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Recensione: La Mulana 2

A distanza di quattro anni e mezzo dal Kickstarter, La Mulana 2 ha finalmente visto la sua release ufficiale. Per chi non conoscesse la serie, La Mulana è un metroidvania con uno stile tutto a base di puzzle ambientali e dal peculiare tema esplorativo che punta a farvi sentire come un moderno Indiana Jones. Il primo capitolo era noto per la sua enorme quantità di puzzle ambientali e per la sua cripticità, oltre che per il suo gameplay bizzarro ma pieno di personalità.

Questo sequel riuscirà a reggere l’eredità del capostipite? Avventuriamoci in questa recensione insieme e scopriamolo.

La nostra avventura inizia così: squattrinati e armati solo della nostra frusta.

L’inizio di un’epopea

La Mulana 2 ha luogo nei dintorni dello stesso villaggio con cui i giocatori del primo titolo della serie hanno preso familiarità, ma le cose sono cambiate negli ultimi anni. Dopo gli episodi del primo capitolo della serie, il vecchio saggio ha trasformato il luogo in un’attrazione turistica e reso sicure le rovine di La Mulana trasformandole più in un museo che in un pericoloso tempio pieno di trappole e misteri.

Dopo qualche tempo, tuttavia, mostri e forze oscure stanno rispuntando nelle profondità delle rovine e il vecchio manda una richiesta di aiuto che, sebbene venga apparentemente ignorata dal protagonista del primo gioco, viene colta da sua figlia Lumisa Kosugi che è in cerca di fare il suo grande debutto come archeologa.

Una volta scoperto che sotto le rovine attuali si nascondevano in realtà delle rovine ancora più antiche, che nascondono qualcosa di tremendo, Lumisa non può che cogliere l’occasione e cercare di rivoltarle come un guanto in cerca di misteri da risolvere.

L’inventario è diviso in categorie funzionali, anche se alla vista può sembrare bizzarro.

Un Metroidvania?

Il gameplay di La Mulana 2 ricalca pesantemente quello del primo capitolo della serie. Le rovine sono divise in aree interconnesse e la loro esplorazione è disseminata di “cose da fare in seguito”. Da questo punto di vista, il backtracking è parte integrante dell’esperienza molto più che in altri metroidvania. Qui le abilità e gli oggetti sbloccabili sono davvero dozzine e dozzine, e alcune aree che pensiamo di aver completato in realtà nascondo ancora molti segreti e passaggi invisibili ai nostri occhi.

I movimenti della protagonista ricordano quelli di suo padre e, da un punto di vista tecnico, abbiamo una rigidità più vicina ai primissimi Castlevania rispetto ad una fluidità tipica dei moderni titoli della categoria. Sebbene non sia un problema grave, del resto il gioco è calibrato su quella rigidità anche nel level design, controllare Lumisa può non essere fluido come un giocatore di metroidvania si può aspettare. Non aspettatevi Dead Cells, per capirci.

I nemici e il combattimento è spesso vissuto come un’ulteriore “ostacolo” all’esplorazione, piuttosto che come attività principale: molti nemici cadranno dopo un colpo o due, ma il loro posizionamento è parte della complessità della sfida. Salire una scala può essere la cosa più semplice del mondo, ma riuscirete a farlo con una mezza dozzina di pipistrelli?

Su un altro piano è lo scontro con boss e sotto-boss di gioco. Ancor più che nel primo capitolo della serie, La Mulana 2 è proprio disseminato di “nemici unici” che richiederanno un impegno particolare prima di essere sconfitti una volta per tutte. Molti sotto-boss metteranno alla prova le vostre capacità in ambienti ristretti o ostili. Un esempio su tutti, uno degli incontri avverrà in una stanza il cui soffitto ricoperto di chiodi calerà lentamente: riuscirete a sconfiggere il sotto-boss che vi blocca il passaggio e a fuggire dalla stanza prima che sia troppo tardi?

I boss, chiamati Guardiani, sono incontri su un’altra scala, spesso all’interno di aree ad-hoc e che uniscono l’abilità manuale del giocatore nel controllare la protagonista con la capacità di leggere i pattern del boss di turno per poterlo sconfiggere. Questi incontri sono uno dei punti più peculiari del gioco e uniscono in modo bizzarro, ma sicuramente ricco di personalità, combattimento e problem solving.

