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Recensione: Xenoblade Chronicles 2

Xenoblade Chronicles 2, successore dell’acclamato gioco per Wii (e più recentemente new3DS), ha promesso il ritorno della saga ad un gameplay con una storia coinvolgente e ricca di colpi di scena dopo un capitolo che ha fatto storcere il naso ad alcuni per il gameplay estremamente orientato all’esplorazione ed una trama con un finale aperto.

Il titolo è stato rivelato durante la presentazione di Nintendo Switch, avvenuta ormai un anno fa, e molti hanno sollevato dubbi sull’effettiva capacità di Monolith Soft di ultimare il gioco entro l’anno, dubbi infine fugati con la release date fissata al primo Dicembre. La domanda che ora tutti si pongono è: Xenoblade Chronicles 2 è all’altezza delle aspettative? La risposta è semplicemente un sì, ma analizziamo il titolo in dettaglio.

Trama

La vicenda ha luogo su Alrest, mondo nel quale gli esseri senzienti sono stati cacciati dalla loro dimora originale, l’Elysium, posto sull’albero del mondo che si erge su un infinito mare di nuvole nel quale nuotano enormi creature note come titani. Questi ultimi possono essere di varie dimensioni e rappresentano per le diverse razze l’unica superficie abitabile rimasta su Alrest. I più importanti ospitano una cultura ed un ecosistema differente, ma anche le enormi creature sono soggette al passare del tempo e stanno iniziando ad invecchiare e morire.

Su questo sfondo si svolge la storia di Rex, un giovane che si guadagna da vivere facendo il cacciatore di tesori sommersi nel mare di nuvole, che accettando un rischioso incarico fa la conoscenza della blade Pyra e si farà carico del suo desiderio di tornare nell’ Elysium.

I Blade (in italiano Gladius) sono delle vere e proprie armi viventi che si risvegliano a partire da speciali cristalli grazie ad un driver (tradotto con ductor in italiano), e formano un legame destinato a durare quanto la vita del driver stesso. In battaglia il blade offre la sua arma e potenzia il driver catalizzando l’energia dell’ambiente circostante.

Combat system

Il combattimento è in pieno stile Xenoblade ma con alcune modifiche: i personaggi hanno ora 3 tecniche disponibili ognuna con un proprio pulsante e non si può effettuare un auto attacco mentre ci si muove. Inoltre le varie tecniche vengono caricate tramite gli auto attacchi a segno (come succedeva per le tecniche speciali nel primo Xenoblade Chronicles), auto attacchi che vengono effettuati in gruppi di 3 a potenza crescente. Le tecniche risultano più efficaci se legate immediatamente dopo un auto attacco, ed anche esse aumenteranno di potenza, rendendo il combattimento differente e incentrato sull’abilità di trovare la giusta posizione e l’equilibrio nel ritmo tra auto attacchi e mosse speciali.

Altra novità sono le mosse blade, che vedono il driver restituire l’arma al blade che la usa per effettuare un attacco devastante. Queste tecniche possono essere caricate eseguendo le normali tecniche nel corso della battaglia e possono essere concatenate per ottenere varie combo blade che possono avere effetti aggiuntivi.

Ritorno gradito sono gli assalti di gruppo, che però ora hanno funzionamento leggermente diverso, e per essere prolungati hanno bisogno di speciali sfere che vengono create attorno al nemico dalle combo gladius.

Se questa mole di novità non bastasse ogni driver può legarsi a più blade e può portarne fino a 3 in battaglia, cambiandoli all’occorrenza. A controbilanciare questo aumento esponenziale di tecniche e personaggi a disposizione è la customizzazione del personaggio: si possono ora equipaggiare solo due oggetti e c’è un solo schema di abilità sbloccabili, scelta che a molti potrà sembrare riduttiva rispetto al primo capitolo ma che a mio avviso è stata necessaria data la mole di personaggi da gestire.

