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Mortal Kombat 11 | Recensione per niente sobria (PS4)

VideoRecensione Mortal Kombat XI

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C’era una volta, in un’epoca oramai dimenticata, un mondo bello, colorato e pacifico, in cui tutti erano felici e dove regnava l’armonia. In questa età dell’oro, gli uomini andavano così d’accordo da non aver bisogno di giudici ed avvocati, non era raro vedere mini-pony alati correre sugli arcobaleni e, soprattutto, i videogiochi erano tutti EDUCATIVI!

Tutti i giochi elettronici (così erano chiamati) in circolazione non recavano alcuna traccia di violenza, e dispensavano lezioni morali da far apprendere ai giovani virgulti che ne usufruivano. Ma un bel giorno, questa quiete si interruppe: un mago malvagio, di nome Ed Boon, decise di averne avuto abbastanza (e come dargli torto?) di mini-pony, arcobaleni e quant’altro, e creò un videogame chiamato Mortal Kombat, e niente fu più come prima.

Da allora, tanta acqua, tanto sangue e tanti organi sono passati sotto i ponti, la pace è finita, di mini-pony e arcobaleni vari non c’è più traccia, mentre giudici e avvocati sono in festa per il tanto lavoro che li attende. Per quanto invece riguarda i giovani virgulti di cui sopra, essi sono stati irrimediabilmente corrotti dall’incantesimo di NetherRealm Studios, e sono in fervente attesa del nuovo capitolo della saga.

Se anche voi che state leggendo queste righe siete dei fedeli adepti della saga, le righe che seguono sono proprio per voi, dirette a sviscerare (è proprio il caso di dirlo) l’ultima incarnazione del picchiaduro più splatter, scorretto e magnetico che esista: Mortal Kombat 11.

Mortal Kombat XI : una storia di sangue, carne e… viaggi nel tempo!

Grosso guaio sul pianeta Terra!

Qualche anno dopo gli eventi di Mortal Kombat 10, nonostante Shinnok sia stato sconfitto e la Terra sia nuovamente salva, nuove nubi incombono all’orizzonte. Il filmato introduttivo della Story Mode del gioco ci mostra un Raiden visibilmente corrotto, intento a torturare il Dio Anziano Caduto, con lo scopo di rendere il suo supplizio un esempio per chiunque volesse nuovamente invadere il nostro pianeta.

Dopo la brutale ed efferata decapitazione di Shinnok, apparirà una misteriosa entità di nome Kronika, in possesso dell’abilità di controllare lo scorrere del tempo. Questa Guardiana si dirà estremamente contrariata dalla condotta di Raiden, e desidera “riscrivere la storia“, creando una nuova realtà in cui il Dio del Tuono non è praticamente mai esistito.

Inutile dire che il piano della Guardiana del Tempo andrà a creare delle vere e proprie fratture nello spazio-tempo, riportando sulle scene personaggi in precedenza morti, e addirittura “versioni del passato” di altri lottatori. Rivedremo quindi in azione Shao Khan, ucciso da Raiden in Mortal Kombat 9, ritroveremo alcune delle “nuove leve” presenti nel decimo capitolo, come Cassie Cage, Erron Black e D’Vorah.

A tutto questo vanno ovviamente aggiunti i combattimenti tra i lottatori attuali e le loro controparti del passato, uno fra tutti: quello tra Liu Kang e Kung Lao da una parte e le loro versioni Revenant, ovviamente malvagie; tutto questo senza dimenticare la presenza di ben due Johnny Cage, per una doppia razione di tamarragine!

Un roster pieno di vecchie glorie e nuove leve

Tanti lottatori da usare, tra rockstar e volti nuovi.

Cosa sarebbe Mortal Kombat senza i coraggiosi e spietati lottatori che l’hanno reso celebre? Proprio per questa ragione, NetherRealm ha deciso di effettuare un cambio di rotta rispetto a quanto visto in Mortal Kombat X. Se nel precedente capitolo della saga si percepiva un vero e proprio “avvicendamento generazionale“, in questo Mortal Kombat 11 ritroviamo tutti i combattenti più famosi della serie (in tutte le loro versioni), che andranno ad affiancare alcuni giovanissimi visti nel gioco precedente.

A tutto questo, dobbiamo anche aggiungere ben quattro personaggi nuovi di zecca: Cetrion, Geras, Kollector e la già menzionata Kronika, primo boss femminile di Mortal Kombat. Se quest’ultima non sarà giocabile dagli utenti (o, almeno, non per ora), gli altri rappresentano una vera e propria boccata di aria fresca, apportando nuove soluzioni ad un gameplay che, come vi diremo, è già di suo molto ma molto solido.

Se il roster a vostra disposizione è già di per sé molto vasto, provate ad aggiungere le tantissime possibilità di personalizzazione disponibili per ciascun combattente. Man mano che vi addentrerete nel gioco, sbloccherete nuove skin, nuove armi e miglioramenti per i vostri lottatori, che andranno ad influenzare sia la loro estetica che il loro stile di combattimento.

Quanto finora detto beneficia di una veste grafica decisamente migliorata e al passo coi tempi: sarà un vero piacere reincontrare Scorpion, Subzero, Kung Lao e soci nelle arene che abbiamo imparato ad amare, rivisitate e tirate a lucido con la potenza dell’Unreal Engine 3.

Gameplay tra vecchie certezze e nuove soluzioni

Credevate che le Fatality fossero il massimo? Aspettate di vedere i Colpi Fatali.