Vritra, uno dei primi boss, metterà alla prova la vostra capacità di controllo aereo e vi obbligherà a bilanciare lo schivare i suoi attacchi con l’approfittare dei momenti in cui è esposto.

Un’avventura ad enigmi?

Parlare di La Mulana 2 focalizzando la recensione sul gameplay nei combattimenti e negli incontri con i boss sarebbe, tuttavia, un disservizio. Il punto di forza del gioco, vera punta di diamante dell’esperienza, sono gli enigmi che saturano l’esperienza. Un metroidvania che vuole farvi vivere l’esperienza dell’esploratore, da Indiana Jones a Lara Croft, sarebbe del tutto fallimentare se non affiancasse fasi cariche di adrenalina a momenti di indagine ed esplorazione. In questo gioco gli enigmi sono stratificati e presenti per tutta l’avventura.

I primi enigmi che saltano all’occhio, i più immediati, riguardano le stanze delle rovine. molte di esse contengono infatti scrigni che possono essere aperti e sta a noi capire come. La forza bruta non è quasi mai la soluzione e si può andare dal classico “piazzare un peso su un piedistallo” che ha reso celebre l’attività di archeologo nei mass media, all’attivare leve o passaggi nascosti. Alcuni scrigni non saranno apribili fino ad ottenere determinati oggetti, ma anche in quei casi il come usare l’oggetto la fa da padrone.

Ma dove il gioco mostre davvero il suo potenziale e la sua grandezza è negli enigmi incentrati sul Lore e che ricoprono intere aree. Prima di affrontare un Guardiano, ad esempio, dobbiamo trovare il modo per farlo comparire. La Mulana 2 ha persino un paio di mega-enigmi che coprono tutte le aree di gioco e che vi prenderanno dozzine di ore da soli prima di essere risolti.

Indizi importanti sugli enigmi sono ottenuti da tavole di pietra disseminate per le aree che, sotto forma di stralci di Lore o di indicazioni criptiche, ci forniranno gli elementi con cui risolvere i vari enigmi che incontreremo. In rari casi, potremo parlare con alcuni personaggi folkloristici e mitologici che hanno deciso di abitare nelle rovine: parlare con loro potrà fornirci indizi su quello che sta accadendo nelle rovine o farci ottenere nuovi oggetti necessari per la risoluzione di alcuni enigmi.

Molti dei personaggi sono nomi a noi noti.

Un’esperienza colossale

Prima di scrivere questa recensione, sono arrivato al finale del gioco. Il tutto ha richiesto 68 ore e nelle ultime fasi sono ricorso all’aiuto della community ufficiale del gioco all’interno del suo canale Discord. Pensateci: 68 ore per arrivare al termine di un gioco nonostante gli aiuti nelle ultime fasi.

La Mulana 2 vi da la costante impressione di essere colossale, gigantesco, gargantuesco. Dopo venti ore di gioco mi sentivo come all’inizio di una grande avventura. Alla decima gigantesca area esplorabile mi sembrava impossibile il gioco ne avesse ancora, ma le aree e i misteri spuntavano come funghi.

La sua natura open-world vi fa sentire costantemente sommersi da enigmi e vi troverete a risolverne uno per iniziarne altri due la maggior parte del tempo.

Se prendere appunti su un notebook fisico non vi spaventa e l’idea di essere circondati da enigmi vi affascina, questo è il gioco per voi. Se vi piace assaporare quella sensazione di successo dopo aver raggiunto qualcosa di difficile, complesso, e criptico, questo è il gioco per voi.

Questa recensione non può rendere giustizia a questo gioco, e ho preferito non spoilerare alcune delle parti più succose e suggestive per rispettare le intenzioni del developer: farvi entrare in un mondo misterioso e lasciarvi la possibilità di svelarlo un passo alla volta.

Buona esplorazione.

This post was published on 19 Agosto 2018 12:00

Rugerfred

Game Designer, videogiocatore, sperimentatore musicale e affamato di sapere. Ha un conto aperto con Volfied e troppi progetti aperti e non finiti per poter vivere tranquillamente. Cerca di dividere il proprio tempo libero tra gioco analogico e digitale, trovandosi così con giochi che occupano la maggior parte del suo spazio virtuale e fisico.

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