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Recensioni

Shadow of the Tomb Raider – Recensione (PS4)

Shadow of the Tomb Raider è l’atto conclusivo della trilogia reboot con protagonista l’icona dei videogiochi Lara Croft. A tre anni di distanza da Rise of the Tomb Raider, Crystal Dynamics e Eidos Montréal ci fanno decollare in direzione di antiche rovine Maya e città Inca ormai dimenticate. Il titolo ha visto una maggior partecipazione nello sviluppo da parte di Eidos che ha assunto un ruolo maggioritario, come fatto precedentemente con gli ultimi capitoli delle serie di Thief e Deus Ex. Come sarà andata? Scopritelo leggendo la nostra recensione.

Alla ricerca della città segreta

La storia di Shadow of the Tomb Raider si apre con Lara e il suo fidato amico Jonah a bordo di un elicottero, in viaggio verso un’importante meta in Sud America. Qui vengono sorpresi da una tempesta che mette fuori uso il velivolo, causando un incidente di cui non sapremo subito le conseguenze, visto che il gioco ci teletrasporta a due giorni prima dell’accaduto. A Cozumel, in Messico, i due sono intenti a dare la caccia a Dominguez, capo di una setta massonica denominata la Trinità.  Lara è convinta che dietro la morte del padre, quando lei era ancora una bambina, ci siano proprio loro.

La Trinità è sulle tracce di un antico pugnale nascosto in un tempio Maya. Lara riesce a mettere le mani per prima sulla reliquia ma, estratto il prezioso oggetto dal suo altare, qualcosa di terribile avviene. La città viene distrutta da uno tsunami che lascia molte vittime dietro di sé. A quanto pare, il pugnale è legato a una profezia Maya che parla della rinascita del mondo attraverso dei cataclismi. Perché questa si compia in tutta la sua devastazione, c’è bisogno anche di uno scrigno, oggetto del desiderio della setta, nascosto in una città segreta. Lara dovrà risolvere l’intricato enigma e farsi strada tra gli adepti della Trinità per arrivare a scongiurare la catastrofe.

La trama di Shadow of the Tomb Raider è in linea con le produzioni del genere, pensiamo anche a Uncharted, ad esempio. Templi, tombe e profezie da decifrare fanno da sfondo ad avventurieri e mercenari che vogliono entrare in possesso della conoscenza degli antichi popoli per i motivi più disparati, dai più trasparenti a quelli più biechi. Non siamo di fronte alla trama più incredibile mai vista in un videogame, ma è ben raccontata ed è più che sufficiente per convincere i giocatori ad andare avanti.

Lara Croft mette in mostra tutto il suo repertorio

Shadow of the Tomb Raider è la summa delle meccaniche di gioco che ci si aspetterebbero da un videogame con Lara Croft protagonista. Tutto il repertorio è a nostra disposizione e si riesce a padroneggiare senza alcuna fatica, grazie a comandi immediati, intuitivi e sempre pronti all’uso. Il gioco può essere analizzato seguendo tre linee guida specifiche: esplorazione, combattimento ed enigmi. In Shadow of the Tomb Raider c’è tutto questo, ogni componente funziona alla grande e ben si incastra con le altre dandoci la sensazione di una progressione naturale.

L’esplorazione è ciò che maggiormente ci spinge a vestire i panni di Lara (non in senso letterale, per fortuna) perché ci consente di ammirare lo splendido lavoro svolto dal team di sviluppo. Pur non potendolo catalogare come un vero e proprio open world, il gioco ci mette a disposizione una mappa abbastanza grande con tantissimi segreti da rivelare. Le missioni principali, infatti, non sono che una minima parte dell’avventura. Non mancano diari, manufatti e collezionabili di varia natura ad arricchire un reparto ludico di altissimo livello. In Shadow of the Tomb Raider saremo impegnati anche in missioni secondarie che possono essere sbloccate parlando con NPC trovati in villaggi e in insediamenti, luoghi che ci offrono momenti di tregua, prima di ributtarci tra fasi platform pericolosissime da affrontare con rampino e piccozza e feroci sparatorie. Non mancano inoltre sezioni di gioco in apnea, con Lara che dovrà dare aria ai polmoni per sopravvivere.

