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Recensione: Operation Babel: New Tokyo Legacy

Forte del successo di critica e pubblico di Operation Abyss: New Tokyo Legacy, ecco che arriva il seguito, Operation Babel: New Tokyo Legacy, disponibile a partire dal 16 Maggio per PC e Playstation Vita. Abbiamo provato per voi la versione per la console portatile di Sony.

A metà tra il dungeon crawler e la visual novel, Operation Babel: New Tokyo Legacy non si discosta eccessivamente dal precedente nè nel gameplay nè nel concetto base trama. Controlleremo una squadra di adolescenti dalle grandi capacità che combattono contro mostri vari detti Variant nella squadra speciale Xth. Sopra i cieli di una Tokyo del futuro dai colori abbastanza monocromatici tendenti al rosso è comparso un enorme corpo celeste detto Embryo e noi dovremo portare avanti delle indagini sulla natura di questo Embryo e trovare un modo per toglierlo di mezzo.

Va detto, la storia non è esattamente l’attrattiva maggiore di questo gioco. Operation Babel da questo punto di vista non brilla, non si distingue da altri titoli più o meno noti, non da per quanto riguarda la trama per lo meno, che sembra quasi un pretesto, benchè ci siano un paio di twist interessanti andando avanti. Essendo poi narrata sotto forma di visual novel e mancando la localizzazione in italiano può essere difficile da seguire, e la tentazione di premere X per far scorrere i dialoghi veloce, benchè non sia una grande idea, in quanto si rischia di perdere dei pezzi importanti non tanto per quanto riguarda la storia ma perchè spesso, incastrati nel mezzo della trama, ci sono suggerimenti e indicazioni su come superare al meglio l’area in cui ci troviamo o dove trovare indizi o i mostri per trovare la missione.

Almeno non è necessario aver giocato il titolo precedente per capire la trama, per quanto Operation Babel: New Tokyo Legacy cominci effettivamente poco tempo dopo la fine di Operation Abyss.

Dal punto di vista del gameplay siamo di fronte ad un gioco molto molto semplice nei movimenti, avanti – indietro – destra – sinistra, ci ritroveremo a passare ore a navigare tramite menù di una complessità incredibile, per portare avanti le nostre investigazioni nelle fasi più “narrative”, per creare oggetti e potenziamenti e, nei dungeon, per selezionare le azioni da far compiere ai membri della nostra squadra, sei in totale. Tra azioni offensive, difensive, utilizzo di attacchi magici, oggetti e abilità particolari, ci sarà parecchio da fare durante i propri turni, per non parlare di quando, al quartier generale dell’organizzazione per cui lavoriamo, ci ritroveremo a muoverci lungo liste infinite di oggetti da smembrare, da creare, potenziare e altre cose tipiche da RPG.

Un pregio? Un difetto? Nessuno dei due. Sicuramente la grande varietà di opzioni permette di pianificare fino al minimo dettaglio la strategia da attuare nei combattimenti, che potremo far partire sia in modalità standard con ogni azione portata avanti singolarmente dai personaggi, che in modalità rapida dove succede tutto nello stesso momento e si velocizza di molto la fase di combattimento. Però è anche vero che un neofita potrebbe non riuscire a capire bene che cosa fare o come sfruttare al meglio un sistema molto complesso ma allo stesso tempo molto solido. O un esperto potrebbe non avere poi così tanta voglia di passare il 60% del proprio tempo di gioco a navigare in mezzo ai menù, che non sono propriamente di facile comprensione, anche per chi con i JRPG a turni ci gioca da parecchio tempo.

Certo è che Operation Babel offre un livello di sfida medio alto che sicuramente farà gola a chi, nel giocare, cerca qualcosa che lo impegni, che lo spinga ad usare il cervello e ad applicarsi invece che pigiare tasti passivamente davanti ad uno schermo, sia esso il piccolo ma luminosissimo schermo della Vita o quello più grandicello del PC.

E questo è il gameplay, fatto e finito. Si tratta semplicemente di muoverci tra un numero di aree su cui si apriranno i vari dungeon e combattere questi Variant usando tutte le nostre abilità. Sarà possibile potenziare i componenti della nostra squadra sia facendoli livellare con i punti esperienza che con un sistema tutto particolare denominato Blood Code. Si può assegnare ad ogni personaggio il “sangue” di un eroe che rappresenta una determinata capacità, siano esse quelle di combattimento corpo a corpo, a distanza, con la magia o abilità da curatore e di supporto in generale.

Starà a noi configurare la squadra al meglio delle nostre abilità di strateghi per gestirla poi durante i combattimenti e rischiare di fallire miseramente la missione perchè i mostri che incontreremo sul nostro cammino ci hanno eliminato tutti i componenti del team.

