ll mondo delle avventure grafiche, all’interno dell’universo dei videogiochi, è quanto di più ricco e vario possa esistere. Non c’è da stupirsi se questo filone, tanto caro ai nostalgici degli anni ’90, sia ancora in auge, con regole praticamente inalterate, sin dalla preistoria della categoria. In questa “bolla” dorata, ecco dunque spuntare di continuo progetti che si ripromettono di regalare avventure che siano un mix di enigmi, ambientazioni riuscite, personaggi fuori dal comune ed umorismo in grado di reggere il confronto con i capolavori del passato. Truberbook, sviluppato da BTF e pubblicato da Headup Games, è un stato un piccolo “caso mediatico” capace di raggiungere in sole 30 ore ben 200.000 dollari in una campagna di crowdfunding su Kickstarter. Andiamo a scoprire se il prodotto rispecchia le ottime promesse viste su carta.
Il primo impatto che si ha mettendo le mani su questo titolo è sicuramente legato alle particolari scelte narrative e visive presenti nello stesso. C’è una cura dedicata ai dettagli davvero maniacale, con una cifra stilistica assolutamente azzeccata ed in grado di catturare il giocatore sin dalle prime battute. Uno degli elementi che saltano per primi agli occhi è la mancanza del classico sistema di inventario. Da che mondo è mondo, nelle avventure grafiche si raccoglie un po’ tutto quello che si può e si cerca di combinarlo nei modi più impensabili (Grazie pollo con la carrucola, per tutto questo) per poi usarlo in modi ancor più impensabili. In Truberbrook questa meccanica è molto semplificata. Gli sviluppatori devono aver pensato che alleggerire il sistema di inventario e combinazione degli oggetti, potesse lasciare più spazio alla narrazione, senza spezzare eccessivamente il ritmo. Una scelta condivisibile, a maggior ragione tenendo conto di alcuni cali nel ritmo del racconto. D’altro canto, cliccare su un oggetto con il quale si vuole interagire e trovare già tutte le possibili combinazioni, toglie qualcosa alla soddisfazione di aver avuto “l’intuizione geniale” arrivando a capire i nessi logici, spesso anche molto particolari, che da sempre gli sviluppatori di avventure grafiche hanno pensato per noi.
Passando al vero cuore di questo Truberbrook, ovvero la trama, la sensazione è che la storia sia incentrata sui propri richiami alla letteratura di fantascienza e sulle atmosfere di alcune serie televisive che abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare negli anni. Il racconto è ambientato in Germania, più precisamente durante il periodo della guerra fredda. Vestiremo i panni dello scienziato Hans Tannhauser che si sta dirigendo nell’adorabile paesino di Truberbrook. All’interno di questa ambientazione si snoda una trama capace di incuriosire il giocatore grazie ad alcune piccole incongruenze, eventi apparentemente inspiegabili, misteri, rimandi degni di una puntata di Fringe o di X-Files, con un tono che varia dallo spionaggio al thriller, passando per il mistero e per il sovrannaturale. Il tutto con una gestione dei ritmi non sempre convincente. Se alcune sezioni di gioco filano in maniera decisamente convincente, in altri passaggi il gioco rallenta, senza riuscire tra l’altro ad approfondire in maniera davvero convincente i personaggi proposti. L’idea complessiva è di un buon titolo che però non riesce a fare quel passo in più verso la memorabilità. Per quanto riguarda gli snodi della trama, le scelte richieste al giocatore sono abbastanza limitate e la sensazione è che il nostro arbitrio non faccia mai davvero la differenza sulle scelte narrative. Anche l’umorismo, elemento imprescindibile del genere, a causa della mancata localizzazione in italiano del titolo, risulta un po’ meno incisivo di quanto ci saremmo aspettati.
L’aspetto più convincente in assoluto è quello legato al comparto grafico ed alle scelte stilistiche. Una cura davvero notevole è stata dedicata alle singole texture e agli scenari, interamente disegnati a mano e in seguito digitalizzati con una particolare tecnica di rilievo. L’ambientazione poi, con le sue variazioni delle quali non vi diremo nulla per non incappare in spoiler non desiderati, è decisamente azzeccata, e pur senza avere mai dei picchi indimenticabili, rende bene l’idea generale che gli autori avevano in mente. A livello di gameplay siamo davanti ad una classica avventura grafica punta e clicca, con scenari che ruotano assecondando i movimenti del protagonista in quello che può essere definito un “falso 3D”. Gli enigmi sono stati diversificati in maniera soddisfacente e gli oggetti o le azioni necessarie per proseguire nella storia non sono legati ai singoli scenari. Non che dimenticare di compiere un’azione ad inizio gioco possa compromettere tutta l’avventura come fu per un Zak McKracken, ma non troverete tutto quello di cui avete bisogno negli scenari esplorati ogni volta.
“Truberbrook” è un’avventura grafica dal sapore decisamente retrò, che si contraddistingue per l’ottimo lavoro tecnico legato alle ambientazioni e ai disegni totalmente realizzati a mano. La storia, nonostante una durata non eccessiva stimata attorno alle 5 ore, non sempre si mantiene su ritmi accettabili. Gli enigmi sono vari e ben realizzati, mentre i personaggi non sempre sono approfonditi nel modo giusto. La totale mancanza di localizzazione o sottotitoli in italiano potrebbe rendere il titolo poco accessibile per chi non mastica troppo bene l’inglese. Le atmosfere sono interessanti, con dei rimandi neppure troppo velati alle serie TV o ai racconti di fantascienza. Truberbrook è un prodotto che ci sentiamo di consigliare a tutti gli appassionati di avventure grafiche e a coloro che hanno voglia di immergersi in un grande episodio interattivo di X-Files o Fringe. Per gli altri, al netto di una spesa di 30 euro, consigliamo di attendere qualche offerta o di far passare un po’ di tempo.
Versione provata su Steam, grazie alla copia omaggio per la stampa fornita da: Headup Games
This post was published on 29 Marzo 2019 14:00
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