Dopo il successo di Count Lucanor, Baroque Decay ritorna con un nuovo horror in pixel art, questa volta ambientato tra i piani di un’azienda dal passato (ma anche dal presente) un po’ oscuro. Parliamo di Yuppie Psycho.
Yuppie Psycho viene definito dagli autori un First Job Survival Horror e in effetti chi non è stato nervoso durante i primi colloqui e le prime esperienze lavorative? Se però si è nei panni di Brian Pasternach la paura ha sicuramente un significato più profondo.
Brian è un provincialotto alle prime esperienze che riceve inaspettatamente una lettera di assunzione da una delle più grandi aziende della città, la Sintracorp. Brian sa che quell’azienda accetta solo i migliori dipendenti tramite rigidi criteri di assunzione e ricevere una lettera così dal nulla come un biglietto di Willy Wonka è abbastanza sospetto ma da qualche parte bisognerà pur cominciare per immettersi nel mondo del lavoro dopo gli studi. Arrivato alla Sintracorp farà la conoscenza di un paio di personaggi che verranno smistati nei diversi uffici del grattacielo da una voce proveniente da un altoparlante e con sua sorpresa Brian viene mandato direttamente all’ultimo piano dove sono soliti sedersi i dirigenti. Nel grande salone però non c’è nessuno se non delle immagini distorte su degli schermi ed una scritta in rosso: “Kill the Witch”, che sia qualche scherzo da ricconi? Su una scrivania vuota c’è ad aspettare un contratto e accettarlo o meno cambierà le sorti del nostro giovane impiegato.
Una volta accettato il nostro contratto saremo ancora un bel po’ spaesati su quale siano le nostre mansioni, tutto intorno a noi non sembra pienamente in regola con quello che è un sano ambiente lavorativo, anche dopo l’incontro con un mostro armadietto e qualche cadavere penzolante i nostri colleghi non mostreranno alcuno stupore né perplessità rispondendo con frasi di circostanza tipo “sarà lo stress…”. Fatta la conoscenza di Sintra, l’IA dell’azienda, conosceremo finalmente la nostra mansione: Cacciatore di Streghe. Esatto, una delle più grandi aziende in città ha assunto uno sbarbatello senza esperienza per uccidere una strega! Comincia così la nostra missione segreta nei meandri di oscuri uffici e labirinti di cubicoli armati solo della nostra fedele ventiquattrore.
Come detto sopra ci troviamo di fronte ad un survival horror, non aspettatevi quindi arsenali da film americano per sopravvivere alle diverse palle curve che il gioco vi tirerà contro. Yuppie Psycho vi darà ben poche indicazioni (non vi dirà nemmeno come salvare) e premierà la vostra intraprendenza nell’esplorazione e nel cercare gli oggetti chiave per progredire nell’avventura. Esplorando i piani, interagendo con i diversi personaggi, completando i puzzle e sopravvivendo ai pericoli che abitano i molti settori scopriremo sempre più cose sia su come battere la strega sia sul passato oscuro dell’azienda.
Questo titolo presenta una commistione di generi non solo in ambito grafico ma anche di gameplay. Nonostante lo stile pixelloso dei personaggi è possibile cogliere le influenze da alcuni nomi noti del disegno “creepy” come Tim Burton e Junji Ito sia nel design di certi mostri che di alcuni colleghi. Il comparto grafico accoglie poi delle cutscene, sempre in pixel art, in puro stile anime che intervalleranno i momenti di gioco e come ciliegina sulla torta a dare un ultimo tocco inquietante al tutto saranno presenti anche delle cassette con spezzoni in live action che si andranno perfettamente ad unire con l’andamento della storia.
Il gameplay ci vedrà non solo sopravvivere ma anche affrontare sezioni intere in stealth visto che non avremo modo di combattere alcuni dei mostri presenti e anche i diversi puzzle metteranno alla prova i nostri riflessi e le nostre intuizioni.
In conclusione:
Yuppie Psycho è sicuramente un titolo da tenere d’occhio sia che siate amanti degli indie che non. Il gioco alterna perfettamente momenti comici con tanto di citazioni a meme a momenti di suspence e brividi in segmenti claustrofobici in cui ci sentiremo letteralmente inermi di fronte a molte avversità facendoci pienamente immedesimare nel goffo protagonista.
Le risorse e i salvataggi contati ci porteranno a ragionare come si deve su ogni nostra mossa e a non caricare a testa bassa nelle varie stanze. La possibilità di compiere delle scelte che portano a finali multipli lasciano una porta aperta agli intrepidi vorranno ricominciare il titolo. Infine il comparto audio saprà sia trasmettervi l’alienazione degli impiegati della tipica kaisha giapponese che la presenza di orride creature proprio alle vostre spalle grazie a musiche e suoni che si legano perfettamente con l’azione su schermo. Insomma se cercate un titolo che vi faccia venire i brividi lungo la schiena siamo sicuri che non rimarrete delusi da questa perla del panorama indie.
This post was published on 25 Aprile 2019 12:32
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