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Recensione: Bonds of the skies

Molti degli amanti dei jrpg avranno sentito la mancanza negli ultimi anni di titoli old style, vista la tendenza al cambiamento delle usuali meccaniche di gioco anche in titoli di serie storiche, la recensione di oggi potrebbe destare il loro interesse: non abbiamo di fronte un titolo rpg contraddistinto da “nuove” meccaniche di gioco, diventate ormai abituali, ma un gioco che si presenta in tutto e per tutto come un titolo d’ altri tempi. Sto parlando di Bonds of the Skies,  dello studio Kemco.

Trama

Come ogni classico gioco di ruolo l’ambientazione è un mondo fantasy abitato da persone, mostri e divinità. Il protagonista Eil, è un giovane che sta per compiere il rito della maggior età e pronto per partire all’avventura, ma la sua vita viene sconvolta dalla distruzione del suo piccolo paese, avvolto nelle fiamme e nell’oscurità a causa di un demone. Eil scopre che il mostro distruttivo è in realtà una delle quattro divinità che abita il suo mondo, ma che da molti anni si credevano estinte. Con l’aiuto di Nogard, piccolo drago anch’esso divinità, decide di mettersi in viaggio per cercare validi alleati in grado di padroneggire il misterioso potere dei Grimoa (nome con cui sono chiamate le divinità) per sconfiggere il demone.

La trama si presente in modo molto semplice, sotto questo punto di vista appare pienamente nei canoni degli rpg old style, ma allo stesso tempo l’estrema semplicità dell’intreccio ci fa percepire fin da subito questo gioco come anacronistico, non essendoci una reale caratterizzazione dei personaggi nè una storia particolare ed articolata.

 

Gameplay

Fin da subito Bonds of the Skies si presenta come un gioco di ruolo molto intuitivo e semplice: le meccaniche di sono le classice del genere, sistema di combattimento a turni contraddistinto da diverse azioni selezionabili. Intraprendendo la modalità battaglia potremo scegliere tra: Attack, Skills (tecniche magiche che consumeranno i pm), Syncro (cioè la sincronizzazione con la divinità che ci consentirà di aumentare le nostre stastiche e poter utilizzare tecniche segrete), Items (utilizzare oggetti) e Guard (difesa). Al di là della modalità che ci permette di diventare un tuttuno con il Grimoa una particolarità è quella di poterci spostare nella schermata in base alla posizione del nemico per rendere i nostri attacchi più efficaci.

Come in ogni gioco di ruolo potremo comprare e forgiare il nostro equipaggiamento pagando una certa somma di denaro o acquistandolo nelle botteghe che troveremo in ogni città. Fondamentale è, però, crescere di livello sia per aumentare i propri parametri sia per poter utilizzare tecniche magiche sempre più potenti. Il gioco fin da subito si dimostra poco equilibrato: i mostri che incontreremo lungo il tragitto saranno infatti molto difficili da battere senza un’ adeguata preparazione, riducendo il tempo da dedicare alla trama drasticamente e rendendo il gioco molto monotono poichè passeremo, letteralmente, tutto il tempo a far crescere il nostro livello.

Molti diranno che è proprio questo il bello dei jrpg, ma in questo caso i combattimenti sono tutti uguali e monotoni, non abbiamo un grande numero di avversari a disposizione e inoltre gli stessi boss saranno troppo forti in confronto al livello che avremo ottenuto dopo tante ore di duro allenamento. Poichè il gioco non abbandona mai questa tendenza e non abbiamo a disposizione nessun mezzo o strategia per poter ribaltare le sorti di un incontro, verremo catapultati nuovamente in giro tra campi e boschi alla ricerca di avversari da battere unicamente per poter aumentare di livello ed il tutto diverrà ben presto frustrante.

Grafica

La grafica old style e pixellosa di Bonds of the Skies è un aspetto che si ama o si oda, non ci sono vie di mezzo. Non abbiamo filmati mozzafiato che possono intrattenerci dall’aspetto basilare e scontato delle dinamiche del gioco, sotto questo punto di vista avrebbero potuto curare maggiormante le mappe di gioco, che hanno un aspetto talmente datato da risultare noioso e privo di fascino. I personaggi sono molto carini ma anch’essi risentono di un comparto grafico scarno e poco curato. I mostri che incontreremo lungo il nostro cammino sono quelli che più hanno risentito di questa scelta grafica, avendo a volte un aspetto talmente poco curato e carico di pixel che ci sarà difficile anche capire esattamente le sembianze della creatura che ci troviamo di fronte.

Considerazioni finali

Sulla carta Bonds of the Skies si presenta in tutto e per tutto come un gioco perfetto per tutti gli amanti dei jrpg vecchio stile, con un classico sistema di combattimento a turni, e tutti quei piccoli aspetti che ci hanno fatto tanto amare i capisaldi del genere, ma la sua trama semplicificata, la sua grafica scarna e la sua curva di difficoltà altalenante rendono il gioco a volte noioso, datato e snervante.

Ho avuto modo di provare il titolo per Nintendo 3ds (disponibile al costo di circa 10 euro) ma il gioco è disponibile anche su Google Play sia in versione gratuita (con pubblicità e pagamenti dentro il gioco), sia in versione premium al costo di 5 euro  per chi non avesse a disposizione la console. Probabilmente il gioco rende molto di più in versione mobile essendo molto semplice e facile da utilizzare, ma su console presenta molti limiti risentendo di una scelta grafica e stilistica troppo datata.

Bonds of the Skies sembra uscito da altri tempi ma non è privo di difetti, ciò non toglie che potrebbe essere un buon rpg per chiunque volesse giocare a qualcosa che si distanzi dai canoni odierni del genere.

This post was published on 19 Gennaio 2018 20:42

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