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Recensioni

RAGE 2 – Recensione (PS4)

L’annuncio di un anno fa della collaborazione tra id Software e Bethesda per portare sugli schermi RAGE 2 sorprese un po’ tutti quanti: nessuno si sarebbe aspettato un seguito di un generico sparatutto apocalittico poco fortunato della Settima Generazione, specialmente così diametralmente diverso rispetto al titolo precedente.

Con uno stile ancor più sopra le righe che ricorda Mad Max, la supervisione della software house creatrice di DOOM ed un gameplay sviluppato dagli Avalanche Studios (Just Cause ed il recente Generation Zero) la scommessa di RAGE 2 sembrava, se non interessante o innovativa, quantomeno divertente e sicura.

Gettiamoci a capofitto nella Zona Devastata per vedere fino a dove si spinge la pazzia di RAGE 2.

 

Il figliol prodigo di DOOM e Zelda

 

 

RAGE 2 è ambientato diversi anni dopo il primo RAGE, ed un cortese filmato di esposizione da parte del cattivo principale, il Generale Cross, ci riassumerà i fatti: i Ranger delle Arche sopravvissute all’impatto con l’asteroide Apophis si sono risvegliati ed hanno iniziato a muover guerra contro l’Autorità, un gruppo di soldati della vecchia Terra convinti di dover modificare il  corpo e genoma umano con la forza per sopravvivere.

Dopo continue battaglie e guerre, i Ranger sembrano avere la meglio conquistando la Zona Devastata e cercando di ricostruire con la tecnologia Arcaica un nuovo mondo, ma quello che non sanno è che l’Autorità è solamente andata in letargo, pronta ad attaccare con nuove armi e truppe. Sarà proprio durante il primo (ed ultimo) attacco alla roccaforte di Vineland che troveremo il nostro protagonista, Walker, alle prese con una strenua difesa della sua casa. 

In breve, la difesa sarà un fiasco: quasi tutti i nostri compagni e Ranger sono morti, ma Walker è riuscito a recuperare una delle tute Ranger a Nanotriti, un componente bio-meccanico che fornisce poteri e capacità sovraumane ai Ranger. Con questo nuovo equipaggiamento sarà nostro compito raccogliere l’eredità dei Ranger ed avviare il Progetto Daga, un’operazione per terminare Cross e l’Autorità una volta per tutte con l’aiuto di tre importanti personaggi della Zona Devastata.

 

La Zona Devastata vi offrirà un sacco di contenuti aggiuntivi

 

Da qui in poi avremo la più assoluta libertà decisionale e di approccio a qualsiasi situazione: potremo iniziare a vagare per la Zona Devastata in cerca di banditi da fracassare o Arche nascoste da trovare, oppure dirigerci direttamente dal Dottor Kvasir, il sindaco Loosum Hagar o il guerrigliero John Marshall per sbloccare le rispettive missioni del Progetto Daga. Con una formula presa direttamente da Breath of the Wild, RAGE 2 non pone limiti ai viaggi e al percorso del giocatore, che può lasciare in qualunque momento le quest principali per dedicarsi alle numerosissime e varie attività secondarie.

Non aspettatevi però la complessità del level design del titolo Nintendo o la sua poesia nel raccontare storia e personaggi: le missioni principali di RAGE 2 sono molto basilari, relativamente povere di numero e per nulla innovative, e la storia è solamente una cornice un po’ sporca e invecchiata per tener insieme il gameplay, vero fulcro dell’esperienza di gioco.

 

VIUUUULENZAAAAAAA

 

 

Parliamoci chiaro: se un FPS ha il gunplay e la supervisione degli sviluppatori di DOOM, potete metterci la mano sul fuoco che sarà dannatamente divertente, il più delle volte. RAGE 2 applica la formula dell’ultra rapid fire di DOOM ad un mondo Open World completamente esplorabile con decine di veicoli e pieno di quest secondarie, eventi randomici e collezionabili, e bisogna ammettere che questo inaspettato connubio funziona molto bene. 

Quando non starete esplorando la Zona Devastata a bordo della vostra fidata Phoenix (un Kit di Super Car al femminile e costantemente su di giri), il 90% delle volte starete sparando a qualche brutto ceffo. Le armi di RAGE 2 sono solo una mezza dozzina, ma molto diversificate, potenziabili e con vari effetti e punti di forza da sfruttare nel caos della battaglia. Degni di nota sono il Fucile a Pompa, che vi renderà davvero un clone super potenziato del DOOM Guy, ed un Revolver con proiettili incendiari a detonazione, perfetto per poter imitare i beniamini dei vostri anime preferiti.

Le abilità della Tuta Ranger arricchiscono ancor di più il gioco, con una serie di super poteri ed abilità che spingono il giocatore a rimanere in costante movimento e ad affrontare a viso aperto i numerosi nemici: super salti, schiacciate gravitoniche a terra, scatti alla velocità della luce e onde d’urto potenziate saranno solo alcuni dei decine di modi con cui potrete fare strage di nemici, assieme ovviamente alla modalità OVERDRIVE, che potenzierà tutti i vostri colpi e movimenti rendendovi praticamente invincibili.

 

 

Oltre a ciò avrete anche numerosi strumenti, come granate o l’iconico Wingstick (un boomerang meccanico ed esplosivo), e potrete potenziare le vostre caratteristiche ed equipaggiamento tramite la Feltrite, una delle valute di gioco. Al completamento di ogni missione ed attività secondaria potrete ricevere anche dei particolari punti esperienza o componenti per sbloccare specifiche abilità passive legate ai tre rami del Progetto Daga, ognuno con una propria utilità nel combattimento o nella ricerca di materiali.

