispirato ad una pletora di vecchi videogiochi arcade arrivato anche su Nintendo Switch recentemente. Il nostro Sir Arthur, arrivato agli ultimi giorni della sua vita privato di tutto ciò che ha amato ed avuto, si è messo in testa il voler arrivare ad ottenere quello che nessuno è mai riuscito ad ottenere prima: l’eterna giovinezza.

Per ottenere questa eterna giovinezza il mago rugoso ha deciso di avventurarsi all’interno del regno di Samarnath, un luogo sotterraneo estremamente pericoloso da cui nessun cavaliere è mai riuscito a tornare a casa intero. Samarnath nasconde al suo interno tesori, avventure e cinque sfere magiche che, se unite, riusciranno a concedere al suo possessore il premio più ambito di tutti.

Qui entriamo in gioco noi e la nostra pazienza: controllare Arthur nel corso della sua avventura e farlo sopravvivere il più a lungo possibile sarà il compito che ci verrà assegnato all’acquisto del gioco; vediamo insieme se abbiamo fatto una spesa ragionevole e se varrà la pena consumarsi il fegato alla prese con questo titolo estremamente difficile, dai sapori antichi e retrò.

Eternum EX e l’esperienza arcade in portabilità.

Il primissimo impatto con Eternum Ex è molto simile al primo impatto che si potrebbe avere con un qualsiasi coin op arcade: un title screen che a schermo mostra una legenda con qualche informazione sui power up e sulle meccaniche di gioco, estremamente semplici e stilizzate. Il nostro arthur è un vecchietto dal cranio in lega d’acciaio che può prendere a bastonare dei nemici e saltare. Il regno di Samarath, strutturato in cinque differenti dungeon, è pieno di piattaforme su cui saltare alla ricerca di casse ed è possibile avanzare da un quadro all’altro unicamente prendendo tutte le casse in un dato stage.

Le casse possono essere di due tipi: rosse e verdi; quelle verdi sono dotate di catene che le rendono impossibili da prendere al semplice contatto. Per poter prendere queste casse verdi esistono due soluzioni: ottenere uno specifico power up a forma di occhio che aprirà per noi ogni tipo di cassa semplicemente stando lì vicino o prendendo a testate la cassa da sotto, saltando da piattaforma in piattaforma.

Prendere a testate le casse da sotto è sostanzialmente la meccanica principe che regola tutte le strategie di questo titolo e che ne nasconde la (minima) profondità: qualsiasi tipo di cassa, quando viene sollecitata un paio di volte da sotto, finisce per aprirsi sempre di più rivelando il suo contenuto e regalando al giocatore un qualche tipo di bonus, sia esso legato semplicemente al punteggio o sia esso in grado di dare un qualche tipo di vantaggio al nostro protagonista.

Arthur raccogliendo questi bonus potrà sbloccare dei teletrasporti interni ai quadri, potrà utilizzare una specie di smart bomb con cui abbattere avversari, potrà potezniarsi e trasformare il suo unico attacco da ravvicinato a distanza, iniziando a sparare vere e proprie palle di fuoco. Questo perché, come era lecito immaginarsi, il regno di Samarnath è pieno di qualsiasi tipo di demonio: dal normale goblin, alle piante infestanti, ai parassiti più luridi passando per strani golem fangosi e per terribili creature dell’incubo.

Ma allora qual è lo scopo di Eternum Ex? Può un gameplay del genere foraggiare un esperienza di gioco soddisfacente e accattivante?
Risposta: dipende da che tipologia di giocatore siete.

Eternum Ex, in questo suo rinvangare i bei vecchi tempi delle sale giochi è offre come unica opzione per i neofiti quella di scegliere tra una delle due modalità disponibili: l’esperienza console, con dei punti di salvataggio ben delineati ogni cinque quadri e gettoni limitati o l’esperienza arcade, con nessun punto di salvataggio e gettoni illimitati.

