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Recensione: Red Faction Guerrilla Re-Mars-tered (PS4)

Come recitava il titolo di un celebre film: “A volte ritornano“. La spesso criticata ondata di remaster che ha letteralmente sommerso gli scaffali dei negozi di mezzo mondo ha avuto il merito di riportare alla luce alcune perle videoludiche del passato, magari con una veste grafica al passo con i tempi, per favorire l’approccio alle nuove generazioni. Nel caso di Red Faction Guerrilla Re-Mars-tered, tuttavia, le cose sembrano stare diversamente. A distanza di nove anni dalla release per old gen, THQ Nordic decide di riproporci il capitolo più riuscito di una saga, però, oramai abbandonata a causa delle sue scarse vendite. Nonostante il gioco in questione, ai tempi, costituisse una vera e propria ventata d’aria fresca per il suo genere di appartenenza, l’unico scopo che riusciamo a leggere in una sua remaster sta in un’eventuale prosieguo della saga, a patto di un buon riscontro di pubblico, si intende.

La domanda che, a questo punto, è lecito porsi è la seguente: sarà riuscito Red Faction Guerrilla Re-Mars-tered a riscattare la sua versione old gen? Cercheremo di dare una risposta nel corpo della nostra recensione.

Red Faction Guerrilla Re-Mars-tered: si torna sul pianeta rosso

Anno 2075: l’uomo non solo è riuscito ad approdare su Marte, ma ne l’ha già resa, di fatto, una sua colonia. Grazie alle sue sconfinate risorse, la ULTOR Corporation, una spietata società di estrazione di minerali, ha deciso di stabilirsi sul pianeta rosso, facendolo diventare una miniera a cielo aperto. A causa delle sue politiche scellerate, un manipolo di rivoluzionari chiamati Red Faction riesce a rovesciare la dittatura della ULTOR, anche grazie all’intervento della Earth Defense Force, una milizia di difesa. Tuttavia, spodestata la ULTOR, la EDF si trasforma in breve tempo in una forza di occupazione, trasformandosi nel nuovo dittatore di turno e fucilando ogni oppositore. La Red Faction è quindi chiamata ad una nuova resistenza.

È a questo punto che entriamo in gioco noi, vestendo i panni di Alec Mason, un ingegnere minerario che, a seguito dell’uccisione di suo fratello perpetrata dalla EDF, deciderà di unirsi alle fila della Red Faction e di scacciare la Earth Defense Force da Marte. Va da sé che i nostri guerriglieri saranno pochi e male equipaggiati, soprattutto nelle fasi iniziali di gioco. Tuttavia, l’esperienza da minatore del nostro eroe ci tornerà maledettamente utile, soprattutto quando si tratterà di far letteralmente saltare in aria i nostri avversari.

Non c’è problema che una bomba non possa risolvere

Dal martello da minatore agli esplosivi: l’importante è distruggere.

Questa frase potrebbe riassumere l’intera essenza di Red Faction Guerrilla. Sin dalle prime battute di gioco, faremo la conoscenza con le cariche esplosive che, più di ogni altra arma a nostra disposizione, saranno la chiave per le nostre vittorie. Il gioco ci metterà a disposizione una vasta mappa, divisa in sei territori liberamente esplorabili; il nostro scopo sarà quello di far diminuire il potere della EDF e di far crescere il morale della Red Faction. Come riuscire nei nostri intenti? Semplice: facendo esplodere i nostri bersagli! Sulla mappa di gioco troveremo le strutture principali della milizia, che dovremo raggiungere e far saltare in aria. In questo modo, andremo ad indebolire i nostri nemici ed a rafforzare la resistenza.

Ogni struttura distrutta ci ricompenserà con dei materiali di scarto, che potremo successivamente riutilizzare per acquistare nuovi armi ed armature, o per potenziare quelle già in nostro possesso. Praticamente qualsiasi struttura presente in Red Faction Guerrilla potrà essere devastata in maniera più o meno “creativa”, grazie alle prestazioni del GeoMod 2.0 che, nell’oramai lontano 2009, permetteva una distruttibilità ambientale decisamente godibile. Non mancheranno ovviamente altre tipologie di armi, tra cui il celebre martello da minatore, vero e proprio simbolo del gioco, ma nulla riuscirà ad appagarvi quanto un edificio che collassa su se stesso.

L’età fa sentire il suo peso

L’operazione nostalgia, stavolta, non è riuscita del tutto.

Da un punto di vista squisitamente tecnico, l’opera di rimasterizzazione può essere considerata di buona fattura. Le texture sono più definite, il sistema di illuminazione è stato rivisitato e, come in molti giochi current gen, è presente il supporto per il 4K. Tuttavia, spostandoci sul versante delle animazioni di gioco, la sensazione è che si potesse fare qualcosa in più. I movimenti del nostro Alec risultano, in molti casi, essere piuttosto macchinosi e tutto questo, nelle missioni più concitate, potrebbe rivelarsi anche fatale.