Le attività extra più interessanti, però, sono le Tombe che rappresentano una vera e propria sfida. In questi luoghi dimenticati e impervi, dovremo risolvere enigmi e superare trappole mortali per raggiungere l’uscita e conquistare ricchi bottini. Un ottimo diversivo coerente con le attitudini di Lara che, d’altronde, è un’archeologa. L’esplorazione non si ferma certo alla scoperta di attività secondarie, ma continua con un’altra meccanica che ci ha convinti appieno: la ricerca di risorse. L’equipaggiamento di Lara può essere potenziato e farsi trovare senza medicine durante uno scontro a fuoco non è certo una cosa consigliabile. Entra in gioco, quindi, l’istinto di sopravvivenza della nostra eroina. Con esso, possiamo reperire piante medicinali, arbusti da cui ricavare del legno, tessuto, pelle di animali e tanti altri materiali fondamentali per essere sempre pronti a ogni evenienza.

Ciò che ci ha convinti è il crafting che ne consegue. Questo si fa in tempo reale, quindi, durante uno scontro a fuoco potremo avere bisogno di legno per fare nuove frecce o di piante per curarci. Con la pressione di L1 o R2 (abbiamo giocato la versione PS4) possiamo creare quel che ci serve in tempo reale. Ciò impedisce la presenza di tempi morti e dona ai combattimenti maggior dinamismo.

I combattimenti sono anch’essi una meccanica che funziona in modo impeccabile. Possiamo utilizzare un approccio stealth o andare dritti al punto. Tutto ci è consentito grazie a un arsenale composto da arco, pistole – a cui possiamo aggiungere il silenziatore – fucili a pompa e fucili d’assalto. Le frecce dell’arco possono essere modificate con vari effetti, dal fuoco al veleno. Per nasconderci dai nemici possiamo sfruttare erba alta e fanghiglia con cui ricoprirci il corpo. Il gunplay è preciso, anche se le coperture a volte non sono molto efficaci a causa di Lara che tende a scoprirsi un po’ troppo e a non stare molto attaccata al muretto scelto.

Come promesso dagli sviluppatori, in Shadow of the Tomb Raider ci sono anche tanti enigmi. Questi ci metteranno a dura prova (dipende però anche dal livello di difficoltà scelto) mettendoci davanti problemi legati ai contrappesi e alla fisica che hanno bisogno di qualche prova generale prima di venire a capo della situazione. Nel complesso, il gioco presenta una longevità elevata se non ci si limita ad andare dal punto A al punto B.

Difficoltà su misura

Abbiamo parlato di difficoltà selezionabile, certo, ed è anche personalizzabile! Altro punto a favore di Shadow of the Tomb Raider è poter scegliere la difficoltà per ogni singola meccanica di gioco. Volete nemici intelligenti e coriacei, ma non volete rimanere fermi su un enigma per tre giorni? Potete selezionare difficoltà difficile per gli scontri a fuoco e facile per gli enigmi. Avete paura di rimanere a secco di frecce ma volete enigmi in grado di far fumare il cervello? Difficoltà facile o normale su esplorazione e difficile su enigmi. Insomma, potete scegliere come giocare l’avventura in base alle vostre abilità. Questa ci sembra un’ottima soluzione per venire incontro a qualsiasi tipo di giocatore.

Grafica eccezionale

In questa generazione abbiamo già visto tanti titoli meritevoli del voto più alto, o giù di lì, in grafica: da Uncharted 4 a God of War passando per Horizon: Zero Dawn. Ebbene, adesso anche Shadow of the Tomb Raider diventa un punto di riferimento per i titoli a venire. Dal punto di vista grafico siamo di fronte a un’opera stupefacente che presenta davvero pochi punti deboli.

Grandi cascate, la foresta amazzonica, templi e grotte hanno un livello di dettaglio straordinario. La luce della torcia che illumina uno stretto passaggio, il fuoco che apre uno spiraglio tra noi e l’entrata prima inaccessibile, il disgregamento della roccia sotto i nostri piedi, è tutto ricreato con una dovizia di particolari che ci ha lasciato incantati.

Une menzione d’onore va fatta alle espressioni facciali e alle animazioni. Tutto fluido e coerente con ciò che Lara sta affrontando. Se un salto è difficile, si percepirà perfettamente dai movimenti della protagonista che avrà un modo di rialzarsi differente in base a quanto è stata dura andare avanti. Molto buono anche il doppiaggio in italiano.

Shadow of the Tomb Raider è un vero spettacolo. Ci troviamo in difficoltà a trovare dei contro da inserire in questa recensione. L’unico appunto che possiamo fare è che, forse, delle vere e proprie innovazioni non le abbiamo viste rispetto ai titoli precedenti, ma questa considerazione impallidisce di fronte a tutti i pregi di questo titolo entusiasmante. Il perfetto equilibrio tra tutte le componenti di gioco ci ha impressionato e non potevamo immaginare un titolo diverso da quello che abbiamo appena finito di giocare con Lara Croft come protagonista.

This post was published on 10 Settembre 2018 15:00

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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