Il peccato originale di Konami, un vilipendio ad un cadavere ancora caldo, un aborto, lo schifo fatto videogioco; questi sono soltanto alcuni degli epiteti rivolti a Metal Gear Survive nel corso dei mesi che hanno preceduto la sua uscita. Il popolo del web aveva espresso la sua opinione sin da subito: questo Metal Gear non s’ha da fare! Anzi, Metal Gear Survive non sarebbe proprio dovuto esistere. Se Monster Hunter: World e Dragon Ball FighterZ erano senza dubbio le prime due grandi uscite di questo 2018, è quasi inutile dire sottolineare il fatto che la release per cui il mondo del gaming stava “affilando le lame” era quella dello scorso 22 Febbraio: il day one di Survive.
Sicuramente vi starete una domanda tanto semplice quanto importante: Metal Gear Survive è un gioco brutto? O, parafrasandola un po’, Metal Gear Survive merita davvero tutto l’odio che l’ha circondato sin dal suo annuncio? Per trovare una risposta, occorre fare un’importante premessa: se appartenete alla fetta di giocatori che considerano Survive nelle maniere menzionate in apertura (quelli che hanno dato voti bassi su Metacritic ancora prima di averlo provato, per intenderci) probabilmente niente in questa recensione vi farà cambiare idea. Se invece siete, come il sottoscritto, degli inguaribili curiosi, capaci di guardare oltre un nome ingombrante e, insomma, di dare una chance ad un videogame dato per spacciato, potreste rimanere sorpresi da alcune cose che leggerete: perché, forse, Metal Gear Survive ha qualcosa di salvabile.
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Chiunque ami definirsi videogiocatore non può non conoscere Metal Gear Solid. La saga di Hideo Kojima ha forgiato un’intera generazione di gamer, innovando le meccaniche ed alzando gli standard qualitativi di qualsiasi stealth game. L’allontanamento forzato di uno dei creativi più apprezzati al mondo, insieme a qualche frecciatina più o meno gratuita, ha contribuito ad infiammare un clima già decisamente rovente. A farne le spese è stato, ovviamente, Metal Gear Survive. Spieghiamoci, Konami ha probabilmente commesso molti errori, rendendosi ancora più invisa agli occhi dei fan di quanto già non lo fosse. Ma ora che finalmente Metal Gear Survive è tra le nostre mani, abbiamo il dovere di “oltrepassare la cortina di odio” e di capire quale sia il peso specifico del gioco.
Metal Gear Survive rappresenta lo spin-off più lontano da Metal Gear Solid che si potesse realizzare. La storia del gioco inizia poco dopo l’attacco alla Mother Base alla fine di Ground Zeroes, reinterpretandone gli eventi subito successivi. Un gigantesco wormhole fagocita gran parte delle strutture, dei veicoli e dei caduti nello scontro, trasportandoli in un’altra dimensione. La nostra protagonista sarà un non meglio specificato soggetto sperimentale, e sarà a suo volta trasportata a Dite, una pericolosa realtà parallela, con lo scopo di comprenderne i segreti. Una volta lì, scopriremo di non essere gli unici esseri viventi in circolazione. Faremo presto la conoscenza di altri sopravvissuti e dei temibili Vaganti, esseri umani contagiati da una strana infezione ed ora ridotti a veri e propri “zombie interdimensionali“.
La nostra missione sarà quella di recuperare le schede di memoria di un corpo di soldati di cui si sono perse le tracce e, ovviamente, quella di sopravvivere alle tante minacce di Dite.
Dopo aver creato il nostro personaggio, faremo subito la conoscenza con i primi Vaganti. Lo scopo principale del gioco è uno solo: sopravvivere. Ma questa parola non significa solo evitare di cadere nelle grinfie dei Wanderer, ma anche procacciarsi del cibo commestibile. Impareremo presto a familiarizzare con i due indicatori della fame e della sete. Tutto questo ci obbligherà ad andare alla ricerca di animali e di acqua potabile, per sfamarci e dissetarci. Man mano che procederemo nella trama principale, scopriremo nuove specie animali e vegetali, che in alcuni casi potremo addirittura allevare e coltivare, e che saranno l’ingrediente base della nostra sopravvivenza.
Anche in Metal Gear Survive avremo un campo base a disposizione per gestire la nostra avventura. Un’intelligenza artificiale ci assegnerà di volta in volta delle missioni, quasi sempre consistenti nel recupero di schede di memoria o di energia kuban, di cui parleremo più avanti. Nonostante possa metterci un po’ ad ingranare, la trama di Survive riesce ad intrattenere il giocatore, riuscendo anche a superare la monotonia delle varie missioni, portandolo ad un finale inatteso, ad un endgame che aggiunge nuovi contenuti, e che in pratica, ci conduce al multiplayer, che esamineremo meglio in seguito. Ogni quest che porteremo a termine ci garantirà dei progetti per nuovi oggetti da realizzare, e costituisce l’occasione giusta per conoscere un altro degli aspetti fondamentali di Metal Gear Survive: il crafting.
Durante lo svolgimento delle missioni e delle fasi di esplorazione, sarà di grande importanza raccogliere materiali di ogni genere. Qualsiasi oggetto di cui avrete bisogno dovrà essere fabbricato tramite gli appositi banchi di lavoro che troverete nel campo base, a patto di possedere le giuste materie prime, si intende. Copertoni, sacchi di cemento, secchi, sedie, tutto sarà utile. La lista di oggetti che potrete costruire sarà pressoché infinita. Dalle armi bianche alle armi da fuoco, dalle protezioni agli accessori, fino ad arrivare alle fortificazioni ed ai sistemi di difesa. Un’inferriata potrebbe letteralmente salvarvi la vita, ponendovi al riparo da orde di Vaganti affamati.
