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Recensione | Jagged Alliance: Rage!

In un clima di grandi ritorni e remastered di lusso, un sequel/spin-off di un gioco che si appresta a spegnere 25 candeline riuscirà a trovare il suo spazio?

Passato glorioso

Il primo capitolo di questo franchise, creato da Madlab Software su MS-DOS nel lontano 1994, è stato una pietra miliare del genere. Un gioco che mescolava sapientemente elementi mutuati da più generi popolari in un’ottima formula. Combattimento a turni, meccaniche care ai titoli 4X con gestione di territorio, unità e risorse e l’inclusione di caratteristiche peculiari dei giochi di ruolo dell’epoca. Il tutto veniva catapultato in uno dei contesti più cari al cinema d’azione degli anni ottanta. Un’isola lussureggiante trasposta su vera e propria mappa dinamica, popolata da una pletora di mercenari giocabili unici ed interessanti i cui destini erano intrecciati in un sistema di missioni non lineari.

Triste presente

Oggi, dopo una infelice serie di sequel, arriva l’ennesimo titolo che cerca di riportare in auge uno dei giochi più interessanti dei primi anni novanta. Gli ingredienti per la ricetta perfetta ci sarebbero tutti, ma, a quanto pare, i disastri in cucina non succedono solo in televisione. Jagged Alliance: Rage! purtroppo non riesce a centrare l’obiettivo proponendo un titolo che non riesce a soddisfare le aspettative. Dal punto di vista delle meccaniche e del sistema di gioco, JA:R potrebbe essere un titolo che riesce ad aggrapparsi stentatamente alla sufficienza ma, come ennesima riproposizione del franchise, purtroppo, non ci siamo. Il gioco perde infatti molti elementi identitari del franchise, come la mappa dinamica e la gestione della milizia. Viene ridotto drasticamente il numero di mercenari a 6, pur mantenendo qualche personalità iconica della serie. Il tutto, dal punto di vista strutturale e narrativo, diventa quindi estremamente lineare e scheletrizzato. A chiudere il quadro ci pensa una storia da action b-movie, a volte gradevole, a grandi tratti dimenticabile e banale. Coadiuvati da una “milizia ribelle”, affronteremo un reinventato Elliot come Drug Lord tropicale. Il cattivone stereotipato di turno che vuole diventare il leader del traffico, con i suoi super soldati geneticamente modificati.

Mercenari a turni

L’esperienza del nuovo Jagged Alliance, spogliata da elementi gestionali e minimale in quelli ruolistici, si riduce sostanzialmente al sistema di combattimento a turni. Il titolo targato Cliffhanger Productions si ispira  al filone di titoli nati con il reboot di X-COM, specialmente dal punto di vista delle meccaniche proposte. Complessivamente l’esperienza di gioco la si potrebbe definire anche piacevole per quanto sia comunque spartana e non inventi nulla di nuovo. Sono presenti infatti alcuni spunti tattici che permettono, entro certi limiti sia chiaro, molteplici approcci ad una stessa missione di gioco. L’implementazione di un approccio stealth, l’ingerenza di alcuni elementi survival, la discreta varietà di armi e il sistema di punti adrenalina che permette di effettuare le abilità Rage, aggiungono un pizzico di vivacità ad un prodotto, purtroppo, anonimo. La bontà di alcuni elementi, sfortunatamente, è irrimediabilmente compromessa da difetti abbastanza importanti. Il problema principale riguarda l’IA, che risulta piagata da evidenti problemi che si manifestano in miopie clamorose, illuminazioni divine ed in loop di movimenti nonsense. Inoltre, in caso di punizioni da parte degli RNG-Gods, basterà ricaricare la partita per cambiare l’esito di un combattimento pur mantenendo le stesse percentuali di colpo a segno.

Il gioco soffre inoltre di un cattivo bilanciamento, rompendo la magia del tasso di sfida, con alcune combo e situazioni specifiche “broken” o, in senso contrario, presentando improvvisamente degli spike di difficoltà inaspettati e fin troppo severi.

Armi arrugginite

L’altra croce che deve portare sulle spalle il nuovo Jagged Alliance è anche quella del comparto tecnico. A fronte di un’estetica del franchise che punta storicamente al realismo, Rage! propone invece una realizzazione cartoonesca superficiale con personaggi animati, modellati e doppiati in modo non proprio convincenti. Piacevoli, invece, la realizzazione degli ambienti di gioco che offre interessanti scorci tropicali e il level design, che strappa la sufficienza . Il titolo però risulta ottimizzato davvero male e anche su One X ha dei vistosi cali di frame e un colpo d’occhio un pochino deludente. Il mio playthrough di una ventina d’ore, in cui ho sviscerato le stesse missioni sia con approccio stealth che con fare aggressivo, puntando inoltre allo sblocco di alcuni specifici achievements, è stato infatti costellato da crash frequenti (opportunamente disinnescati dalla mia mania ossessivo-compulsiva di salvare). Ho notato anche un certo input lag che, unito ad un sistema di controlli non proprio pulitissimo, ha compromesso svariate situazioni di gioco facendomi compiere movimenti fatali o caricando la partita invece di salvare i preziosi progressi nel corso della missione.

Jagged Alliance: Rage! È un prodotto che avrebbe potuto strappare la sufficienza se non fosse stato compromesso da grossi problemi di natura tecnica e non avesse il fardello di rendere giustizia ad un franchise storico. Il sistema di gioco a turni è anche piacevole, con qualche guizzo interessante, ma è ancorato al suolo da un IA mediocre e bug fastidiosi. Visivamente non brilla e la realizzazione è superficiale.

This post was published on 6 Dicembre 2018 16:39

Jonathan Campione

Ho ricevuto la mia prima console la notte di Natale del '97. Grazie all'idraulico baffuto di Nintendo ho scoperto la mia passione per i videogiochi. Sono un giocatore eclettico, amo i titoli indie e non disdegno nessun genere o piattaforma. Da un paio d'anni scrivo di videogiochi e cerco di sfatare i luoghi comuni e punto ad offrire spunti di riflessione importanti riguardanti questo settore.

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