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Recensioni

SNK Heroines: Tag Team Frenzy – Recensione (PS4)

Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, c’era SNK, un’azienda produttrice di videogiochi che, a cavallo tra gli anni ’80 ed i ’90, era riuscita, con i suoi titoli, ad entrare nelle grazie di tantissimi gamer sparsi per il globo. Se amate definirvi gamer (e se siete abbastanza “stagionati), non potrete non conoscere alcune delle saghe che hanno fatto la fortuna della società nipponica di cui stiamo parlando. King of Fighters, Fatal Fury, Samurai Showdown, la celeberrima serie di Metal Slug, sono tutte da considerarsi delle vere e proprie pietre miliari del gaming. Come tutti sanno, però, l’inizio del nuovo millennio ha segnato il fallimento di SNK, che però, appena due anni dopo, fu “riesumata” dal suo stesso fondatore, Eikichi Kawasaki, sotto il nome di SNK Playmore. Da quel preciso istante, è iniziata una politica volta a rilanciare tutti i più grandi franchise del publisher.

SNK Heroines: Tag Team Frenzy si colloca proprio in questo nuovo corso dell’azienda giapponese, che intende rilanciare i suoi personaggi femminili più noti in un picchiaduro semplice ed immediato. Sarà riuscita l’ “operazione nostalgia” targata SNK? Cercheremo di dare una risposta esaustiva nella nostra recensione.

SNK Heroines: Tag Team Frenzy – tra nuova e vecchia scuola

Diciamocelo chiaramente: dal primo momento in cui abbiamo visto i primi trailer del gioco, avevamo subito pensato ad un vero e proprio omaggio di SNK alle procaci eroine che ne avevano fatto la fortuna, raggruppandole all’interno di un unico titolo che fa del fan service il suo punto di forza. Tuttavia, lo scopo di questo revival è anche quello di farsi conoscere dalle nuove generazioni di gamer. Proprio per questa ragione, chi si aspettava una veste grafica più “classica” in 2D, rimarrà parzialmente deluso. I personaggi di SNK Heroines: Tag Team Frenzy sono stati infatti realizzati attraverso dei modelli 3D, anche se i combattimenti a cui prenderemo parte si svilupperanno sempre su sole due dimensioni, con un risultato finale decisamente inconsueto.

Soffermandoci per un attimo sul roster dei personaggi, possiamo trovare lottatrici (dalle forme decisamente generose) provenienti dalle più celebri saghe targate SNK: da Kula di King of Fighters 2000 a Mai di Fatal Fury 2, passando per Nakoruru di Samurai Showdown, nonché per una versione femminile di Terry Bogard, volto storico del franchise King of Fighters.

Parole d’ordine: semplicità ed immediatezza

Il voler “fare l’occhiolino” ai giocatori più giovani si traduce, inoltre, in dei controlli decisamente semplici ed intuitivi. Dimenticatevi combo complesse e button smashing vari, SNK Heroines: Tag Team Frenzy avrete a disposizione quattro tasti: uno per l’attacco leggero, un altro per l’attacco pesante, uno per parare ed un altro per lanciare l’abilità speciale di una determinata lottatrice. Quest’ultima tipologia di attacco potrà essere lanciata soltanto nel momento in cui avrete riempito una barra chiamata Spirit Gauge, e che necessiterà di un po’ di tempo per ricaricarsi. A tal proposito, quindi, verrà in aiuto la combattente “di supporto“, consentendo all’altra di “tirare il fiato” e di riempire nuovamente il contatore dello Spirit Gauge.

Senza fare troppi giri di salute: il control system è stato studiato per un pubblico più casual, per niente avvezzo alla complessità ed allo studio delle combo più intricate. In SNK Heroines: Tag Team Frenzy potrete lanciare gli attacchi più devastanti semplicemente premendo un tasto. L’altra faccia della medaglia è che, ovviamente, dei controlli così poco profondi potranno alla lunga stancare, o addirittura non attirare per nulla un giocatore più esigente.

Inoltre, a voler essere onesti, la scelta di disporre un tasto per parare è intuitiva solo all’apparenza, ma piuttosto scomoda nel gameplay. Non è possibile, poi, non menzionare un’altra scelta tecnica che risulta non poco frustrante, ovvero quella di mettere K.O. l’avversario soltanto con l’utilizzo di una spettacolare e brutale tecnica finale chiamata Dream Finish, che richiederà ovviamente una “tassa” in Spirit Gauge. Quella che voleva essere una “scelta originale” si rivela invece essere un piccolo autogol, in quanto non ci consentirà di far fuori il nostro avversario nel caso in cui avessimo precedentemente abusato delle tecniche speciali dei nostri personaggi.

