Negli ultimi anni, le avventure grafiche stanno avendo dei moti d’orgoglio, soprattutto grazie al panorama indie. L’Italia sembra poi che abbia preso particolarmente a cuore la rinascita di questo genere, basti pensare a titoli come The Wardrobe o all’imminente uscita di Hand of Glory. Tra questi titoli, ha fatto capolino un grosso becco da gallo: il team di sviluppo italiano Footprints Games, infatti, ha portato, con l’editore Adventure Productions, su PC e su console la dissacrante avventura punta e clicca del Detective Gallo, un coloratissimo noir (un vero e proprio ossimoro) con protagonista un pennuto umanoide alla ricerca della verità.
Il Detective Gallo non ama la compagnia e non può certo definirsi un tipo da party. Con il suo fare da bel tenebroso e l’innato cinismo, vive di casi da risolvere e di bicchieri sempre pieni di whisky. Non si può dire che in città sia particolarmente stimato, anzi, è bandito da tutti i bar e gli abitanti del posto non perdono occasione per fargli presente di essere un investigatore fallito e senza capacità, un vero pollo insomma.
L’unica che prova un sincero affetto nei suoi confronti è la venditrice di dolciumi, ma lui non la ricambia neanche di striscio. Le sue giornate scorrono senza particolari sussulti, quando una notte viene ingaggiato da un eccentrico personaggio che lo incarica di scovare gli assassini… delle sue piante.
Be’, meglio di niente, è pur sempre un’indagine in cui il Detective Gallo può dare sfoggio delle sue abilità… più o meno. L’omicidio delle piante del riccastro, però, sembra non essere un caso isolato. I vegetali della città stanno morendo uno ad uno. Chi sono i manigoldi dietro a questa brutta faccenda?
Questo è l’incipit della storia di Detective Gallo, una trama che ironizza sul genere poliziesco e che sembra uscita da un’edizione speciale di un fumetto della saga dei Paperi, illustrata da Don Rosa. Invece, il team che ha lavorato a storia e illustrazioni è tutto italiano: i fratelli Francesco e Maurizio De Angelis, rispettivamente programmer e story editor, Mauro Sorghienti, color artist, e il compositore delle musiche Gennaro Nocerino.
La storia si basa su un umorismo molto diretto e che spesso squarcia la quarta parete. Il protagonista si atteggia a… uccello vissuto e calca molto la mano sulla propria indole misantropa. I vari scenari che compongono l’avventura sono occasioni per divertenti siparietti con gli altri personaggi, con se stesso o con i giocatori.
Non mancano momenti in cui Gallo si riferirà a noi durante le indagini in modo sarcastico, soprattutto se proveremo a risolvere enigmi in modo molto fantasioso. Verremo sbeffeggiati e la nostra materia grigia derisa per aver tentato di mettere un oggetto dove proprio non c’entra nulla.
Queste interazioni non risultano fastidiose e seccanti, anzi, propongono un buon modo per capire come andare avanti nelle varie situazioni. Lo humour del titolo si innesca proprio sul suo voler essere un vero noir, ma senza prendersi troppo sul serio.
Personaggi strampalati e un protagonista dalla faccia tosta, ma schernito ad ogni occasione, sono inseriti in un contesto romanzesco comunque plausibile. Va riconosciuto il merito anche ai doppiatori, grazie ai quali i dialoghi risultano piacevoli da ascoltare.
L’unico appunto che ci sentiamo di fare riguarda i limiti oltre i quali il team non ha voluto spingere l’umorismo. Le battute sono divertenti, ma manca, a volte, un po’ di cattiveria, anche gratuita. Non vogliamo dire che il gioco avrebbe dovuto fare incetta di situazioni politicamente scorrette, non era quello l’obiettivo degli sviluppatori, ma una comicità più graffiante avrebbe dato ancor più spessore alla storia.
Trama e colori potrebbero sembrare diretti su due binari differenti in Detective Gallo, almeno a prima vista. Il genere noir non si accompagna bene ai colori sfavillanti in stile cartoon, ma come abbiamo detto precedentemente, il gioco propone una storia comedy-poliziesca, il cui ago della bilancia tende maggiormente verso la prima parte del binomio.
Graficamente, Detective Gallo è una gioia per gli occhi con ambienti e animazioni illustrate a mano. Alcuni scenari sono davvero ricchi di particolari: il nostro preferito è l’emporio che si mostra come un opulento bazar dal punto di vista cromatico.
Apprendiamo dal sito ufficiale, che Sorghienti aveva proposto uno stile in bianco e nero, poi bocciato dagli altri. Ebbene, secondo noi hanno avuto ragione gli altri.
Va bene, tutto bello, ma il gameplay? In questo caso c’è poco da dire: Detective Gallo è un punta e clicca che sottopone alla nostra attenzione scenari diversi in cui cercare oggetti con i quali risolvere gli enigmi. Per andare avanti è necessario anche parlare con i personaggi e convincerli a vuotare il sacco, facendo loro dei favori che possono andare dal ritrovare per loro un oggetto o risolvere una circostanza intricata interagendo qua e là.
Nel suo insieme, la parte puzzle del gioco funziona bene con enigmi che, di norma, non sono frustranti ma obbligano comunque il giocatore a non essere arrogante e credere di riuscire a sbrogliare la matassa a occhi chiusi. Più di una volta ci siamo impelagati in fasi del gioco non difficili, però degne di concentrazione.
Per risolvere gli enigmi è necessario fare un po’ di backtracking tra gli ambienti interconnessi tra di loro, ma non risulta noioso perché gli scenari esplorabili sono abbastanza pochi. Questo fattore può essere visto sia come un pregio sia come un difetto.
In Detective Gallo esistono soluzioni astruse, ma, nel complesso, niente di così assurdo da farci pensare: “Che bastardi, questo era impossibile da risolvere”. Per vedere i titoli di coda, bastano e avanzano circa 2/3 ore.
This post was published on 25 Febbraio 2019 13:40
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