A proposito dei dungeon, attivando le funzioni online è possibile lasciare o leggere messaggi lasciati da altri giocatori che hanno già affrontato quella specifica missione in quello specifico dungeon, in un sistema alla Dark Soul che trasforma un’esperienza in solitaria in qualcosa di comunitario. Alcuni messaggi tra l’altro risultano essere molto utili per portare a termine certe missioni, trovare passaggi segreti e affrontare certi nemici molto forti andando avanti nel gioco. Tenetene

Graficamente parlando, siamo davanti ad un titolo che nel comparto tridimensionale poteva donare molto di più. I dungeon, unici elementi 3D del gioco, sono scarni e le texture a bassissima risoluzione, anche per gli standard della Playstation Vita. Le texture sono ripetitive, causano un senso di straniamento e, assieme ad alcuni elementi di gameplay che hanno proprio il compito di farti perdere l’orientamento, si finisce per perdersi, a continuare ad aprire e chiudere la mappa per capire dove si è finiti e dove si deve andare.

I personaggi invece sono tutti disegnati come degli anime, con dovizia di particolari e anche un certo fanservice che contraddistingue questo tipo di prodotto, che ammicca ad un certo tipo di pubblico, con le donnine poppute e poco vestite che regnano sovrane. Sicuramente da questo punto di vista il titolo spicca perchè effettivamente gli artwork 2D sono un piccolo gioiello. I numerosi nemici che incontreremo lungo il nostro cammino, per quanto bizzarri nell’aspetto e a tratti anche finamente innocenti, sono molto diversi tra loro e disegnati molto bene e spezzano un po’ la monotonia dei dungeon troppo simili tra loro.

Certo è che la semplicità a livello grafico e la mancanza di vere e proprie cutscene rende i tempi di caricamento fulminei e i passaggi da un’area all’altra istantanei.

Insomma, Operation Babel: New Tokyo Legacy è un discreto titolo JRPG mescolato a visual novel che però soffre parecchio sul fattore ripetitività e staticità. Le prime due o tre ore di gioco le passeremo premendo X per far avanzare i dialoghi, altre due facendo avanti e indietro tra gli stessi dungeon terribilmente ripetitivi e via discorrendo fino alla fine. Non riesce purtroppo a bissare la fortuna di Operation Abyss: New Tokyo Legacy, in quanto eccessivamente complicato con i menù infiniti e, soprattutto la mancata localizzazione in italiano. Al contrario di molti titoli di questo genere, manca anche la più basilare localizzazione dei sottotitoli, e già è difficile stare dietro a quel poco di storia che c’è per il modo in cui è raccontata, figuriamoci a seguirlo in una lingua non nostra, per quanto possiamo conoscerla bene.

Operation Babel tenta di replicare la formula di Operation Abyss: New Tokyo Legacy, ma ci riesce solo fino ad un certo punto. Questo lo rende un brutto titolo? No, assolutamente. Se siete fan del genere molto probabilmente lo apprezzerete molto, ma se siete neofiti o persone che raramente giocano questo tipo di prodotto rischiate di annoiarvi parecchio, o se non vi annoiate, il rischio di perdersi in meccaniche di gioco molto complesse – fin troppo – è altissimo. C’è da dire che Operation Babel: New Tokyo Legacy è molto lungo e vi terrà occupati per parecchie ore, e di questi tempi di giochi più brevi del tempo che vi ci vuole per uscire e andarlo a comprare, è un’ottima cosa.

Pro
+ Tempi di caricamento brevissimi
+ Artwork dei personaggi molto belli
+ Gameplay solido
+ Una sfida tutta da affrontare

Contro
+ Menù troppo complicati
+ Molto ripetitivo
+ Mancata localizzazione
+ Storia di poco conto

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Genere: JRPG/Visual Novel
Giocatori: Single player
Sviluppatore:  MAGES. Inc. ,5pb. ,Experience Inc.
Distributore: NIS America
Data D’Uscita: 16 Maggio 2017
Piattaforme: PC, Playstation Vita

Ringraziamo calorosamente NIS America per averci fornito la copia da recensire

This post was published on 27 Maggio 2017 12:00

Eleonora Muzzi

Professionista del doppio senso, videogiocatrice da un quarto di secolo, scrittrice per hobby, geek da sempre. Alla ricerca di più posto per sistemare i fumetti e videogiochi. Gioco ad un po' di tutto, non ho un genere preferito in assoluto, ma tendo a prediligere FPS con elementi RPG e stealth, anche se di tanto in tanto potreste trovarmi in un tunnel chiamato Cities Skylines in cui mi rintano per settimane a volte, dimenticandomi che esistono altri tipi di gioco.

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