Tantissimi costumi per le vostre waifu preferite

Il roster comprenderà quattordici lottatrici delle varie serie di SNK.

Se il comparto online fa un po’ le bizze, con un netcode che necessita di qualche revisione, e se il multiplayer locale “alla vecchia maniera” risulta sempre gradevole, non si può non menzionare la modalità collezione. Completando il gioco con le varie lottatrici, ottenendo i vari finali e completando altri obiettivi, sarà possibile ottenere della moneta virtuale da spendere per sbloccare gli accessori ed i bikini più bislacchi, divertenti e, soprattutto, succinti per le vostre combattenti preferite. All’interno di questa modalità, potrete inoltre acquistare anche degli sfondi, in modo da realizzare un vero e proprio set fotografico per immortalare le vostre eroine.

Volendo spendere due parole sulla scelta di mettere in risalto le forme dei personaggi in questione, bisogna però sottolineare che SNK Heroines: Tag Team Frenzy riesce a non scadere nel volgare, a differenza di altri suoi illustri colleghi, non valicando quella sottile linea che divide l’ironia dall’erotismo.

Giudizio Finale

SNK Heroines: Tag Team Frenzy è il classico esempio di videogame che può essere giocato senza porsi troppi problemi, magari ricordando i “bei tempi che furono”. Tuttavia, la veste grafica del gioco non convince del tutto, anche per la scelta dei modelli 3D sovrapposta ad un gameplay in 2D, e lo stesso roster di appena 14 lottatrici ci sembra un po’ troppo limitato. Il sistema di comandi attirerà sicuramente giocatori meno esperti, ma farà fuggire quelli più esigenti, rischiando, alla lunga, di diventare ripetitivo a causa delle sua estrema semplificazione. Se siete in cerca di un party game senza troppe pretese, e se l’adolescenza per voi è già un ricordo più o meno lontano, potreste trovare in SNK Heroines una piccola fonte di svago senza troppe pretese.

This post was published on 13 Settembre 2018 19:30

Claudio Albero

Nasce a Torre del Greco, una piccola metropoli alle falde del Vesuvio, nei favolosi anni ’80, che già però non avevano più niente di favoloso. Provano ad educarlo con Beatles e musica classica sin dalla più tenera età, ma lui, di tutta risposta, si appassiona all’ heavy metal ed ai videogame , spendendo un piccolo patrimonio in sala giochi, quando queste due parole erano ancora slegate dalle slot machine. Dopo aver mosso i primi passi su Sega Master System II con Alex Kidd, il Super Mario con le orecchie a sventola, si innamora dei platform, degli action/adventure e degli RPG, con particolare attenzione alla saga di Final Fantasy. Inguaribile sognatore con le radici saldamente ancorate nel passato, scopre la sua passione per la scrittura quasi per caso, in uno dei tanti pomeriggi passati tra i corridoi della Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, dove si laureerà giusto qualche anno dopo, con una tesi in Diritto d’Autore basata sull’opera multimediale. Dopo aver scritto di attualità e musica su Lacooltura.it , Road TV Italia e Federico TV , approda sui lidi di Player.it , in cui comincia sin da subito ad apprendere e fare domande, guadagnandosi rapidamente il titolo di “ redattore rompiscatole del mese ”. Nonostante sia legatissimo alla grande famiglia di Player, non sono rare alcune sue incursioni su portali come Gameplay Café e Spazio Rock . Musica, videogame, concerti, boardgame, modellismo, fumetti, cinema e serie tv: tanti hobby diversi tra loro, ma collegati da un fil rouge che li unisce tutti: il divertimento . È proprio questo che cerca in un videogame, è proprio questo sentimento che muove le sue dita, ed è sempre il divertimento la sensazione che cerca di infondere nei suoi articoli. Al di fuori del mondo del gaming, indossa giacca e cravatta per mimetizzarsi nel mondo degli avvocati, esercitando la professione forense, con lo scopo di conoscere a fondo le “ regole del gioco ”, nonché di minacciare di far causa a chiunque al minimo pretesto.

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