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Recensione Unknown Fate (Nintendo Switch)

Chiudere gli occhi e trovare avvitati tra di loro corpi non altrimenti compatibili. Aprirli e osservare la luce nel buio della notte. Cercare di focalizzarsi su qualcosa soltanto per vedere le caratteristiche che rendevano comune un oggetto fuggire via con il vento della febbre. Unknown Fate è un videogioco in cui il mondo onirico e il mondo reale sono strettamente collegati, un videogioco dove la componente artistica riesce nel donare sapore ad una struttura ludica un po’ carente e a un comparto tecnico farraginoso. La dimostrazione che è possibile piacere anche senza essere perfetti, interessante e particolare come un diamante scheggiato che accontenterà soprattutto chi è alla ricerca di peculiari esperienze di gioco.

Osservare le  creature e le ambientazioni descritte in questo videogioco risulta complicato per chi è ben ancorato con i piedi a terra, ma che potrebbero risultare familiari a chi invece, nel corso della sua vita, si è ritrovato vittima di incubi dove a dominare il mashup di idee e concetti. Avete mai visto un serpente fatto di cubi o un essere vivente le cui braccia sembrano essere semplicemente linee disegnate con il light painting?

Prima di giocare a Unknown Fate, nemmeno noi.

Fato, questo sconosciuto.

La storia di Unknown Fate ci mette giusto qualche minuto per spiegarsi al giocatore: nei panni di un uomo chiamato Richard, il giocatore si ritroverà a dover viaggiare in un mondo assurdo, completamente differente da quella che comunemente possiamo definire realtà. Il proseguo dell’avventura è affidato alla risoluzione di enigmi che cambieranno per sempre il mondo circostante salvandolo dalla distruzione. Mentre questo fato misterioso si dipana nel corso della quattro/cinque di ore di gioco che i più metodici di voi potrebbero impiegare per completare il titolo, l’universo di gioco tratteggiato da Marslit Games si mostra in tutta la sua prepotente follia attraverso una flora e una fauna ispiratissime.

Il nostro Richard, dall’alto della sua completa avulsione dal mondo in cui sta camminando, si ritroverà a essere la chiave di volta per la salvezza dello stesso: egli avrà il compito di accendere una serie di artefatti sacri in grado di donare nuovamente vita al mondo e di permettere alla luce di sopraffare le tenebre. Lungo tale percorso il nostro protagonista si ritroverà a incrociare lo sguardo di numerose creature esotiche che schivano agilmente qualsiasi tipo di categoria e mostrano un chiaro legame del titolo con un certo fantasy ed un certo feeling goticheggiante. Il mondo in cui ci ritroveremo a camminare sarà per Richard uno specchio dove poter analizzare la sua interiorità e il suo passato, un veicolo per i giocatori per poter assaggiare nuovamente delle sensazioni che appartengono allo spettro più infantile della nostra psiche.

In tal senso il titolo, esattamente come nella sua release originale, tenta di far immergere il giocatore in profondità, per far coincidere chi gioca con chi viene giocato, puntando alla piena immedesimazione. Il gameplay del titolo naviga sul sottile filo che separa il classico walking simulator dall’avventura in prima persona, con enigmi ambientali e con qualche combattimento.

Il gameplay stesso lavora con il resto del comparto tecnico al fine di immedesimare il giocatore: non ci sono game over veri e propri o numerosi parametri da valutare, perché il compito delle meccaniche ludiche affrontate è quello di veicolare agilmente le emozioni che la storia e l’ambientazione contengono, attraverso esplorazione, interazione e ambiente.

Non hai mai camminato in un incubo?

I comandi che vengono messi a disposizione del giocatore sono ridotti all’osso: in Unknown Fate al giocatore è concesso camminare, interagire con gli oggetti, utilizzare un artefatto per affrontare gli avversari, saltare e correre. Il mondo di gioco include alcune piccole sezioni con elementi platform, di facile risoluzione e che fungono semplicemente da variazione sul tema. L’interazione con l’ambiente, sempre abbastanza guidata e di intuitiva, è essenzialmente il motore di gioco che permette agli eventi di proseguire nel loro flusso.

Il flusso di cui parliamo sopra è composto da eventi onirici, da personaggi inquietanti e da ambientazioni fuori da qualsiasi mondo. Unknown Fate è pieno di scorci magistrali in cui composizioni poligonali si colorano di tinte assurde e si stagliano facilmente nella memoria del giocatore. Molti dei figuri che incontreremo nel nostro pellegrinaggio nell’inquietante mondo di gioco, sono lontanissimi dall’umana forma e pescano qua e là da differenti correnti artistiche. La caratterizzazione dell’ambientazione e in generale il comparto artistico del titolo è il grande punto forte della produzione di Marslit Games. Se consideriamo, inoltre, che l’intero titolo è sviluppato praticamente da due persone, il grande lavoro fatto sulla caratterizzazione del mondo di gioco acquista ancor più valore.

Dal punto di vista tecnico il titolo si difende decentemente, mostrando modelli poligonali delineati e ambientazioni efficaci. Ciò che purtroppo funziona meno è invece collegato alla schermo portatile della consolina Nintendo, non abbastanza luminosa per poter giocare al titolo senza dover variare, dallo scarnissimo menù delle opzioni, il parametro Gamma per poter comprendere dove si stanno mettendo i piedi. In modalità handheld, inoltre, l’aliasing sui modelli poligonali è marcato e potrebbe infastidire gli utenti più esigenti che da questo genere di titoli cerca anche un livello tecnico sopra la media. Una situazione che comunque migliora, fortunatamente, in modalità docked senza però far gridare al miracolo.

Nonostante qualche piccolo difetto tecnico, Unknown Fate ci è piaciuto e ci ha permesso di immedesimarci appieno nello strambo mondo del gioco anche grazie alla localizzazione italiana. Sul lungo periodo il gameplay potrebbe annoiare, data qualche situazione ripetitiva e magagne tecniche che costituiscono vere difficoltà, ma il titolo si fregia di un comparto narrativo di tutto rispetto e che arricchisce il panorama Nintendo Switch di un gioco con una grande direzione artistica. Un videogioco che dimostra, ancora una volta, che il made in Italy videoludico non è una chimera ed è capace di tirar fuori dal cilindro prodotti di valore.

Ringraziamo Marslit Games per averci concesso la key per provare il titolo su Nintendo Switch.

This post was published on 8 Marzo 2019 19:11

Graziano Salini

Perennemente alla ricerca di legami tra argomenti distanti tra loro, con una certa predilezione per musica e videogiochi. Faccio il possibile per fare in modo che ci siano meno errori di concetto possibili sugli articoli di Player.it, grande fan degli errori grammaticali invece, quelli fanno sempre ridere. Quando non sto amministrando questo sito lavoro mi occupo di spiegare cose difficili in maniere semplici su altri siti, su tematiche molto meno allegre dei videogiochi.

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