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Recensione: Ken Follett’s The Pillars Of The Earth – Libri 1 e 2

Ken Follett è uno degli scrittori più prolifici ed acclamati degli ultimi quarant’anni, quasi cinquanta a dire la verità. La sua bibliografia è sterminata, dai suoi thriller sono stati tratti diversi adattamenti cinematografici e televisivi, e qualche tempo fa Daedelic Entertainment, sviluppatore indipendente tedesco, ha deciso di adattare uno dei suoi romanzi più noti in un’avventura grafica punta e clicca, ovvero “I Pilastri Della Terra”. Ecco quindi Ken Follett’s The Pillars Of The Earth, appunto avventura grafica che divide il monumentale romanzo storico in tre parti rilasciate a episodi denominati “libri”. Al momento sono stati rilasciati i libri 1 e 2, con il libro 3 in uscita in un periodo non meglio identificato del 2018.

Ken Follett’s The Pillars Of The Earth racconta la storia corale di numerosi personaggi sullo sfondo storico di un periodo molto tumultuoso della storia d’Inghilterra, ovvero il periodo dell’Anarchia, in seguito alla morte senza eredi di Enrico I. Tra gli intrighi di corte ed i più semplici problemi di famiglie lontane dalla nobiltà che devono tirare a campare, vedremo l’ascesa e la caduta di re, conti e vescovi, sventeremo complotti e costruiremo cattedrali.

Ma parliamo prima del lato tecnico, sulla storia torneremo più avanti.

Direzione artistica e comparto tecnico da premio

La prima cosa che salta all’occhio Ken Follett’s The Pillars Of The Earth è la direzione artistica. I disegni, soprattutto quelli dei fondali, sono meravigliosi. Dettagliati e coloratissimi, c’è da perdersi nella miriade di piccolezze rappresentate in un solo fondale. Giocando, avrete la tentazione di cliccare su qualsiasi cosa per vedere se i personaggi commenteranno o se quella brocca là nell’angolo è interagibile. Le animazioni dei personaggi inoltre sono incredibilmente fluide e piacevoli, per non parlare del relativo realismo – relativo perchè si parla di disegni – portato appunto dalle animazioni fluide che aiuta tantissimo ad immergersi nella storia.

Stessa cosa vale per le musiche, sebbene diventino un tantino monotone se si fanno lunghe sessioni di gioco. SOno semplici ma adatte al titolo, soprattutto perchè ben inquadrate nel contesto storico, anche se non avremmo detto di no ad un utilizzo maggiore del liuto. Splendide le voci.

Discorso particolare invece per quanto riguarda i controlli. Per onor di completezza, abbiamo testato il titolo sia con mouse e tastiera – per quanto la tastiera si usi veramente poco – che con il controller della Playstation 4, per provare a vivere l’esperienza di gioco anche come un giocatore console, e dobbiamo dire che l’impostazione che Daedelic ha voluto dare all’uso del controller non è particolarmente convincente, macchinosa e confusionaria, mentre usando il mouse l’esperienza di gioco è invece molto fluida e piacevole. La tastiera la si usa principalmente se volete vedere gli oggetti e i personaggi interagibili segnati su schermo e per richiamare il menù principale.

Salta all’occhio però una certa tendenza a nascondere i caricamenti tra un dialogo e l’altro in lunghe e ripetitive sequenze animate. Un esempio abbastanza lampante è un dialogo che si svolge in uno dei primissimi capitoli, tra uno dei protagonisti principali, Fratello Philip, e un frate del priorato di Kingsbridge, dove tra una battuta e l’altra passano almeno una decina di secondi per mostrare l’animazione della salatura di un pesce ripetuta ad nauseam senza un reale motivo, se non forse nascondere un caricamento. Andando avanti nel gioco si nota meno, però è un’occasione in cui questo “difetto” si nota particolarmente e ci sembrava giusto parlarne.

Storia di un adattamento ed un lettore un po’ snob

Essendo un’avventura grafica non si può non aprire un lungo paragrafo per quanto riguarda la storia. Essendo poi un’avventura grafica basata su uno dei romanzi storici più importanti degli ultimi trent’anni, è ovvio dedicare due righe sull’adattamento.