Analizzando il gameplay di Red Faction Guerrilla Re-Mars-tered, possiamo trovare uno dei maggiori punti deboli del gioco. Chiariamo subito un aspetto di fondamentale importanza: Red Faction Guerrilla non è affatto un gioco noioso, anzi, riesce a regalare anche un buon numero di ore di intrattenimento; tuttavia, la sua appartenenza al genere open world lo ha condannato non una, ma ben due volte. In concomitanza della sua pubblicazione, ad esempio, il gioco, nonostante la bontà dei suoi contenuti, subì l’enorme successo di GTA IV, un vero e proprio colosso del genere. Oggi, nel 2018, gli open world hanno raggiunto un livello qualitativo talmente alto da far impallidire titoli di appena cinque anni fa; basti pensare ai picchi toccati, ad esempio, da Just Cause 3, che ha non pochi punti in comune col titolo in questione. Lo stesso gunplay, poi, presenta un sistema di mira decisamente poco ispirato. In base a quanto ora detto, gli amanti del genere non potranno non notare quanto il videogame in questione sia invecchiato decisamente male.

Quello che si prova giocando oggi a Red Faction Guerrilla Re-Mars-tered è un divertimento iniziale seguito da una ripetitività di fondo, soprattutto nelle Azioni Guerriglia. Le tante quest secondarie consisteranno, a turno, nel difendere un avamposto, distruggere edifici nemici, salvare ostaggi ed intercettare messaggeri. Inutile dire che, in una mappa grande quanto quella messa a disposizione, avere tante missioni tutte più o meno simili non aiuta a rendere il gameplay scorrevole e piacevole.

Giudizio finale

Diciamolo subito e senza mezzi termini: questa volta l’ “operazione nostalgia” ci ha lasciato l’amaro in bocca. Red Faction Guerrilla Re-Mars-tered riesce ad intrattenerci per un buon numero di ore, ma risente dello scorrere del tempo e, soprattutto, della presenza di giochi open world ben più vari e strutturati. Nonostante tutto, se riuscirete a chiudere un occhio su un restyling che poteva osare un po’ di più e su tutte le sue “rughe videoludiche”, potrete riassaporare uno dei giochi più promettenti e sfortunati della scorsa generazione di console, senza considerare che potrebbe essere l’ultimo Red Faction su cui potrebbero posarsi i vostri occhi.

Si ringrazia sentitamente THQ Nordic per aver fornito la copia necessaria per la recensione.

This post was published on 18 Luglio 2018 14:00

Claudio Albero

Nasce a Torre del Greco, una piccola metropoli alle falde del Vesuvio, nei favolosi anni ’80, che già però non avevano più niente di favoloso. Provano ad educarlo con Beatles e musica classica sin dalla più tenera età, ma lui, di tutta risposta, si appassiona all’ heavy metal ed ai videogame , spendendo un piccolo patrimonio in sala giochi, quando queste due parole erano ancora slegate dalle slot machine. Dopo aver mosso i primi passi su Sega Master System II con Alex Kidd, il Super Mario con le orecchie a sventola, si innamora dei platform, degli action/adventure e degli RPG, con particolare attenzione alla saga di Final Fantasy. Inguaribile sognatore con le radici saldamente ancorate nel passato, scopre la sua passione per la scrittura quasi per caso, in uno dei tanti pomeriggi passati tra i corridoi della Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, dove si laureerà giusto qualche anno dopo, con una tesi in Diritto d’Autore basata sull’opera multimediale. Dopo aver scritto di attualità e musica su Lacooltura.it , Road TV Italia e Federico TV , approda sui lidi di Player.it , in cui comincia sin da subito ad apprendere e fare domande, guadagnandosi rapidamente il titolo di “ redattore rompiscatole del mese ”. Nonostante sia legatissimo alla grande famiglia di Player, non sono rare alcune sue incursioni su portali come Gameplay Café e Spazio Rock . Musica, videogame, concerti, boardgame, modellismo, fumetti, cinema e serie tv: tanti hobby diversi tra loro, ma collegati da un fil rouge che li unisce tutti: il divertimento . È proprio questo che cerca in un videogame, è proprio questo sentimento che muove le sue dita, ed è sempre il divertimento la sensazione che cerca di infondere nei suoi articoli. Al di fuori del mondo del gaming, indossa giacca e cravatta per mimetizzarsi nel mondo degli avvocati, esercitando la professione forense, con lo scopo di conoscere a fondo le “ regole del gioco ”, nonché di minacciare di far causa a chiunque al minimo pretesto.

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