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Recensioni

Call of Duty: Black Ops 4 – Recensione

Come ogni anno, ormai dal lontano 2003, arriva il periodo dell’uscita del nuovo capitolo di Call of Duty, la famosa saga fps targata Activision. A questo giro, dopo un breve ritorno alla seconda guerra mondiale con Call of Duty World War II, i ragazzi di Sledgehammer Games passano il testimone a quelli di Treyarch con Call of Duty: Black Ops 4.

La modalità campagna è davvero essenziale?

Un’aspetto che viene molto spesso criticato è la staticità della saga. Per molti i Call of Duty sono “la solita minestra riscaldata”. E se fosse proprio questo il motivo del successo?  Sembra paradossale ma è così: un gioco destinato alle masse come Call of Duty è stato da sempre poco innovativo.

L’unica cosa che effettivamente cambiava nel corso degli anni era la modalità campagna. E sapete una cosa? Sebbene sia quella che richiede più risorse dal punto di vista dello sviluppo, è l’aspetto del gioco che viene considerato di meno. Poco importa se nella campagna inserisci il motion capture di attori Hollywoodiani del calibro di Kevin Spacey o Kit Harington. Il gioco vende sopratutto per la modalità multiplayer.

Call of Duty: Black Ops 4, il primo senza campagna

Partendo da questa premessa, introduciamo Call of Duty: Black Ops 4, il primo capitolo che non prevede alcuna campagna in single player. Nel gioco saranno infatti presenti personaggi e mappe dei capitoli precedenti da Black Ops 1 al 3, ma nessuna nuova storia. Una scelta coraggiosa, ma giusta dato che, come detto poco fa, ormai all’utenza poco importa del singleplayer.

In questo modo il team di Treyarch ha potuto focalizzare le risorse al 100% sul ricco multiplayer, forse il più ricco di sempre, introducendo dopo anni una grande novità: ad accompagnare le classiche modalità competitiva e zombie, a questo giro ci sarà la Modalità Battleroyale.

Call of Duty ha il Battle Royale: la modalità Blackout

Ed è proprio dal Battle Royale che parte la nostra analisi. Visto il successo di titoli come Fortnite o Player Unknown’s Battlegrounds ci saremmo davvero stupiti se in Call of Duty: Black Ops 4 fosse venuta a mancare questa modalità che prende qui il nome di Blackout.

Cos’è un Battle Royale?

Per i pochi che ancora non sapessero in cosa consiste un Battle Royale: si tratta di una modalità competitiva a eliminazione diretta in singolo o a squadre di quattro in cui 100 giocatori vengono catapultati su un’isola (o una vasta zona) privi di armi e equipaggiamenti. I giocatori dovranno recuperare tutto una volta a terra. Con il passare del tempo l’area di gioco in cui è possibile sopravvivere si riduce fino a rimanere un piccolo cerchio. A vincere la sfida, come potete immaginare, è l’ultimo (o l’ultima squadra) sopravvissuta.

Adattare Call of Duty al Battle Royale

Quello presente in Black Ops 4 è un Battle Royale classico, esattamente identico a quello appena descritto. Forse l’unico aspetto particolare è che, visto che si tratta di un fps, può essere giocato solo in prima persona. Per il resto è palese l’ispirazione da Player Unknown’s Battlegrounds: come nel primo titolo sarà possibile personalizzare le armi raccolte con nuovi mirini, silenziatori e upgrade dei caricatori. La fisica delle armi è stata riscritta per apparire meno arcade e più adatta a questa modalità.

Nel terreno di gioco troveremo ovviamente anche giubbotti, corazze e scorte mediche. Queste ultime forse troppo facili da utilizzare rispetto agli altri Battle Royale dato che potremo usarli anche mentre corriamo. Un altro elemento interessante preso direttamente dalla concorrenza è la presenza di veicoli e velivoli. La guida di questi è prettamente arcade e lascia parecchio a desiderare.

