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Recensione DiRT Rally 2.0 (PS4)

C’era una volta il videogioco di corse, ancora privo di suddivisione tra simulazione e arcade. Egli era grezzo, spesso malfunzionante a causa dell’alto numero di frames necessari per la completa fruizione e poco lasciava intuire al giocatore, se non la necessità di accelerare, frenare e sterzare. Sono passati una trentina di anni da quel momento e, al giorno d’oggi, ci possiamo fregiare di simulazioni splendide come DiRT Rally 2.0, ovvero videogiochi in grado di offrire determinate esperienze di vita senza metterci in mezzo la pericolosità degli incidenti stradali.

DiRT Rally 2.0, sviluppato dai veterani di Codemasters, è l’ennesima dimostrazione che la software house inglese ancora continui a saperci fare con il mondo dei videogiochi automobilistici.

La software house, approcciata al mondo del rally ormai ventuno anni fa con il primo leggendario Colin Mcrae Rally, nel corso del tempo ha raffinato sempre di più la proposta riuscendo a centrare ripetutamente il segno con dei titoli di grande qualità, in grado di approcciarsi correttamente tanto al mondo dei giocatori più esperti quanto verso quello dei giocatori meno esperti.

Dalla nascita del brand DiRT abbiamo visto anche la declinazione DiRT Rally crescere, in modo molto più simulativo del fratellino mainstream grazie anche al supporto di una community innamorata della disciplina.

Andiamo a vedere insieme se questo DiRT Rally 2.0 è un passo avanti rispetto i precedenti capitoli della serie e se vale la pena approcciarsi al prodotto.

DiRT Rally 2.0 ti fa partire dal basso.

Il primo impatto con DiRT Rally 2.0 è soddisfacente, complice un’ identità visiva ben realizzata che mostra con chiarezza la grande quantità di opzioni a cui il giocatore può far ricorso per divertirsi. La prima modalità con cui è importante entrare in contatto è la carriera, ove sarà chiesto a chi ha in mano il joypad (o il volante) di mettere su una squadra e farsi le ossa categoria per categoria, al fine di arrivare alla cima del mondo sportivo con un sorriso a trentadue denti per la fatica fatta.

Il sistema di progressione del titolo è estremamente simile a quello che Codemasters introdusse all’interno del primo capitolo della saga: per poter proseguire nella scalata al successo è necessario vincere gare o arrivare nelle posizioni più importanti di determinate prove; a questo è necessario sommare anche il denaro ottenuto attraverso le vittorie delle gare per poi migliorare i mezzi a propria disposizione, in modo da poter aspirare a categorie di maggiore prestigio.

I soldi saranno anche la risorsa necessaria alla riparazione degli autoveicoli del team, rituale assolutamente obbligatorio da affrontare dopo ogni gara visto che i contatti con la flora delle varie piste saranno più frequenti di quello che mai si potrebbe mai pensare.

Anche evitando gli alberi e i loro tronchi resinosi, DiRT Rally 2.0 non lesinerà di inserire burroni sui quali derapare, avvallamenti da saltare a centocinquanta chilometri orari e tornanti su cui ribaltarsi a causa del sassolino non calcolato durante il primo approccio alla traiettoria della curva.

Se siete stanchi di arrabattarvi tra la melma e la polvere potete sempre approfittare dei campionati RallyCross, genere di competizioni su asfalto con licenza ufficiale FIA Rallycross: immaginate le classiche gare su circuito degli altri titoli e aggiungeteci differenti tipologie di terreno, avversari incarogniti e le deviazioni del sistema Joker Lap.

Nel campionato RallyCross si abbandonano le corse contro il cronometro e si entra all’interno di un mondo competitivo fatto di metalli che risuonano e intelligenze artificiali aggressive al punto giusto. I contenuti del titolo, sebbene di minore quantità rispetto a quelli dei concorrenti, brillano per qualità e per varietà e valgono in modo netto il prezzo a cui il gioco è venduto con circa una sessantina di tracciati divisi tra varie tappe sparse in giro per il globo terracqueo.

Il gameplay di DiRT Rally si sviluppa qui, in gare sparse in giro per il mondo dove macchina dopo macchina, curva dopo curva, ci si ritrova ad apprendere leggermente meglio come non ribaltarsi quando ci si ritrova con una sporgenza al lato del tragitto, come è necessario dosare l’acceleratore, come è possibile piangere di gioia davanti al menù delle opzioni dopo aver visto la quantità roboante di cose che è possibile cambiare per adattare l’esperienza di gioco alle proprie abilità.

Avere la patente non serve.

Le oltre cinquanta vetture presenti all’interno del titolo presenteranno comportamenti radicalmente differenti sui terreni di gioco a secondo della loro classe d’appartenenza e in base ad una enorme serie di parametri, tutti modificabili con tranquillità prima di una gara grazie alle opzioni di personalizzazione relative all’assetto tecnico dell’automobile. Alle volte la preparazione tecnica non salva il giocatore da una dose interessante di capovolgimenti con la macchina, sempre per colpa delle stradine sterrate di cui sopra, e quindi si deve ricorrere al forza bruta.