Se appartenete a quel genere di fan per cui “nuovo” significa sempre “pericoloso”, potete tirare un sospiro di sollievo: tutte le caratteristiche che hanno reso Mortal Kombat uno dei picchiaduro per antonomasia sono rimaste intatte. Non mancheranno Fatality e Brutality per finire i nostri avversari, così come abbonderanno le combo da padroneggiare. Tuttavia, a queste meccaniche di gioco già ampiamente consolidate, NetherRealm ne ha create di nuove.

Una delle feature aggiunte riguarda il “Colpo Fatale“, una tecnica speciale che si attiverà quando la vostra barra della vita scenderà al di sotto del 30%: premendo i due tasti dorsali del pad di gioco, darete il via ad una shockante cutscene in cui il vostro eroe riempirà di colpi l’avversario, in un tripudio di fratture multiple e sangue.

Per poter accedere a questa mossa, però, dovrete caricare un determinato indicatore attraverso i vari colpi e combo portati a segno. Un altro modo alternativo di utilizzare questa barra consiste nei Colpi Caricati che, consumando una tacca di questo indicatore, consentiranno ad alcune tecniche di infliggere ancora più danni. Inoltre, con la Parata Perfetta, avrete una nuova funzione che vi consentirà di poter sferrare un rapido contrattacco al vostro avversario, a patto di avere il giusto timing.

Una rigiocabilità praticamente sconfinata

Una veste grafica che esalta tutti i nostri personaggi preferiti.

Alla modalità storia, composta da 12 capitoli, si aggiungono poi le già note Torri. In “Torri del Tempo“, dopo aver superato un comodo tutorial, dovremo affrontare una serie di nemici in sequenza, essendo consapevoli che, nel giro di qualche ora, saranno evocate nuove torri, con nuove sfide e, ovviamente, nuove ricompense.

Oltre le “Torri Classiche“, troveremo anche la modalità “Kripta“, che ci consentirà di esplorare l’isola di Shang Tsung alla ricerca di tesori e ricompense per i gettoni accumulati. Tali ricompense consistono, va da sé, in nuove skin, tecniche, bozzetti, musiche di gioco e chi più ne ha, più ne metta. Inoltre la Krypta è un vero e proprio piccolo videogioco a parte in cui il giocatore dovrà esplorare le terre dei guerrieri del Mortal Kombat, usando i loro oggetti per proseguire e sopravvivere agli enigmi della Krypta.

Ai fini della rigiocabilità, per ragioni logistiche non abbiamo potuto analizzare il multiplayer online di Mortal Kombat 11, che di sicuro renderà il titolo ancora più appetibile di quanto già non sia.

Giudizio Finale

Mortal Kombat 11 è grezzo, tamarro, rumoroso, irriverente, politicamente scorretto… ma ha anche dei difetti! Passano gli anni, passano i decenni, passano gli uomini che si alternano ai governi, ma la saga targata NetherRealm continua a rappresentare uno standard difficile anche solo da eguagliare, figuriamoci da superare.

Forte di una formula vincente oramai consolidata, l’incantesimo di Ed Boon continua ad ammaliare gli appassionati dei picchiaduro, sommergendoli con litri di sangue e centinaia di arti amputati. Nonostante quanto detto finora, le nuove feature introdotte dal team di sviluppo risultano capaci di garantire quel tocco di freschezza che non guasta mai.

Mortal Kombat 11 rappresenta, ancora oggi, il perfetto contraltare del politically correct oramai dilagante anche nel mondo dei videogame, e soddisfa ancora una volta la “sete di sangue” che ogni gamer ha dentro di sé.

Se siete arrivati fin qui cercando di capire se acquistare o meno il gioco, citando una celebre serie animata, abbiamo un consiglio per voi: COMPRATE MORTAL KOMBAT 11 O ANDATE ALL’INFERNO!

This post was published on 24 Aprile 2019 16:50

Claudio Albero

Nasce a Torre del Greco, una piccola metropoli alle falde del Vesuvio, nei favolosi anni ’80, che già però non avevano più niente di favoloso. Provano ad educarlo con Beatles e musica classica sin dalla più tenera età, ma lui, di tutta risposta, si appassiona all’ heavy metal ed ai videogame , spendendo un piccolo patrimonio in sala giochi, quando queste due parole erano ancora slegate dalle slot machine. Dopo aver mosso i primi passi su Sega Master System II con Alex Kidd, il Super Mario con le orecchie a sventola, si innamora dei platform, degli action/adventure e degli RPG, con particolare attenzione alla saga di Final Fantasy. Inguaribile sognatore con le radici saldamente ancorate nel passato, scopre la sua passione per la scrittura quasi per caso, in uno dei tanti pomeriggi passati tra i corridoi della Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, dove si laureerà giusto qualche anno dopo, con una tesi in Diritto d’Autore basata sull’opera multimediale. Dopo aver scritto di attualità e musica su Lacooltura.it , Road TV Italia e Federico TV , approda sui lidi di Player.it , in cui comincia sin da subito ad apprendere e fare domande, guadagnandosi rapidamente il titolo di “ redattore rompiscatole del mese ”. Nonostante sia legatissimo alla grande famiglia di Player, non sono rare alcune sue incursioni su portali come Gameplay Café e Spazio Rock . Musica, videogame, concerti, boardgame, modellismo, fumetti, cinema e serie tv: tanti hobby diversi tra loro, ma collegati da un fil rouge che li unisce tutti: il divertimento . È proprio questo che cerca in un videogame, è proprio questo sentimento che muove le sue dita, ed è sempre il divertimento la sensazione che cerca di infondere nei suoi articoli. Al di fuori del mondo del gaming, indossa giacca e cravatta per mimetizzarsi nel mondo degli avvocati, esercitando la professione forense, con lo scopo di conoscere a fondo le “ regole del gioco ”, nonché di minacciare di far causa a chiunque al minimo pretesto.

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