La mappa di gioco è composta dalle mappe dei vecchi Black Ops

I giocatori di vecchia data saranno felici di sapere che la mappa di gioco, meno estesa di quella di un PUBG ma comunque di buone dimensioni, sarà composta da alcune delle mappe più famose della saga di Black Ops. Troveremo ad esempio Terminal, Nuketown e Estate, tutte unite in un unico grande territorio. Saranno presenti anche alcuni piccoli easter egg a tema zombie che lascio scorprire a voi. Devo ammettere che quella di unire le mappe è stata una trovata davvero carina.

Battle Royale a 60 FPS, ma a che costo?

Abbiamo provato il gioco su PlayStation 4 Pro ed era evidente che per questa modalità si è data la preferenza alla fluidità piuttosto che alla qualità grafica. In molti casi le texture sono di bassa qualità o si caricano a rilento, l’animazione degli oggetti è inesistente, così come la distruzione degli oggetti. Insomma, sembra di avere a che fare con un gioco di scorsa generazione. Un compromesso che però garantisce l’eccezionale fluidità a 60 FPS che credetemi, per una mappa così grande e varia a 100 giocatori, su console è un miracolo.

In poche parole, se dobbiamo dare un giudizio su Blackout possiamo ritenerci abbastanza soddisfatti. Si tratta di un Battle Royale veloce e semplificato, molto meno riflessivo di un Player Unknown’s Battlegrounds. Di conseguenza potrebbe non piacere a tutti. Ovviamente il nostro auspicio è che nel corso del tempo questa modalità venga  tenuta in vita con aggiornamenti ed eventi. Un po’ come accade con quel colosso di Fortnite.

L’immancabile multiplayer competitivo

Ovviamente non poteva mancare la colonna portante del gioco: la modalità competitiva multiplayer. La natura delle 14 mappe contenute nel gioco è sempre quella arcade in cui si aumenta a mano a mano di livello. Somiglia molto a quella di Black Ops 3 sebbene ci siano della novità interessanti.

Gli specialisti: Call of Duty introduce le classi

Fino ad ora in Call of Duty non esistevano vere e proprie classi, ma un semplice sistema di perk che dava al giocatore determinate abilità. Oltre a queste in Call of Duty: Black Ops 4 sono stati inseriti gli specialisti: 10 personaggi ognuno dotato di una mossa speciale da ricaricare (un po’ come le ultimate di Overwatch) assieme ad una abilità da usare in maniera continua. Un modo per rinnovare il gameplay, senza stravolgerlo troppo, il risultato è abbastanza riuscito e spinge ancora di più i giocatori a fare gioco di squadra.

Mappe più grandi comportano maggiore strategia di gioco

Durante la partita la nostra abilità nel fare uccisioni sarà, come sempre, premiata con le kill streak che sbloccheranno, a mano a mano, ricompense sempre più potenti. Si va dalle casse dei rifornimenti ad attacchi di droni e elicotteri. Cambia la modalità di cura, non più automatica ma avviene tramite l’attivazione di un’abilità (come nella modalità Blackout). Le mappe di gioco sono più grandi e varie rispetto al passato, il chè da la possbilità ai giocatori di usare nuove strategie oltre che allo sfruttare il nuovo sistema di classi degli specialisti.

Tornano le vecchie modalità multiplayer con delle novità

Oltre alle classiche modalità Team Deathmatch, Hardpoint e Uccisione Confermata abbiamo la modalità Heist in cui il nostro obbiettivo è rubare un borsone di denaro e upgradare il nostro equipaggiamento acquistandolo man mano che si progredisce. Tutto questo ricorda molto Counter Strike. C’è poi la modalità Control nella quale dovremo conquistare due obbiettivi prima che scada il tempo.

Riassumendo, la modalità competitiva è stata in parte rinnovata, rimanendo comunque fedele ai canoni della serie. Sono sicuro che regalerà agli appassionati del genere svariate ore di divertimento. Tuttavia, se cercate qualcosa di più tattico e simulativo, vi consiglio di guardare altrove.

La ricchissima Modalità Zombie

Immancabile in ogni Call of Duy che si rispetti, è la modalità zombie che in Black Ops 4 arriva con ben tre campagne (quattro con il season pass) tutte con meccaniche, storie, ambientazioni e level design differenti.

