Di nuovo qui? Bentornato!
Come sarebbe a dire che è la prima volta che leggi questa recensione? Hai dimenticato tutto?
Non ti preoccupare, la possibilità che succedano inconvenienti come questo purtroppo non è così bassa. Ricominciamo da capo, senza problemi. Lascia che ti racconti la mia esperienza, forse qualcosa risveglierà i tuoi ricordi.
Mia sorella mi ha scritto, vuole che la raggiunga sulla Helios. Insieme all’invito, mi ha lasciato un auricolare, che mi accompagnerà durante tutto il mio viaggio verso la meta.
Questo è tutto quel che mi è bastato sapere prima di lanciarmi in un’avventura ai confini dell’incredibile. Close to the Sun, realizzato dal team di Storm in a Teacup, parte con tutti i presupposti necessari per essere un piccolo gioiellino.
Salgo, dopo essere attraccato, sulla Helios: la nave voluta da Nikola Tesla per raccogliere alcune delle menti più importanti sulla faccia della terra. Qui, grazie alle acque internazionali, potranno essere svolti i più disparati e ambiziosi esperimenti senza l’intralcio di Edison (eterno rivale) e delle sue spie addestrate.
Come potete ben immaginare, mi attendono delle grandi e inattese rivelazioni. Il gioco, quasi come se volesse venire incontro a chi adora gustarsi lentamente un tè in compagnia di un ottimo libro, parte lentamente.
I passi della protagonista non sono mai troppo affrettati (a meno di sfruttare la modalità corsa, ma sarebbe una scelta poco felice). Gli ambienti, infatti, meritano di essere gustati per quanto sono vasti e pieni di fascino. L’Art Déco che permea ogni spazio ci lancia prepotentemente nei primi del 1900.
A questo si aggiungono una serie di articoli e informazioni riguardanti Nikola Tesla e le sue invenzioni. Ho potuto gustarmi le riproduzioni dei progetti in ogni luogo visitato: che spettacolo per gli occhi! Per la prima volta dopo tanto tempo, rimpiango che un gioco non abbia una modalità VR.
La musica funge sempre da sottofondo dell’esplorazione senza risultare ripetitiva. Ed è proprio per questo clima tranquillo e delicato che le scene anche più innocue finiscono per farmi sobbalzare dalla paura. La Helios, nasconde infatti terribili segreti che pian piano mi vengono rivelati.
Superata la prima parte del gioco, quando inizio a sentire il bisogno di un cambio di ritmo, ecco che Close to the Sun cambia marcia. Non è un’accelerazione brusca, ma un crescendo sempre più coinvolgente che mi trascina verso il finale. Mi riprendo dopo una full-immersion di cinque ore di fronte alla scritta “Thanks for Playing”.
Per darvi un’idea precisa di cosa vi siete già trovati troverete a fare, sappiate che il gioco ha una connotazione di un’avventura in prima persona con elementi horror e alcune situazioni action
Una parte del gameplay prevede semplicemente un’esplorazione approfondita di scenari da attraversare sequenzialmente. Questo mi ha aiutato a calarmi nell’ambientazione dai primi momenti.
In alcuni casi mi è stato possibile accedere a nuove aree e proseguire con la narrazione solamente superando enigmi abbastanza semplici. Per questo mi sono trovato a inserire codici, recuperare oggetti trigger, trovare le chiavi che aprono le giuste porte o attivare/disattivare di alcuni congegni.
L’inventario esiste, ma non è strettamente necessario interagirvi.
La seconda parte importante del gameplay prevede, in particolari situazioni ansiolitiche, di correre a perdifiato inseguito da minacce mortali. Non esiste modo di combattere (zero armi) e quando i miei inseguitori mi hanno raggiunto, la morte è stata ineluttabile.
Sono riuscito a perdere la vita anche cadendo da altezze importanti e venendo colpito da fulmini, fiamme e altre amenità mortali che mi sono trovato davanti. In alcuni casi si subiscono danni non mortali, ma non esiste una barra della vita.
Ok, a questo punto sono praticamente sicuro che tu possa ricordarti di essere già stato qui una volta. Mi sembra di ricordare che tu volessi sapere di più, magari una chiave di lettura diversa o qualcosa che ti aiutasse a capire meglio. Ti posso solo dire che forse la prossima immagine ti aiuterà.
Devo spendere qualche parole anche su Rose Archer, la protagonista della storia. Grazie a lei, infatti, la trama assume un’incisività maggiore. Le paure che prova, l’ansia che l’attanaglia in alcune scene, il senso di fragilità e la fuga di fronte alle difficoltà l’hanno resa viva ai miei occhi.
Se ho vissuto un’esperienza soddisfacente di gioco è anche per il modo in cui lei approccia la storia. Un protagonista con un livello testosteronico maggiore avrebbe sicuramente fatto scelte diverse, finendo per snaturare la trama o la natura stessa del personaggio.
Come sempre mi trovo nella situazione in cui la trama ha elementi così importanti che sarebbe un crimine spoilerare qualcosa. Quel che mi sento di dire prima di tutto è qualcosa in merito alle sensazioni. Ci sono film che per quanto belli e pieni di effetti speciali, finiscono quando ci si alza dalla poltroncina del cinema o quando si spegne la TV. Close to the Sun non rientra in questa categoria.
Una volta terminata l’esperienza mi sono trovato a pensarci per un bel po’ di tempo, cercando di richiamare alla mia memoria tutti i dettagli che, ad una prima vista, mi erano sembrati poco influenti. Credo che, prima o poi, tornerò nuovamente a bordo della Helios per capire una volta per tutte che cosa sia avvenuto.
Non posso negare che ci siano delle sbavature qua e là. Il gioco ad un occhio attento rivela un minimo di superficialità in alcune scelte. Soffre per alcuni tratti di piccoli cali di pathos legati al fatto che, nel malaugurato caso in cui la nostra protagonista debba perire, si riparte a giocare da pochi istanti prima vedendo il proprio coinvolgimento calare. Difficile comunque immaginare una soluzione alternativa a questo effetto.
La trama, inoltre, è totalmente rettilinea. Non ci troviamo di fronte a grandi scelte e questo potrebbe far storcere il naso ad appassionati di giochi alla Until Dawn (che non ha nulla da spartire con questo gioco, sia chiaro).
Gran parte delle cose al mondo hanno un prezzo. E Close to the Sun vale ogni centesimo della cifra che vi viene richiesta per giocarlo, soprattutto perché potrebbe avere una longevità superiore a quanto pensiate grazie ai collectibles che potete ricercare e per la trama stessa che potreste voler approfondire.
Una foglia dentro…una spina fuori, non dimenticarlo mai. Almeno questo.
This post was published on 2 Maggio 2019 15:00
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