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Recensioni

Iconoclasts – Recensione Switch

Mentre Nintendo ci fa sudare nell’attesa delle sue esclusive sono gli sviluppatori indie che stanno dando forma a Switch con dei metroidvania profondi e interessanti. Dopo Owlboy e la recente uscita di Hollow Knight, anche Iconoclasts approda su Switch diventando quasi un acquisto obbligato in questa lunga estate videoludica.

recensione di Simone Alvaro “Guybrush89” Segatori

Iconoclasta

/i·co·no·clà·sta/
sostantivo maschile e femminile
1. Distruttore di immagini sacre; seguace o fautore dell’iconoclastia.

Cosa centra un concetto forte come l’iconoclastia con un gioco tanto pixelloso e colorato? Tutto, perchè lo sviluppatore Joakim Sandberg propone un titolo che va al di là del suo allegro design focalizzandosi su tematiche profonde e un gameplay sviluppato in oltre 7 anni di lavoro. Iconoclast fa a pezzi il mondo reale, che ha fatto santa la corsa all’energia consumando il pianeta, e lo riassembla in un contesto a metà tra il medievale e il futuristico. Una distopia degna di Orwell, dove la paura per la fine dell’energia tiene il mondo sotto scacco, spingendo le persone le une contro le altre.

In tutto questo inizia la storia di Robin, giovane meccanica senza licenza che armata solo della chiave inglese lasciata dal padre, e di una pistola stordente, è chiamata, suo malgrado, ad aggiustare il mondo facendolo a pezzi. Quando abbiamo iniziato a giocare con Iconoclast ci aspettavamo il classico scienziato pazzo che voleva dominare la terra con i suoi  robot e invece ci siamo dovuti ricredere: durante l’avventura la trama ha avuto modo di toccare temi delicati come politica, ecologia ma anche religione e blasfemia, una scelta interessante che allontana questo metroidvania dagli altri, spesso incapaci di proporre qualcosa di più di una flebile traccia narrativa.

Avvitando pixel colorati

La pixel art è l’unreal engine degli indie game, eppure a noi non stanca mai specie se dettagliata e incantevole come quella proposta da Iconoclast.
Il game designer scandinavo ha messo il cuore in ogni dettaglio del gioco, dalle animazioni della protagonista a quelle delle ambientazioni. Provate a fermarvi e ad osservare ogni singola schermata, verrete subito rapiti da una colorazione vivace e satura che esalta ancora di più le potenzialità di Nintendo Switch. Il gioco, tanto nella modalità tv che in quella portatile, risulta sempre fluido e brillante regalando, anche alla vista del giocatore più navigato, uno dei migliori design degli ultimi anni. Infine, anche se non allo stesso livello del comparto grafico, la colonna sonora è ricca di motivetti ed effetti sonori esaltanti che continuerete a canticchiare anche una volta spenta la console.

Come Ratchet e forse meglio

Chi di voi ha giocato a Ratchet e Clank ricorderà il protagonista del platform Insomniac usare la chiave inglese per fare qualsiasi cosa, insieme ad un vasto arsenale di armi per devastare i nemici. La chiave inglese è l’arma principale anche della protagonista di Iconoclast che la accompagnerà ad una pistola, la Stun Gun, disponibile dai primi minuti di gioco. Se su Ratchet e Clank la chiave inglese era solo una parte del gioco in Iconoclast invece è tutto e le sue potenzialità sono state studiate nei minimi dettagli spremendo al massimo ogni possibilità di utilizzo della chiave. La filosofia di Sandberg infatti ci è sembrata proprio questa, poche armi ma spinte al massimo. Ogni oggetto che andrà ad arricchire il nostro arsenale è studiato per abbattere una determinata tipologia di nemici, per essere usato in combo con altre armi e per portare a termine i numerosi puzzle ambientali presenti. Superare barriere meccaniche a tempo, fornire elettricità a vecchi circuiti abbandonati, avvitare numerose manopole o leve, sono solo alcuni dei compiti necessari per l’avanzamento lungo la campagna principale. A questo proposito, noi abbiamo impiegato circa 15 ore per terminare la difficoltà normale ma dedicandosi all’esplorazione o affrontando il titolo in modalità difficile, potreste raggiungere anche le 20 ore complessive.