Le tre campagne della modalità zombie

Quella che suscita sicuramente più interesse è la modalità IX, ambientata in un grande anfiteatro dove affronteremo zombie, gladiatori, e tigri. C’è poi Voyage of Despair, ambientata sul famosissimo Titanic invaso da demoni e infine, direttamente da Black Ops 2, torna Mob of the Dead, questa volta con il nome di Blood od the Dead, ambientata all’interno di Alcatraz.

In tutti e tre i casi la modalità zombie si basa sulla crescita del nostro personaggio tramite l’accumulo di punti ottenuti uccidendo mostri. I punti ci permetteranno di sbloccare nuove armi e aree. Il gioco, a ondate, continua praticamente all’infinito (1024 ondate, buona fortuna a chi ci arriva) fino alla morte di tutti i giocatori. In questa modalità la collaborazione è fondamentale. Preparatevi a maledire i vostri compagni di gioco se decideranno di fare di testa propria.

Elisir, talismani e armi speciali

Il sistema di perks è cambiato completamente: potremo scegliere quattro elisir che ci daranno particolari vantaggi temporanei da attivare ingame, dei talismani che garantiscono dei bonus a inizio partita e dei potenziamenti acquistabili dai distributori o dagli altari. A risolvere le situazioni di difficoltà più gravi ci sono le armi speciali, che in certi casi saranno in grado di ribaltare la situazione.

La modalità Rush

A fare da contorno a queste campagne c’è la modalità Rush, nella quale dovremo uccidere più zombie possibile nel tempo determinato. I nostri risultati verrano poi inseriti in una classifica mondiale.

Zombie e competitiva in split screen

Così come in competitiva, anche in  Zombie sono state introdotte molte novità mantenendo comunque gli aspetti classici che hanno reso famosa tale modalità. Una nota interessante è la possibilità di poter giocare in split screen con un amico sia sulla modalità Zombie che su quella competitiva. Aspettatevi però una diminuzione delle prestazioni.

Il Call of Duty senza modalità campagna

La nota dolente di questo ricco pacchetto è, dunque, la mancanza di una modalità campagna. Per la prima volta dopo quindici anni non avremo una storia in single player. Visto però lo scarso interesse per questa, è comprensibile che Activision abbia scelto di investire le risorse nello sviluppo esclusivo della modalità multiplayer.

Onestamente questa mancanza un po’ si sente, anche se il vuoto è colmato in piccola parte dalla presenza delle sfide QG Specialisti: piccole sfide in singleplayer basate sulle mappe multigiocatore, da portare avanti con le varie classi presenti ingame. Oltre a fungere da tutorial ci permetteranno anche di sbloccare delle skin per la modalità Blackout.

In conclusione Call of Duty: Black Ops 4

In sintesi, è davvero difficile valutare un gioco del genere. Ben lontano dai primissimi Call of Duty, che mi porto nel cuore sopratutto per la storia, più che per il multiplayer. L’abbandono della modalità singleplayer è stata una scelta coraggiosa che ha portato a identificare il gioco con quello che mira ad essere: un’immenso parco giochi le cui attrazioni sono divertentissime, ben realizzate,  ma non troppo ispirate. Un prodotto commerciale che sarà apprezzato dalla fascia di utenti casual e perché no, anche agli hardcore e ai fan di vecchia data della saga. Non vi aspettate però che piaccia a tutti.

 

This post was published on 14 Ottobre 2018 0:35

Amerigo "ilCirox" Cirelli

Sono nato nel 1995, gioco ai videogiochi da quando ne ho memoria. Più che una passione, per me il videogioco è un medium capace non solo di intrattenere ma, vista la sua natura interattiva, di creare vere e proprie esperienze. Per questo motivo, dopo un'adolescenza passata a videogiocare ho deciso di iniziare a scriverne. Attualmente sono impegnato negli studi giuridici-economici, scrivo su Player.it dal 2018 e gestisco la famosa pagina di meme "ilCirox" su Facebook ed altri social network dal 2015.

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