Grafica

Cosa che salta subito all’occhio e la direzione molto più orientata all’estetica anime del comparto visivo rispetto ai predecessori. Questo tipo di estetica non toglie nulla al risultato finale, i tratti più semplici e cartoonosi dei personaggi riescono ad esprimere adeguatamente le loro emozioni ed i numerosi spezzoni più leggeri risultano più convincenti che mai, utilizzando un umorismo tipicamente giapponese. Altra nota importante sulla direzione artistica è il fatto che ogni blade raro ha un diverso designer preso dal mondo dei videogiochi o degli anime, i risultati sono altalenanti ma è da apprezzare lo sforzo nel voler offrire soluzioni eterogenee.

Altro fattore importante in Xenoblade è l’esplorazione. I titani come da tradizione sono ambienti immensi e tra loro molto differenti, spesso ci troveremo a girare nelle varie aree alla ricerca di segreti o anche solo di panorami splendidi. Esplorando possiamo trovare vari punti di interesse raggiungibili poi con il fast travel, e al contempo guadagnando esperienza bonus, che potrà essere spendibile dai nostri personaggi per aumentare di livello mentre si sosta in una delle tante locande.

Sui titani inoltre si trovano diverse città nelle quali comprare oggetti utili e parlare con i cittadini ed ottenere missioni secondarie, mano a mano che risolviamo i problemi degli abitanti e compriamo nei negozi il livello di sviluppo di un luogo aumenta, ciò ci darà accesso a nuove missioni secondarie e nuovi oggetti nei negozi, facendo anche abbassare i prezzi!

Musiche

La colonna sonora composta da Yasunori Mitsuda, ACE, Kenji Hiramatsu, e Manami Kiyota è un altro punto forte del gioco. Abbandonate le scelte particolari (come il rap o il funky) che avevano contraddistinto Xenoblade X assistiamo ad un ritorno alle sonorità che tanti avevano apprezzato nel primo gioco della saga, e non poteva essere altrimenti vedendo i nomi coinvolti. Le tracce sono tutte di ottimo livello e non ci sono stonature. Le musiche riescono a sottolineare in modo molto efficace le varie fasi del gioco, risultando un grandissimo valore aggiunto.

Fin qui tutto bene, ma anche un titolo eccellente come questo non è perfetto: è possibile infatti muovere alcune critiche, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto tecnico.

Conclusioni

Principale problema del gioco sono le telecamere, non adeguatamente gestite quando ci si trova in spazi angusti, a volte si rimane senza la possibilità di vedere il proprio personaggio, e la cosa risulta molto fastidiosa. Altro principale problema è la risoluzione della versione portatile, sappiamo tutti che per la portabilità devono esserci delle concessioni tecniche, ma quelle fatte da Xenoblade 2 risultano a volte eccessive. Sebbene il frame rate si mantenga costante la risoluzione a volte scende a livelli troppo bassi, talmente tanto che a volte viene da chiedersi se sia frutto della mancanza di tempo per ottimizzare tutto oppure se sia già stato raggiunto il limite dell’hardware. Per spezzare una lancia a favore del gioco i fast travel sono invece estremamente veloci, si parla di 3/5 secondi di attesa, davvero notevole!

L’unico appunto che mi sento di fare al gameplay è la curva di difficoltà che a volte si alza un po’ bruscamente, la cosa non giungerà nuova a chiunque abbia giocato i precedenti Xenoblade (e più in generale i JRPG), gli appassionati probabilmente non riscontreranno grandi problemi, ma ciò non toglie che sarebbe forse stato opportuno un ulteriore livello di accortezza per venire incontro ai neofiti del genere.

Tirando le somme Xenoblade Chronicles 2 è una promessa mantenuta e l’ennesimo gioco di grande spessore nella libreria di Nintendo Switch, gli appassionati di giochi di ruolo non dovrebbero lasciarselo assolutamente sfuggire!

Chi non è particolarmente avvezzo ai giochi di ruolo giapponesi probabilmente non si ricrederà grazie al titolo di Monolith Soft, ma gli indecisi dovrebbero dare a Rex, Pyra e compagni una possibilità, ore e ore di avventure li attendono su Alrest…

This post was published on 11 Dicembre 2017 12:00

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