A far compagnia agli enigmi ambientali troviamo dei momenti in pieno stile platform e i combattimenti con i nemici. Colpire questi ultimi è molto semplice, grazie al sistema di puntamento automatico della pistola ma se in primo luogo questa scelta può farvi storcere il naso con il tempo si rivelerà molto interessante. Il fatto di poter mirare automaticamente un avversario, non significa che quest’ultimo venga per forza danneggiato. Molti nemici infatti usciranno indenni dai colpi della Stun-Gun costringendovi ad elaborare alcune strategie per abbatterli e togliendovi così la sicurezza che potrebbe fornire un sistema di mira assistita.

Anche se gli scontri con i nemici normali rimangono un po’ sottotono rispetto al grande lavoro svolto sui puzzle ambientali, il vero valore aggiunto del gioco sono le boss battle. Sempre diversi e mai noiosi questi scontri richiedono di mettere in pratica tutta la vostra abilità di giocatori per scoprire ogni volta la strategia che porta alla vittoria. Avrete bisogno di nervi saldi, riflessi e dovrete stare attenti anche ad ogni elemento dello scenario per far fronte ad attacchi che sembrano inevitabili.

Iconoclast non offre un sistema di crescita del personaggio ma sono comunque presenti dei tavoli da lavoro in cui è possibile potenziare il proprio armamentario a patto di avere a disposizione i materiale richiesti. Questi ultimi possono essere trovati nei vari scenari come premi per chi predilige l’esplorazione. Infine, sempre dai banchi di lavoro, i materiale potranno essere utilizzati per fabbricare dei power up equipaggiabili (vita extra, stun-gun potenziata ecc..) che però possono essere disabilitati dai colpi inferti dai nemici. Un sistema punitivo interessante che spinge il giocatore a dare il meglio di se anche negli scontri più semplici.

Commento Finale

Inaspettato, diverso, iconoclasta. Il metroidvania di Sandberg si fa beffa dei titoli affini distruggendo la mitologia sacra del genere e piegandola secondo le sue meccaniche. Iconoclast è un gioco ambizioso in cui Sandberg, con i pochi mezzi a disposizione rispetto a un tripla A, riesce ugualmente a raccontare un mondo immenso, pieno di lore e con una trama ricca di colpi di scena. Un’altra piccola perla da aggiungere alla vostra collezione Nintendo Switch.

 

This post was published on 2 Agosto 2018 15:52

Simone Alvaro "Guybrush89" Segatori

Ritrovato in tenera età su una spiaggia pixelata le sue prime parole sono state "Voglio fare il pirata!" In mancanza di un vero galeone è partito all'arrembaggio del mare della rete depredando le conoscenze di ogni isola su cui è approdato: Ha scritto per Games, VGN, Adventure's Planet, Badgames, FlopTV, Cinefilia Ritrovata, Ridble e creato qualche video per la ciurma di Game Series Network. Nel mentre la taglia sulla sua testa è aumentata e dopo che l'Università di Viterbo lo ha ritenuto un pericoloso "Capitano della Comunicazione", l'Alma Mater Studiorum di Bologna lo ha classificato come "Minaccia Pirata esperta di Cinema, Televisione e Produzione Multimediale". Per circa un anno è quindi rimasto nascosto nella Cineteca di Bologna, gestendo dall'ombra l'Archivio Videoludico e organizzando anche un ritrovo piratesco conosciuto come Svilupparty. Dopo qualche tempo passato in mare tra cinema, fumetti, serie tv, libri, aspirapolvere e videogiochi, senza mai una vera casa, mette l'ancora alla fonda nella baia videoludica di Player.it, dove passa le giornate in compagnia di scimmie, balene e altri animali. Va spesso ad ubriacarsi nella taverna di Tom's Hardware, inoltre va all'arrembaggio di libri e fumetti su Frasix, di gadget e serie TV su Nospoiler e Cinematographe e svolge ricerche su antichi manufatti per conto di Ivipro. Il richiamo dell'oceano però lo trascina continuamente tra le onde e anche se non sa dove lo porterà il vento quello che conta davvero è il viaggio.

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