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Recensione: Lost Sphear

Dopo il buon I Am Setsuna, Tokyo RPG Factory ritorna sui nostri schermi con Lost Sphear, JRPG così classico che vi parrà di giocare a Chrono Trigger. Più o meno. Il titolo è disponibile per Playstation 4, Nintendo Switch e PC tramite Steam, e abbiamo avuto modo di provare proprio quest’ultima versione.

Lost Sphear si svolge nel mondo di Eru, una terra al limite del paradisiaco circondata dal mare, con verdi foreste e deliziose cittadine sparse per tutto il regno. In una di queste, Elgarthe, vive Kanata, giovane protagonista della nostra storia, che da qualche tempo è afflitto da un sogno ricorrente.

Durante una delle sue scorribande con gli amichetti però, qualcosa sconvolge la sua esistenza e quella di tutti gli abitanti di Eru: Elgarthe è sparita, e con lei altri pezzi del territorio attorno. Al loro posto solo una fittissima nebbia bianca che non è possibile attraversare. Kanata, disperato, trova però la soluzione sempre in sogno. Scopre di avere un potere che gli permette di rimettere a posto le cose, tramite la memoria e i ricordi. Infatti, qualcosa di potente e malvagio sta cancellando i ricordi dei luoghi e delle persone, condannandoli all’oblio. Toccherà proprio a Kanata e ai suoi amici intraprendere il viaggio per sistemare la situazione e trovare il responsabile.

Kanata e Van in un concept art

Effetto nostalgia, circa

Gli appassionati di JRPG classici come i primi Final Fantasy e Chrono Trigger avranno gioito quando Square Enix ha creato lo studio Tokyo RPG Factory con il solo scopo di riportare in vita il genere com’era agli inizi, e l’accoglienza riservata ad alcuni titoli usciti negli ultimi anni, tra cui I Am Setsuna ne è la dimostrazione. Un po’ per effetto nostalgia un po’ perch{ alcuni titoli sono veramente molto validi, è in atto un revival e Lost Sphear ne cavalca l’onda come il più navigato dei surfisti. Come il precedente lavoro, il sistema di combattimento è basato sull’Active Time Battle, opportunamente modernizzato, che rende il combattimento a turni più rapido e dinamico rispetto ad altri sistemi.

Avremo a disposizione un party di massimo quattro componenti con noi, quindi Kanata più tre alleati intercambiabili, e numerosi modi per migliorare e personalizzare le statistiche di ognuno, per adattarle al nostro modo di giocare. C’è da dire che, nonostante si basi su un sistema che ha oltre vent’anni alle sue spalle, il gameplay è fresco anche se non siete dei ferventi fan del genere. Imparare a gestire le abilità, gli attacchi e l’uso degli oggetti sarà quasi immediato quindi se vi state approcciando al mondo dei JRPG solo ora e siete un po’ intimoriti dai sistemi a turni non preoccupatevi, Lost Sphear è più che “user friendly”.

Attenzione però agli scontri coi boss. I combattimenti con normali mob che si incontrano in giro per il mondo sono abbastanza semplici, ci saranno situazioni in cui non faranno nemmeno in tempo a tentare di farvi del male, ma la difficoltà aumenta di colpo durante i boss. Nulla di particolarmente eclatante o che con un po’ di strategia non si possa risolvere, però c’è questa disparità di difficoltà nei combattimenti di cui bisogna tenere conto.

Bisogna anche far notare come il gioco sia di per sè abbastanza povero. Oltre alla quest principale, completabile in circa una quindicina d’ore ci sarà ben poco altro da fare. Di certo non è uno Skyrim, in cui rischiate di perdere la bussola tra la miriade di missioni secondarie. La storia stessa inoltre non brilla per originalità, per cui il valore di rigiocabilità è abbastanza basso.

Il primo boss che affronteremo

Comparto grafico e audio buoni

Se a livello di pura giocabilità siamo su alti livelli, grafica e audio si attestano su gradini un po’ più bassi nella scala. La grafica è tutta dedicata alla “pucciosità”, se ci fate passare il termine poco ortodosso. Dai protagonisti poco più che bambini disegnati per far leva sulla tenerezza a certi mostri che somigliano più a dei Furby non assatanati, Lost Sphear presenta una grafica piuttosto scarna per quanto piacevole ed effettivamente deliziosa. Visto così, questo gioco sembra pronto per un porting diretto per sistemi portatili come la Playstation Vita.

L’audio è anch’esso povero, ridotto a pochissimi effetti sonori che sentiremo principalmente nei combattimenti – pochi anche in questo frangente – e alle musiche di sottofondo. Nelle nostre scampagnate in giro per il mondo sentiremo quasi sempre solo il suono dei nostri passi sul terreno, mentre di effetti sonori legati al mondo di Eru poco o niente, nemmeno il cinguettio di un uccellino su un albero. Si salva il fatto che le musiche sono molto carine, per quanto ripetitive a lungo andare.

Anche le opzioni sono ridotte al minimo sindacale, potremo infatti controllare solo la risoluzione, la velocità di scorrimento dei dialoghi e la difficoltà di gioco.

Alcuni dei mob che incontreremo in Eru

Discorso a parte per i controlli

Vero, i controlli non sono esattamente il punto focale di un JRPG, però in questo caso dobbiamo farne menzione. Abbiamo già detto che abbiamo provato la versione PC, e in fase di test per questa recensione abbiamo deciso di provare utilizzando sia usando i controlli da tastiera sia usando un pad dell’Xbox 360. Se usando il pad abbiamo avuto ben pochi problemi, abbiamo trovato i comandi da tastiera al limite del ridicolo. La mappatura dei controlli, non modificabile, non è nulla che non si possa imparare a padroneggiare, però è frustrante, o quanto meno poco intuitiva.

In conclusione

In sostanza, Lost Sphear è decisamente un buon titolo, per quanto diretto – zero attività secondarie oltre alla quest principale – ma con la giusta longevità. Grazie ad un gameplay a metà tra lo storico e il moderno può attirare sia un pubblico più attempato che quello più giovane. Controlli da tastiera a parte, pur non eccellendo si fa giocare più che  volentieri e il suo aspetto carino e colorato è una gioia per gli occhi. Magari non è un titolo per tutti, ma va bene sia per gli appassionati sia per chi si sta approcciando solo ora ai JRPG.

This post was published on 5 Febbraio 2018 16:50

Eleonora Muzzi

Professionista del doppio senso, videogiocatrice da un quarto di secolo, scrittrice per hobby, geek da sempre. Alla ricerca di più posto per sistemare i fumetti e videogiochi. Gioco ad un po' di tutto, non ho un genere preferito in assoluto, ma tendo a prediligere FPS con elementi RPG e stealth, anche se di tanto in tanto potreste trovarmi in un tunnel chiamato Cities Skylines in cui mi rintano per settimane a volte, dimenticandomi che esistono altri tipi di gioco.

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