Un ruolo altrettanto importante sarà rivestito dall’energia kuban, che otterrete in gran parte dall’uccisione dei Wanderer. Essa potrà essere utilizzata nei modi più svariati: fornendo ossigeno aggiuntivo qualora vogliate addentrarvi nella coltre di nebbia altrimenti letale, facendovi salire di livello e sbloccando nuove abilità.
Quanto detto va di pari passo con una modalità gestionale decisamente ben realizzata. La nostra base operativa finirà con l’ospitare sempre più sopravvissuti, ragion per cui bisognerà fortificarla a dovere, creando linee di difesa e, soprattutto, distribuendo equamente il cibo.
Come vi avevamo annunciato, con Metal Gear Survive, Konami ha voluto prendere le distanza dal suo illustre passato. Per questa ragione, Survive ha delle meccaniche di gioco molto diverse da quelle dei suoi predecessori. Scordatevi le fasi stealth o la stessa possibilità di finire il gioco senza uccidere nessuno. In Metal Gear Survive gli unici vantaggi della furtività consisteranno nelle uccisioni furtive, capaci di darvi un po’ di energia kuban aggiuntiva, ma il grosso dell’esperienza di gioco passa dalle uccisioni di Wanderer, come in ogni survival che si rispetti. Gli stessi indicatori di fame e sete forniscono, sotto questo aspetto, una sensazione di urgenza che ogni amante del genere conosce benissimo. Anche la scarsa varietà di nemici non costituisce un “peccato capitale”.
Il multiplayer di Metal Gear Survive si basa, invece, sul concetto di co-op. Nato per essere il naturale prosieguo del gioco dopo l’endgame, in questo caso ci troveremo a dover difendere un generatore di energia kuban da tre ondate di nemici a difficoltà crescente, in pieno stile Tower Defense. Anche qui, dovremo fare di necessità virtù, utilizzando tutto ciò che lo stage ci metterà a disposizione. Grande importanza avranno, sotto questo aspetto, i ruoli dei vari membri del team. Ci sarà bisogno di un assaltatore per falciare i Vaganti, di un medico per curare i feriti, di un cecchino per colpire dalla distanza, e di un esploratore capace di reperire quante più materie prime possibile. Tutta questa coordinazione, unità ad una difficoltà non certo banale, farà la felicità dei giocatori più esigenti, anche se la monotonia, in questo caso, si farà decisamente sentire.
Fino a questo momento, stavamo tracciando i contorni di una valida esperienza di gioco. Tuttavia, Metal Gear Survive non è esente da difetti. L’ultima fatica di Konami ha inevitabilmente pescato a piene mani da quanto di buono fatto nei precedenti capitoli della saga. Se il sistema di nutrimento è chiaramente proveniente da Snake Eater, The Phantom Pain è stato letteralmente saccheggiato. Il motore grafico è lo stesso visto in Metal Gear Solid V, lo stesso mondo di gioco si basa, fondamentalmente, sulla mappa dell’Afghanistan (ed i deja vu non si fermano qui), gli stessi moveset sono praticamente identici a quanto visto nell’ultima avventura di Big Boss.
Il campo dove Konami ha veramente cercato di innovare costituisce forse la pecca più rilevante di Survive: il combattimento con le armi bianche. Se uccidere i Vaganti col machete potrebbe risultarvi un’impresa tutt’altro che immediata, provate a farlo con il tubo d’acciaio, e comprenderete quanto il combat system realizzato sia a dir poco farraginoso. Se a tutto questo aggiungessimo un design degli zombie decisamente “spento” e per niente spaventoso, potrete facilmente comprendere ciò di cui stiamo parlando.
Le stesse meccaniche di gioco non sono molto diverse da quelle visti in altri survival, primo fra tutti State of Decay. Se Metal Gear Solid ha sempre fatto dell’innovazione il suo punto di forza, Metal Gear Survive, pur essendo un’esperienza di gioco tutto sommato piacevole, non presenta praticamente alcuna novità agli occhi del giocatore, finendo per pescare da un passato tanto celebre quanto oramai scomodo, con cui farebbe meglio a chiudere del tutto i rapporti.
Togliamoci subito il pensiero: Metal Gear Survive non è affatto il gioco orribile che molti ritengono sia. Forte di una trama tutto sommato ben studiata, Survive riuscirà ad intrattenervi per buone 25/30 di gameplay, grazie anche ad un sistema gestionale coinvolgente e convincente. Il vero problema del gioco risiede nel suo nome e nelle aspettative che esso comporta. Survive è l’antitesi di quello che Metal Gear Solid ha rappresentato e ancora rappresenta, anche se il suo lascito è chiaramente percepibile. Ma il vero problema consiste nel fatto che Survive non riesce a distinguersi, per innovazione, rispetto ai suoi illustri predecessori. Detto questo Survive, per essere goduto, necessita di un solo fondamentale ingrediente: l’apertura mentale. Se riuscirete a soprassedere sul fatto che le prime due parole del suo nome siano “Metal Gear”, potreste imbattervi in una valida esperienza di gioco. In caso contrario, vi consigliamo caldamente di lasciar perdere, potreste non sopravvivere al trauma.
This post was published on 27 Febbraio 2018 11:54
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