La storia non è per niente semplice da riassumere in poche parole, soprattutto perchè segue le vicende di molti personaggi. Da Fratello Philip, umile frate priore di un piccolo monastero che si ritrova invece a dirigere un monastero più grande pieno di debiti e la cui chiesa è crollata in seguito ad un incendio, a Tom Builder, capomastro in cerca di lavoro che per una serie di circostanze si ritrova a ricostruire la chiesa del priorato di Philip, passando per Jack ed Ellen, madre e figlio cresciuti in una grotta nella foresta come fuorilegge che per circostanze varie si ritrovano a vivere con Tom e la sua famiglia e a lavorare per la chiesa, nonostante la scarsa affinità di Ellen con le cerchie ecclesiastiche. Poi Aliena e Richard, figli di un conte accusato di tradimento, spodestati dalla loro casa che senza esperienza devono inventarsi un mestiere per vivere, l’ambiziosa famiglia Hamleigh coi loro complotti, il vescovo Waleran Bigod e tanti altri racconti che si intrecciano, il tutto all’ombra del cantiere di questa cattedrale. Alcune sono storie di ambizione, altre di riscatto, altre di meschinità e di intrigo politico, altre semplici storie di passione e d’amore.

Come sono state adattate tutte queste storie? Ebbene, per certi versi molto bene, per altri… non così tanto. Controllerete più personaggi, a turno, principalmente Philip, Aliena, Jack e soprattutto all’inizio del gioco di Tom, dandovi la possibilità di vedere più punti di vista della storia. Daedelic Entertainment ha condensato un romanzo di oltre mille pagina – per lo meno nella prima edizione italiana – in poche ore di gameplay, tagliando e condensando… forse troppo.

Temi forti e il coraggio di trattarli

Troppo perché, evidentemente per timore e desiderio di limitare i temi forti che permeano il libro – avete presente Game Of Thrones? Ecco, I Pilastri Della Terra è un proto-Game of Thrones, per temi – sono stati effettuati tagli che sminuiscono molto il percorso di alcuni personaggi, nello specifico di Aliena di di Philip. Eleggendo fin dall’inizio Waleran Bigod a vescovo invece che farlo passare per il suo iniziale ruolo di arcidiacono elimina quasi del tutto l’intrigo politico legato alle cerchie ecclesiastiche su cui ruota parte dell’arco narrativo di Philip, o togliendo lo stupro di Aliena la si riduce ad agente conto terzi che non agisce più per un miglioramento di se stessa oltre che per recuperare le terre e l’onore di famiglia, come nel romanzo, sminuendo anche il suo arco narrativo.

Certo, i tagli sono stati fatti con l’approvazione di Follett stesso, che partecipa attivamente al lavoro di Daedelic prestando la voce al frate che dirige il coro di Kingsbridge, però si poteva tagliare altro e ottenere una storia più coesa. Ci voleva solo un po’ di coraggio in più.

In conclusione

Manca ancora un capitolo, quindi il giudizio è al momento parziale, però piccoli “problemi” di adattamento a parte, Ken Follett’s The Pillars Of The Earth è un ottimo titolo se siete appassionati di avventure grafiche ma, allo stesso tempo è un titolo appetibile se siete anche solo minimamente interessati alla storia. Che vi approcciate al gioco per una passione per le avventure o perchè vi piace giocare un titolo storydriven, non importa di che genere, questo è il gioco che fa per voi. Attendiamo l’uscita del terzo libro (corrispondente alla terza parte costitutiva del romanzo) con ansia.

This post was published on 1 Febbraio 2018 12:16

Eleonora Muzzi

Professionista del doppio senso, videogiocatrice da un quarto di secolo, scrittrice per hobby, geek da sempre. Alla ricerca di più posto per sistemare i fumetti e videogiochi. Gioco ad un po' di tutto, non ho un genere preferito in assoluto, ma tendo a prediligere FPS con elementi RPG e stealth, anche se di tanto in tanto potreste trovarmi in un tunnel chiamato Cities Skylines in cui mi rintano per settimane a volte, dimenticandomi che esistono altri tipi di gioco.

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