L’uomo per natura è spaventato da ciò che non conosce ma allo stesso tempo ne è attratto, è questa l’accoppiata di sentimenti contrastanti che ti accompagnano quando ti cimenti in un gioco come Subnautica, survival della Unknown Worlds Entertainment e di cui oggi andremo ad analizzarne gli aspetti.
Atterraggio d’emergenza
Dopo che la nostra nave spaziale subisce un guasto precipita su di un pianeta sconosciuto, la nostra avventura comincia proprio nella capsula di salvataggio al nostro risveglio dopo una forte botta in testa. Usciti dalla capsula scopriamo che l’intero pianeta è sommerso dalle acque, spaesati e senza alcun indizio su dove ci troviamo possiamo fare una cosa sola: Sopravvivere.
Ci immergeremo quindi in un mondo misterioso dove la vita si sviluppa in biomi sottomarini dai colori vivaci e abissi oscuri popolati da temibili creature. Esplorare questo mondo è l’unico modo per trovare una via d’uscita.
Necessità virtù
Solitamente nei survival come Ark saremo portati a prendere a pugni gli alberi per ottenere le materie prime, in Subnautica invece ci viene subito trasmesso il senso di spaesamento dovuto ad un ambiente totalmente marino. Fortunatamente la nostra capsula di salvataggio è dotata di un fabbricatore, una specie di stampante 3D, che ci aiuterà a creare qualsiasi oggetto di cui abbiamo bisogno indicandoci anche i materiali necessari presenti sul pianeta. Inoltre, una radio fungerà da filo conduttore con la storia fornendoci di tanto in tanto segnalazioni che ci spingeranno ad esplorare determinate zone del pianeta.
La nostra interfaccia sarà molto semplice: In alto i metri di profondità in cui ci troviamo e nell’angolo in basso a sinistra gli indicatori di vita, cibo, acqua e soprattutto ossigeno. I comandi sono i soliti che si possono trovare in un gioco di questo genere con il movimento affidato ai tasti WASD, le interazioni sui clic del mouse e gli oggetti sulla barra numerica.
Il gioco ha ben quattro modalità:
- Sopravvivenza, con gli indicatori detti sopra.
- Libera, come sopravvivenza ma senza fame e sete.
- Estrema, oltre agli indicatori classici si aggiunge il permadeath e viene tolta la segnalazione di esaurimento ossigeno.
- Creativa, una modalità che ci permette di costruire qualsiasi cosa senza preoccuparsi della sopravvivenza.
Andare a fondo della questione
Come detto in precedenza ci troveremo ad esplorare sempre più in profondità le acque che ci circondano e per farlo avremo bisogno degli strumenti adatti: ecco perchè una volta scoperti gli appositi progetti e raccolti i materiali necessari sarà possibile costruire un rifugio/laboratorio fino a veri e propri veicoli da esplorazione che nemmeno Jacques Cousteau e James Cameron riuscirebbero a creare.
I paesaggi si fanno sempre più tetri e le creature si avvicinano sempre di più all’immaginario Lovecraftiano con leviatani e i resti di qualcosa di antico di cui non conosciamo la natura. Il senso di impotenza e di smarrimento si fa sempre più forte garantendo al giocatore una totale immersione (scusate il gioco di parole) nel gioco.
Ogni ambiente è finemente curato sia nella flora che nella fauna, caratterizzando ogni bioma con un paesaggio diverso. Il tutto accompagnato da una calzante colonna sonora in stile elettronica che esalterà perfettamente alcuni avvenimenti che occorreranno nel corso della nostra avventura.
In conclusione:
Subnautica è un titolo che supera i canoni classici del survival, grazie ad un’idea originale ed un sistema di gioco “snellito” che fa concentrare meglio sul suo nucleo centrale: l’esplorazione. Se come il sottoscritto vivete male il mare aperto questo gioco vi metterà non poca ansia (parola che ho ripetuto spesso anche nello stream), ma come ho detto nell’introduzione sarete comunque affascinati da questo mondo e vorrete scoprire sempre di più cosa nasconde e svelarne i segreti rimanendo incollati allo schermo per ore. Questo survival infine supporta la tecnologia VR offrendo al giocatore un’esperienza di gioco definitiva.
Ringrazio Unknown Worlds Entertainment per avermi dato l’opportunità di provare questo titolo.