All’interno della storia videoludica ci sono molti prodotti che a causa della loro natura rischiano di rimanere ancorati a un bacino di utenza estremamente limitato: Katamary Damacy fa sicuramente parte di tale tipologia.
Pensateci bene: un videogioco dove si controlla un principino verdastro in cel shading il cui scopo è far rotolare una palla magica a chi può piacere? E se questa palla è in grado di accalappiare qualsiasi oggetto compatibile alle sue dimensioni? Non stiamo forse andando troppo sul versante folle delle cose?
Nonostante simili premesse la saga di Katamari Damacy nel corso di una decina d’anni è passata da “esperimento folle di un game designer” a “saga che si è creata la sua nicchia” surclassando tutte le plausibili previsioni. In tal senso questo Katamari Damacy Reroll è una specie di ripartenza per il brand.
Vediamo insieme se il titolo merita il nostro tempo e come si interfaccia con il capitolo di cui riprende forma e contenuto.
Rotola ancora questo Katamari.
Il primissimo capitolo di Katamari Damacy uscì nel 2004 su Playstation 2 in Giappone e in America, senza mai approdare in territorio PAL.
Katamari Damacy Reroll è una riproposizione di quello specifico capitolo all’interno di due piattaforme mai toccate prima dalla saga di Keita Takahashi (se volete sapere di più su questo game designer completamente folle date un’occhiata a questo documentario); l’obbiettivo di questa edizione del titolo è quella di far conoscere il brand a un pubblico nuovo, su piattaforme inedite avvalendosi di un prezzo budget e di un feeling praticamente rimasto immutato rispetto alla versione originale.
Il titolo, in questa versione, gira sul famosissimo motore grafico Unity; nonostante ciò possiamo dire senza alcuna paura che Katamari Damacy Reroll è praticamente uguale al suo illustre capostipite ed è in grado di far provare a chi gioca le stesse giocosissime sensazioni: quella gioia infantile, quello stupore sincero, quel divertimento puro e quell’imbarazzo divertito tipico di chi si approccia senza esperienze pregresse ad un videogioco con una tale follia creativa di fondo.
Partiamo dal principio: Katamari Damacy è un gioco basato sulle avventure della famiglia reale che detiene il controllo dell’universo.
Il re del cosmo ha, per errore, distrutto tutti i corpi celesti del creato lasciando da parte unicamente la terra; egli è anche talmente svogliato che per risolvere tale problemino ha delegato il tutto al figlio: il principe Ouji.
Il principe, per adempiere tale compito, utilizzerà una sfera magica chiamata Katamari.
Questa ha la caratteristica di inglobare tutto ciò la cui dimensione è minore del suo diametro; una volta ottenuta una grandezza determinata toccherà al re trasformare l’oggetto in una stella a suo desiderio.
Nel corso di venti missioni (tutte rigiocabili) il nostro principe dovrà andare in giro in lungo e in largo per il globo alla ricerca di oggetti con cui ingrandire il suo Katamari, al fine di accontetare le richieste del padre.
Quest’ultimo, in ogni caso, è una figura piuttosto particolare e non mancherà di ostacolarci con compiti davvero specifici come la creazione di stelle a base di granchio o uova di cigno, in modo da poter creare le omonime costellazioni.
Tutti questi compiti andranno completati secondo un tempo limite all’interno di location che, gradualmente, si sveleranno a seconda delle dimensioni raggiunte dalla propria palla magica.
Il gioco di prospettive di Katamari Damacy Reroll
Come è lecito immaginare il Katamari partirà spesso da dimensioni davvero innocue: cinque o dieci centrimetri di partenza ci permetteranno unicamente di inglobare all’interno della nostra sfera di influenza solo piccole gomme da cancelleria o monetine in rame. A piccoli passi sarà possibile ingrandire il katamari per poter prendere cose di dimensioni più rilevanti come piastrelle, pacchi di acqua, cani, gatti, elefanti, alberi, palazzine, città, montagne, continenti.
Questo meraviglioso gioco di prospettive permette di osservare da dentro i molteplici strati in cui i livelli di Katamari Damacy Reroll sono ambientati, ognuno dedicato formalmente ad un certo range di dimensioni. All’interno di città caotiche o case di gente che non butta via mai nulla ci ritroveremo a navigare per marciapiedi o mobiletti, accalappiando qualsiasi cosa; in tal senso, la grafica del gioco grazie ad una semplificazione di forme e colori risulta armonica e gradevole nonostante l’altissimo numero di oggetti a schermo.
