«Le offriamo un’occasione unica. Le andrebbe di scrivere recensioni?»
«Ma certo. Come funziona per il pagamento?»
«Sarà apprendista per i primi *linea fortemente disturbata* mesi! E le permettiamo di scrivere senza doverci pagare nulla!»
«Come è umano lei, signor Player.it!»
Falcon Age PS4 VR – Recensione
Accidenti. Questo è in assoluto il primo lavoro per me: sono emozionato! Mi è stata affidata una recensione abbastanza semplice e sono certo di poter mostrare il mio talento. Devo solo fare estrema attenzione nell’evitare i doppi sensi che un videogioco che parla di uccelli simulatore di falconeria può inevitabilmente generare.
La PS4 è accesa, ho indossato il VR, Move belli carichi e Falcon Age pronto ad essere avviato. Istantaneamente mi avvolge uno scenario 3D spettacolare: un’ottima profondità di campo, visuale mozzafiato e sembra quasi di sentire la brezza che scuote il piccolo promontorio su cui sono proiettate le voci del menu.
Fletto i muscoli e sono nel vuoto
Mi trovo nei panni della protagonista: una carcerata in un mondo sabbioso e desertico. I robot che cercano di indottrinarci ricordano i robot come Atlas della Aperture Science del videogioco Portal, mentre il mondo circostante strizza l’occhio a Horizon Zero Dawn (ma proprio da lontano).
Come tutti sappiamo la gestione del movimento nei prodotti VR è importante. Qui si sfrutta la tecnica del teleport (puntiamo una zona e veniamo istantaneamente proiettati lì); il risultato riduce la motion sickness, ma attenua il realismo dell’esperienza VR.
I comandi sono gestiti molto bene (senza controller Move alcune cose sono difficili, ma non impossibili). Il gioco perde di mordente ma è anche giocabilissimo senza alcun elemento VR. In questo caso però, non brillando per il gameplay, il gioco tende ad essere davvero poco interessante.
La tematica principale del gioco si limita al recupero di risorse necessarie al sostentamento del nostro amico pennuto e delle tribù che chiederanno il nostro aiuto. Dovremo occuparci anche di liberare via via degli avamposti nemici controllati dai robot.
In questo senso controllare il falchetto diventa un elemento chiave. Sarà lui a stordire i nemici, recuperare risorse lontane e, soprattutto, sarà sempre pronto ad evolvere il nostro rapporto con coccole e piccoli trick. Quest’ultima parte è abbastanza divertente con i controller Move, ma per quanto ci si sforzi molte di queste attività tendono alla monotonia. Questo perché non esiste un vero e proprio livello di sfida nel gioco.
La semplicità delle sfide che ci troviamo davanti alla lunga è poco coinvolgente. Il gioco, infatti, non decolla, mantenuto a terra forse dagli scenari sempre tutti uguali e da tematiche che per noi in fin dei conti sono aliene e alienanti. Non rischiando praticamente mai la morte nei combattimenti (se non quella del nostro fido compagno), dobbiamo solo prestare attenzione a non cadere da grandi altezze.
Il gioco richiede circa 5 ore per essere completato, ma difficilmente sarete così coinvolti dalla narrazione da farli in una tirata unica. Ma andiamo con ordine.
La parte iniziale è un tutorial che ci aiuta a calarci meglio nella situazione. Incontreremo uno di questi simpatici robot che cerca di educarci e diventerà chiaro che dovremo aspettare di avere un uccello per poter godere appieno che faccia il suo ingresso nella nostra cella un piccolo rapace. Da qui in effetti la trama si sblocca. Potremo finalmente darci alla fuga e vivere grandi esperienze con…ehm.
Non potendo dare un nome al nostro fido compagno dall’inizio (è una cosa gestita anche a livello di plot della storia) e per evitare ulteriori insidie nel parlare della sua specie di appartenenza, mi riferirò a lui come Giampiero.
Il nostro caro amico sa farsi ammirare. Dargli del cibo ci intenerisce e il legame viene sviluppato bene. Sarà lui il centro della storia e la sua vita sarà l’unica che davvero dovremo avere cara. Unico rammarico è non poter prendere controllo della sua vista aerea. Ci tocca doverci accontentare di vestirlo a caro prezzo. Nonostante questo il legame non finisce per essere centrale nella trama, ma solo un elemento a corredo.
E anche la trama non riesce a sorprendere. Anche una volta fuggiti dalla prigionia, non riesce a svoltare in modo convincente. Iniziano da qui una serie di parti di dialogo poco interessanti e frustranti (gli spezzoni audio non coincidono con le parti scritte). Senza particolari plot twist o ritmi incalzanti ci si avvia verso la fine della storia. Peccato.
Nonostante il gioco non spicchi particolarmente per il suo gameplay e trama, potrebbe guadagnarsi una piena sufficienza tenendo presente la tematica innovativa e le scenette carine con Giampiero.
Purtroppo, però, il gioco mette in evidenza qualche problematica di programmazione. Se nella vita di tutti i giorni siamo felici se il nostro volatile compenetra degli oggetti solidi…ehm. Spiacevoli effetti di compenetrazione di poligoni ci costringono spesso a riavviare il gioco.
Questo, sommato alle analisi fatte in precedenza ci porta ad una scarsa rigiocabilità. In alcuni casi addirittura, diventa difficile giungere al termine della prima run.
In definitiva mi trovo a recitare la parte della mia insegnante di matematica che, seppur pensasse che ero intelligente come un’anfora, finiva per dire a mia mamma: “Il ragazzo è bravo ma non si applica”. In questo caso possiamo dire: “Una buona idea sviluppata maluccio”. Il mondo del VR ha bisogno di qualche sforzo in più per riuscire a dare un valore a quanto speso per l’acquisto del visore.
Sicuramente la tematica del bonding è carina, ma anche in questo caso si poteva fare di più. Falcon Age rimane quindi relegato nella fascia bassa, apprezzabile solo se davvero le tematiche sviluppate rappresentano per voi un “must have”. Valutate l’acquisto per un pubblico molto giovane o con un cuoricino sensibile. Viceversa, ad oggi ci sono altri prodotti VR ben più eleganti su cui puntare.
Per quanto riguarda la mia personale sfida contro i doppi sensi, spero di essermela cavata egregiamente e lascio il compito al revisore di cancellare eventuali battute riguardanti ad un videogame in cui i momenti più divertenti li ho passati a toccarmi l’uccello coccolare il volatile.
Speriamo di essere andati bene!
This post was published on 5 Giugno 2019 16:10
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