Cosa intendiamo per forza bruta?
Uno dei fattori più importanti di DiRT Rally 2.0 è la sua scalabilità, ovvero la possibilità di personalizzazione che il giocatore ha per potersi divertire con il titolo anche se non ha mai avuto un contatto precedente con il genere. Il titolo presenta una lunghissima serie di opzioni che vanno a modificare il sistema di guida rendendolo più docile e morbido, avvicinandolo quasi alle leggi di un arcade game per andare incontro a tutti quelli che una simulazione non la vogliono davvero.

Disattivando ogni cosa ci si ritrova davanti ad un gioco spigoloso, un titolo il cui engine fa sentire ogni avvallamento e ogni curva in modo piuttosto realistico grazie ad una quantità davvero elevata di parametri che vengono presi in considerazione ogni volta che si è in pista. Attraverso l’uso del Force Feedback su volante e joypad è possibile sentire i solchi nel fango lasciate dalle macchine passate prima di noi, gli impatti con i differenti tipi di materiale e le bizze di un asse danneggiato che fa pendere la macchina verso una direzione specifica.

Disattivando tutto si scopre l’anima da stallone di DiRT Rally 2.0, un videogioco simulativo bello e buono che se accoppiato ad un volante e una pedaliera regala soddisfazioni notevolissime.
Le staccate al limite, i salti a velocità insana e i controsterzi più veraci sono solo alcune delle esperienze che faranno sussultare il giocatore sulla serie in preda all’appagamento.

Visitare luoghi splendido a 150 km/h.

Uno dei punti forti assoluti del titolo è il motore grafico Ego Engine, vero e proprio mattatore che possiede una resa grafica davvero incredibile tra PC e Console. La versione noi provata, PS4 Standard, nel corso delle venti ore di gioco utilizzate per recensire questo titolo, ha subito forse un singolo rallentamento in una situazione piuttosto concitata con una macchina rotolante per protagonista; il resto del titolo è stato fatto girare a sessanta fotogrammi al secondo mostrando su schermo auto realizzate con dettagli microscopici e ambientazioni alle volte capaci di mozzare il fiato.

I vari percorsi proposti, divisi per nazioalità, sono spesso estremamente spettacolari e realistici; qui l’Ego Engine mostra una grande potenza di calcolo mettendo insieme colpi d’occhio di grandissimo gusto con cariche cromatiche piuttosto vicine al reale. Nonostante non ci siano i poligoni di un Gran Turismo le macchine risultano realistiche ed apprezzabilissime, con interni dettagliati e grande resa delle condizioni atmosferiche e non. La pioggia, l’arrivo della notte, gli schizzi di fango sul parabrezza sono solo alcune delle variabili con cui il giocatore si dovrà confrontare per venire a capo della sfida proposta da DiRT Rally 2.0; tutti realizzati con estrema cura.

Uno dei più grandi pregi del titolo è invece rappresentato dal comparto sonoro, estremamente accurato e in grado di portare su altoparlanti sinfonie degne di tal nome. Alle volte ci si ritroverà a portare la macchina sino al limite soltanto per sentire il motore scalciare e il limitatore suonare a volumi estremamente alti, per grandissime soddisfazioni uditive. Di buona fattura anche la musica d’accompagnamento del titolo, relegata a menù e schermate fisse che aiuta a stemperare l’atmosfera e a regalare quel respiro che altrimenti potrebbe mancare in un titolo quasi sempre giocato in una specie di trance agonistica. Purtroppo ancora assente una modalità di gioco dedicata alla realtà virtuale, croce e delizia di ogni titolo sportivo che si rispetti; ancora non ci sono dichiarazioni di Codemasters sull’eventuale aggiunta della stessa in un qualche futuro.

In conclusione

DiRT Rally 2.0 si dimostra un seguito all’altezza delle aspettative e la migliore simulazione automobilistica legata al mondo dei Rally attualmente in circolazione. Il titolo riesce a primeggiare sulla concorrenza grazie a un livello tecnico elevato e ad un gameplay scalabilissimo in grado di far divertire amatori e aspiranti piloti. Queste qualità oscurano tutti gli altri difettucci del titolo, realtà virtuale o (relativa) pochezza contenutistica.

This post was published on 26 Febbraio 2019 12:00

Graziano Salini

Perennemente alla ricerca di legami tra argomenti distanti tra loro, con una certa predilezione per musica e videogiochi. Faccio il possibile per fare in modo che ci siano meno errori di concetto possibili sugli articoli di Player.it, grande fan degli errori grammaticali invece, quelli fanno sempre ridere. Quando non sto amministrando questo sito lavoro mi occupo di spiegare cose difficili in maniere semplici su altri siti, su tematiche molto meno allegre dei videogiochi.

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