Le cose da fare, poi, saranno veramente molte: dagli assalti ai convogli corazzati in pieno stile Mad Max alla disinfestazione di Mutanti delle fogne di una città, dalle gare all’ultimo sangue fino alla caccia agli artefatti ed Arche, per poi passare ovviamente alla decimazione di qualche mini-boss e all’assalto di basi nemiche, il tutto piazzato equilibratamente in una mappa variopinta e non troppo ripetitiva.

Contro ogni aspettativa, il gioco riuscirà a mantenere un grado di sfida piuttosto standard ed equilibrato nonostante le innumerevole vie per potenziare Walker attraverso le attività secondarie, risultando quindi mai troppo noioso o troppo frustrante. Fin qui il gioco è davvero ottimale e meritevole di pregi ed ammirazione, oltre che di un acquisto obbligato per tutti gli amanti del genere. Purtroppo, la recensione non è ancora finita.

 

Lo zampino di Bethesda

Phoenix = Best girl

Passiamo ora alla parte più dolorosa della recensione: il comparto tecnico ed i numerosissimi bug rompi-gioco. 

Ora, il motore grafico di RAGE 2 è decisamente buono, con texture decenti, modelli poligonali ed animazioni ottimali (specie quelle dei nemici, modellate con cura a seconda della fazione e molto esilaranti da guardare) ed effetti particellari bellissimi che si sposano perfettamente con la coloratissima palette cromatica al neon. Un pallino negativo sono certamente i modelli, animazioni e texture degli NPC delle città, dei cloni completamente privi di carattere o cura per i dettagli. Ma sfortunatamente c’è di peggio.

Il gioco, come un tradizionale open world Bethesda, porta con sé un alto quantitativo di compenetrazioni poligonali, una fisica degli impatti piuttosto altalenante e soprattutto un sistema audio completamente difettoso, che ripeterà in loop effetti sonori già finiti sovrascrivendo qualsiasi altro suono, inclusa la musica ed addirittura dialoghi con i quali ottenere quest aggiuntive o far progredire la storia.

 

 

Sono state numerose le volte in cui, durante la recensione, siamo stati costretti a resettare non solo il gioco ma anche la console per riprendere a giocare decentemente, e in una bossfight siamo stati spediti letteralmente nella stratosfera ed incollati ad un soffitto a causa di un attacco corpo-a-corpo finito male. È chiaro che in un gioco così grande alcuni difetti e bug del comparto tecnico possano passare inosservati, ma nonostante la patch di 10 GB al Day One il gioco soffre ancora di gravi lacune tecniche che mettono a rischio l’intera esperienza di gioco.

Sembra proprio che il rilascio di RAGE 2 sia stato parecchio affrettato, e forse il gioco aveva bisogno di qualche mese in più di bug testing e rifinitura del comparto tecnico prima di venir messo in vendita.

 

In Sintesi

 

Vi piace DOOM? Vi piacciono gli open world? Vi piace un po’ di sana e vecchia ultra-violenza? Prendete RAGE 2 e rimettetelo nello scaffale, perché ha ancora bisogno di tempo e revisione da parte dei suoi sviluppatori. Tolti i game-breaking bug e problemi tecnici di sorta, RAGE 2 è chiaramente uno degli FPS più divertenti usciti negli ultimi anni, che sebbene un po’ corto e privo di qualsivoglia innovazione riesce ad esser sempre vario, ricco di cose da fare e soprattutto mai noioso. Se siete fan del genere, venir scaraventati nell’Iperspazio a causa di una carica corpo a corpo malcalcolata ed esser costretti a riavviare il gioco per un dialogo non caricato non vi spaventa, RAGE 2 è un acquisto che farà sicuramente al caso vostro. 

 

 

This post was published on 17 Maggio 2019 11:00

Riccardo Liberati

Classe 1997, cresciuto immerso dai libri, cartoni e videogiochi, ho sempre desiderato e provato fin dalla tenera età a creare storie fantasiose che rendessero un po' più brillante la mia vita monotona. Ho trascorso l'infanzia in solitaria, giocando a quanti più titoli possibili, spaziando dai vecchi J-RPG di Square Enix fino ai più violenti sparatutto su PC, non disdegnando nel frattempo RTS, platform e giochi di corse automobilistiche. Alle superiori riesco finalmente ad aprirmi e a trovare dei compagni con i miei stessi gusti e sogni, e capisco che non amo tanto i videogiochi, quanto la cultura ed i messaggi dietro di essi, gli stessi che ho sempre trovato nei libri, film e qualsiasi altro tipo di medium artistico. Inizio a lottare per questo concetto scrivendo all'impazzata ed accrescendo la mia cultura ancor di più, sia attraverso la scuola che attraverso gli incontri e le persone d'ogni giorno. Questo bel sogno finisce con l'arrivo all'università, periodo peggio di qualsiasi film horror che abbia mai visto e che mi costringe a mollare tutto e rifugiarmi nella mia Fortezza della Solitudine per tre anni, perdendo interesse e linfa vitale per qualsiasi cosa. Nel frattempo ho lavorato in numerosi settori, dall'aiuto vendita al libraio al tutor privato, e nel 2018 inizio a scrivere per Player.it, il mio primo incarico ufficiale come giornalista videoludico e che mi ha formato moltissimo sia nell'ambito dei videogiochi che in quello della scrittura basilare. Oggi ho ripreso a studiare grazie alla scelta repentina ed irrazionale di iscrivermi alla Scuola Holden di Torino, luogo da cui vi scrivo, abbandonando casa per la prima volta ed il luogo natale di ogni mio piccolo successo e grande fallimento. La mia speranza? Quella di poter riuscire a trovare una strada ben delineata, facendo quello che mi piace fare senza dovermi sottomettere a nessuno

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