Old Man’s Journey non è un gioco per tutti.
Non per una questione di difficoltà, ne di tematiche affrontate; il titolo sviluppato da Broken Rules è una passeggiata mano nella mano con il proprio nonno che non si vede da molto tempo che racconta le disavventure ed i sogni della sua giovinezza ormai perduta al nipotino.
Il nipotino (come prevedibile) nel corso del viaggio si può stancare, annoiare, magari sbadiglia pure ma riesce ad intuire che, anni dopo, avrà di che rimpiangere per le parole non dette in quei momenti, per non aver assaggiato la bontà di determinati istanti.
Old Man’s Journey è questo genere di esperienza, un videogioco che abbandona il gameplay puro e duro in onore di un sacco di feels™ dai colori bellissimi.
Il primo paragone che viene in mente avviando Old’s Man Journey non appartiene al mondo dei videogiochi ma all’ambito cinematografico: Una storia vera, film del 1999 di David Lynch.
Le cose in comune sono subito palesi: entrambi i titoli trattano dell’anzianità e del viaggio. Nel film di Lynch il settentatreenne Alvin Straight va a trovare il fratello malato armato solo di un tosaerba a motore; nel titolo Broken Rules il nostro protagonista, al seguito dell’arrivo di una lettera, prende uno zaino ed il suo fido bastone e inizia un’ viaggio.
Il protagonista di Old Man’s Journey è un attempato signorone nel fiore della sua vecchiaia. Abitante di una bellissima casa a ridosso di una scogliera, passa i giorni immerso in una tranquillità mistica accompagnato dalla natura e dalla solitudine
Al giocatore spetta il compito di aiutarlo durante il suo peregrinare indicandogli la retta via e muovendo per lui le strade affinché raggiunga la meta. Attraverso un puntatore (o utilizzando il touch screen) è possibile indicare al nostro personaggio la destinazione da raggiungere ed è possibile spostare gli strati di ambientazione in modo che i tragitti siano comunicanti utilizzando il drag & drop.
Alle volte sarà necessario risolvere piccoli enigmi o interagire con determinate parti dello schermo per vedere proseguire la storia nella giusta direzione. La linearità è assoluto ed aiuta il corretto sviluppo della trama che rimane potente ed evocativa per tutta la brevissima durata del titolo.
Ci si ritroverà, nel corso di un’ oretta e mezza a navigare nel mare in tempesta, a prendere treni ed a guadare fiumi mentre ci si improvvisa pastori.
Il gameplay del titolo però si interrompe praticamente qui: un quadro animato poco interattivo che lascia alla tecnica e alla storia il compito di esprimere il messaggio. Liquidare Old Man’s journey come un banale walking simualtor è semplice ma anche profondamente ingiusto.
Old man’s journey si presenta al giocatore tramite delle schermate realizzate tramite digital art e finemente cesellate in ogni piccolo dettaglio. Broken Rules si è davvero messa d’impegno nel tentativo di riportare su schermo paesaggi carichi di dettagli e di colori, in grado di richiamare tutta un’ estetica propria del mediterraneo con le scogliere verdastre a picco sul mare e paesini arroccati (che ricordano per certi versi le nostre italianissime cinque terre) su colline che odorano di salsedine.
La magia del titolo si sprigiona qui, quando il gameplay si nasconde e lascia il potere espressivo al resto. Il pellegrinaggio del nostro old man all’interno degli splendidi fondali viene accompagnato con dolcezza da una colonna sonora dal piglio delicato che tra un’orchestrazione ed una melodia percussiva fa capolino nei momenti giusti, emozionando e tornando silenziosa dov’era partita.
Le schermate diventano in occasione delle rimembranze del nostro protagonista veri e propri quadretti. Durante il suo viaggio, nei pochi momenti di pausa, il nostro vecchio ne approfitterà per ricordare (e dare anche spiegazioni di carattere narrativo al giocatore) gli eventi passati e ciò che lo ha portato alla suo stato attuale.
Questi ricordi assumono la forma di schermate singole leggermente animate dal grande valore tecnico/artistico, disegnate in un 2D splendido realizzato da un clamoroso Lip Comarella.
Broken Rules durante il corso del titolo impara piano piano a giocare con il cuore di chi è davanti allo schermo, apprendendo perfettamente la lezione sintetizzata da studi come i thatgamecompany (autori di Journey). Il flusso delle emozioni scaturite nel corso delle partite segue un preciso pattern di alternanza tra gioia, tristezza e conseguente miglioramento delle emozioni: questo rende il titolo un’esperienza perfetta per essere sperimentata in un unicum data anche la scarsa durata.
Il titolo presenta dei leggeri cali di ritmo dovuti alla presenza delle scene di memoria, bellissime da vedere ma in grado di porre uno stop al continuo maneggiare i fondali che rende l’interazione gradevole.
Niente di imperdonabile, sia chiaro, ma è qualcosa che a fine gameplay si ricorda come leggermente migliorabile. Anche l’interazione con gli elementi dello scenario risulta, alle volte, raffazzonata con hitbox che non combaciano perfettamente e pecore (maledette) che non sono in grado di intuire correttamente le intenzioni del giocatore.
La versione per Nintendo Switch di Old Man’s Journey è esattamente uguale alla controparte Steam/Mobile mantenendo la comodità dell’ anywhere/whenever.
L’unica cosa su cui poter sindacare è l‘imprecisione dei comandi immessi tramite touch che risultano spesso errati di qualche cm, tanto basta per perdere far perdere prezioso tempo al nostro protagonista. Durante la mia esperienza mi sono trovato benissimo con la modalità tablet o con il controller normale, tanto da preferirlo all’esperienza tattile per la precisione nell’immettere i comandi.
Il resto rimane fulgido e difficilmente dimenticabile, esattamente come le schermate che ci ritroveremo spesso a salvare grazie alla funzione screenshot della console Nintendo. La durata ridotta viene controbilanciata da un prezzo budget che, spero, riesca a convincere gli indecisi sull’eventuale acquisto perché si tratta di un’ esperienza davvero da provare.
Abbiamo potuto provare Old Man’s Journey su Nintendo Switch grazie ad una key fornitaci da Broken Rules.
Se vi piacciono giochi più corposi e più improntati ad una forma mentis action date un occhiata a Xenoblade Chronicles 2, Fire Emblem Warriors o a Super Mario Odissey
This post was published on 1 Marzo 2018 12:00
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