L’aspetto visivo di Katamari Damacy Reroll è cubettoso il giusto ed ha uno stile impareggiabile, pieno di colori e di modelli poligonali semplici ed efficaci; gironzolare nei livelli alla ricerca di oggetti specifici o di semplici cose da collezionare per ingrandire il proprio katamari è sempre molto divertente e appagante, anche visivamente parlando.
Katamari Damacy Reroll, nonostante la migrazione su Unity, ha uno stile grafico ed una pulizia d’immagine praticamente identica a quella della sua versione originale e farà sicuramente contenti tutti quelli che volevano un’ esperienza quanto più fedele possibile a quella dell’originale titolo del 2004.
Questione di stile.
Parlare unicamente dell’aspetto visivo di Katamari Damacy Reroll sarebbe però un’ offesa verso tutte le altre componenti del gioco, anche queste praticamente illibate rispetto il suo diretto ispiratore.
Il gameplay del gioco, in tutta la sua follia, si appoggia su un sistema di controllo non particolarmente comodo che si fa amare molto velocemente: ogni levetta analogica sul nostro controller di fiducia equivale a uno dei due arti superiori del nostro principino; le direzioni in cui muoviamo le levette corrispondono alle direzioni in cui il principe sposta il katamari; è possibile scattare, ruotare rapidamente di 180° la posizione del nostro principe o saltare per avere una prospettiva migliore del terreno intorno a sé.
Tutto questo è aiutato da un level design certosino che naviga in un mare di caos: all’interno di ogni ambientazione ci sono delle strade da percorrere con il proprio katamari per crescere in modo lineare ed evitare di andare a cozzare contro oggetti particolarmente grandi in grado di rallentarci.
Osservando con attenzione i livelli è possibile comprendere come siano presenti vari strati di essi che diventano visibili a seconda delle proprie dimensioni: determinate zone saranno raggiungibili soltanto dopo aver superato un certo diametro con il proprio katamari mentre altre diventeranno troppo piccole per poter essere nuovamente esplorate.
Nonostante la possibilità di poter rigiocare quando e come si vuole una qualsiasi delle venti missioni di gioco il titolo non presenta una longevità particolare e in una decina di ore smette di proporre contenuti diversi da quelli legati al completismo.
Avendo degli amici con cui giocare è possibile provare una modalità multiplayer non particolarmente interessante: essa chiede al giocatore di affrontare il proprio compagno in una sfida a tempo dove è importante realizzare il katamari più imponente possibile, anche a costo di inglobare il nostro avversario. Purtroppo la completa assenza di varietà per quanto riguarda le mappe di questa modalità la rendono praticamente inutile ai fini della longevità
Parliamo infine dell’aspetto sonoro.
Katamari Damacy Reroll ripresenta la stessa, leggendaria, colonna sonora che ha caratterizzato il primo titolo della saga: un misto di shibuya-kei, j-pop, enka, disco, funk e chi più ne ha più ne metta nascosto in tracce tematiche per ogni livello di gioco. Essa è affiancata da un comparto di suoni enorme dovuto al fatto che ogni singolo oggetto del gioco ha un suono che lo rende più o meno riconoscibile e che trasforma una partita in una sinfonia di rumori assurdi.
Katamari Damacy Reroll merita tempo nonostante i difetti?
Katamari Damacy può vantarsi di avere una delle theme song più accattivanti sulla faccia della terra, può vantarsi di avere alcune delle scene più weird della storia delle cutscenes, può vantarsi di essere un titolo talmente pieno di gusto tipicamente nipponico che finisce per diventare universale perché completamente fuori scala evitando tutte le classificazioni.
Allora poco importa se il titolo dura poco, poco importa se non ci sono davvero contenuti extra con cui poter accalappiare gli stessi acquirenti della prima versione del gioco, poco importa se i primi dieci minuti con quel sistema di controllo portano quasi sicuramente a un crampo ai muscoli del polso: evviva Katamari Damacy Reroll, evviva la follia assoluta e le musiche da canticchiare, evviva per tutti quei colori ed evviva per il prezzo budget.
Se avete voglia di giocare a qualcosa di divertente, di rilassante e di assolutamente fuori di testa avete trovato pane per i vostri denti.