Il gameplay stesso del titolo, con tutti quei punteggi e quella caccia all’highscore, tende ad essere più accattivante per tutti quei giocatori che hanno forgiato il proprio spirito ed il proprio amore per il medium nei vetusti tempi andati, macinando classifiche su classifiche e ottenendo in tutti i giochi della propria sala giochi di fiducia il più alto numero possibile di punti. Il titolo prende dichiarata ispirazione da alcuni mostri sacri del genere come Baluba louk no densetsu (a cui è davvero molto simile) o da titoli come Bomb Jack.

Siete abbastanza vecchi per godervi Eternum Ex?

Eternum Ex è più o meno quanto descritto sopra: scoprire tutti i bonus segreti presenti all’interno del titolo per scalare la classifica online dei punteggi e mostrare a tutti che si è il migliore sulla piazza. Nel corso dei venticinque stage che compongono il titolo il giocatore si ritroverà a dover affrontare anche cinque bossifight, precedute da rispettive scalate ad una torre irta di pericoli e piattaforme, unica vera variazione sul tema per un gioco che altrimenti si rifà davvero molto a quanto abbiamo imparato a conoscere bazzicando nella sale giochi durante la giovinezza.

Poca è la tolleranza lasciata dal sistema di gioco agli errori del giocatore: il nostro povero protagonista ha dalla sua un singolo punto vita e non ha un range d’attacco particolarmente importante. La precisione necessaria per abbattere i nemici a bastonate è davvero molta e le morti accidentali a causa di singoli pixel fuori posto sono più di quante vorremmo ammettere.

Eternum Ex, come ogni buon gioco arcade che si rispetti, è particolarmente difficile, come anche fatto comprendere dal trailer d’annuncio. Il range estremamente limitato della propria mossa offensiva unito alla grandissima quantità di nemici su schermo renderà il raggiungimento del miglior punteggio sulla classifica un parto trigemino. Un gioco sostanzialmente molto divertente a piccoli sorsi che farà scattare la scintilla in alcune tipologie di giocatori, particolarmente interessate al mondo dei videogiochi arcade.

Peccato che, a causa dell’assenza di una modalità a due giocatori, avere Eternum Ex tra le mani significherà semplicemente dover puntare all’highscore e all’ottenere il massimo punteggio possibile sulla leaderboard online. Il gioco è integerrimo e non concede indizi o suggerimenti di sorta ai giocatori poco avvezzi al genere degli arcade games, motivo per cui molti potrebbero trovarsi spaesati di fronte ai vari segreti nascosti in ogni livello.

Fortunatamente a far da contraltare a questo gameplay non incredibilmente espansivo arriva un comparto tecnico tutto sommato gradevole, con una bella pixel art ed un bel design per protagonista e mostri che tanto ripesca dalla cultura videoludica anni 80 legata al mondo degli arcade. Anche le musiche, nonostante non siano destinate all’immortalità, fanno il loro lavoro e sonorizzano egregiamente gli improperi che ci ritroveremo a sputare contro il muro.

Eternum Ex è un gioco per pochi. Se nel corso della vostra infanzia avete consumato gli arcade stick delle sale giochi locali giocando a Bomb Jack, a Ghost And Goblins, a Psychic 5 o a Baluba-louk no Densetsu avete un esperienza su cui passare qualche ora della vostra vita. Se avete poca pazienza e cercate un’ esperienza con un gameplay un po’ più raffinato ed espanso andate altrove e non voltate mai lo sguardo.

 

 

This post was published on 10 Luglio 2019 19:03

Graziano Salini

Perennemente alla ricerca di legami tra argomenti distanti tra loro, con una certa predilezione per musica e videogiochi. Faccio il possibile per fare in modo che ci siano meno errori di concetto possibili sugli articoli di Player.it, grande fan degli errori grammaticali invece, quelli fanno sempre ridere. Quando non sto amministrando questo sito lavoro mi occupo di spiegare cose difficili in maniere semplici su altri siti, su tematiche molto meno allegre dei videogiochi.

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