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Recensioni

Recensione The Mummy Demastered

Nel mondo dei videogiochi il Tie-In è stato per moltissimi anni sinonimo di scarsa qualità e attenzione al prodotto. Storicamente questa tesi è aiutata da una grande quantità di videogiochi su licenza i cui valori di gameplay rasentano il vuoto pneumatico.

Titoli come E.T per Atari 2600 o Superman 64 per Nintendo 64 hanno, più e più volte, vinto sondaggi sui peggiori giochi di sempre a causa di enormi lacune, finendo per diventare un terribile esempio di cosa possono essere i figli di cinema e videogiochi.

Sebbene nel corso degli anni non siano mancati titoli meritevoli (come Blade Runner, Dune II, Quack Pack, Goldeneye) il punto di svolta si è avuto nel corso del 2009 con l’uscita di un gioco in grado di cambiare finalmente le carte in tavola per quest’etichetta: Batman Arkham Asylum.

Rocksteady ridefinì i canoni dei giochi su licenza con un titolò di qualità enorme dando il giusto lustro alla licenza a cui appartiene. The Mummy Demastered ne segue le orme, puntando sul gameplay senza mettere troppo in ombra la licenza.

Castlemummyvania

Il genere di riferimento che i ragazzi di WayForward Technologies hanno scelto per il loro titolo è quello dei metroidvania. Per chi non lo conoscesse, il metroidvania è un videogioco con elementi platform e d’azione in due dimensioni; il tutto richiama la struttura RPG di Castlevania Simphony Of The Night e la unisce al mondo aperto di Super Metroid.

Una caverna, delle piattaforme ed un mucco di mostri: gli ingredienti per un metroidvania perfetto.

The Mummy Demastered finisce quindi nella scia di un genere che, grazie al mondo indipendente, ha visto una vera e propria golden age con titoli di grande qualità (Shadow Complex, Ori and the Blind Forest, Guacamelee, Hollow Knight per dirne alcuni) a fare da apripista. Il titolo si distingue dai suoi illustri compagni per due importanti caratteristiche: l’impostazione ranged dei combattimenti e la morte punitiva che fa l’occhiolino ai soulslike.

Il videogioco è ambientato nello stesso mondo del film La Mummia, film del 2017 con Tom Cruise protagonista. Il nostro compito come agente dell’agenzia Prodigium sarà quello di difendere l’umanità ed i nostri compagni dalla pericolosa avanzata della principessa Ahmaneth.

La trama viene raccontata anche attraverso piccole scene animate.

Per farlo sarà necessario viaggiare in lungo ed in largo attraverso fogne, cimiteri, strade devastate ed altre ambientazioni degne di un film catastrofico maciullando le grandi quantità di nemici che troveremo sul nostro cammino.

Secret Agent Prodigium

Come agenti Prodigium saremo dotati di un arsenale bellico di tutto rispetto in grado di trasformare i non morti in poltiglia nel giro di qualche secondo. Fucili automatici, shotgun e lanciafiamme saranno solo alcune delle armi con cui avremo a che fare; ad esse vanno poi affiancate granate di varie tipologie ed esplosivi al plastico col doppio compito di abbattere  ostacoli ed i nemici.

Gli snodi della mappa di gioco saranno superabili solo dopo aver ottenuto dello specifico equipaggiamento in grado di sopperire alle difficoltà del caso: siamo bloccati da una porta di legno? Basterà tirargli contro una granata a frammentazione per vederla ridursi in segatura. La porta è metallica? Tempo di un più potente esplosivo al plastico.

Altri ostacoli invece saranno superabili solo dopo aver raccolto i più classici tra i potenziamenti da metroidvania come lo scatto, il salto potenziato e così via. Questi power-up saranno di norma nascosti dietro a dei veri e propri muri di carne mascherati da Boss e a differenza di Super Metroid sono tutti obbligatori.

I boss non sono molto amichevoli a primo acchitto.

Il backtracking è poco per un titolo del genere e, se praticato, ricompensa il giocatore con potenziamenti in grado di ampliare il parco munizioni delle nostre armi. Esistono anche dei collezionabili rintracciabili all’interno delle ambientazioni chiamati reliquie, oggetti senza alcun valore di gameplay che però faranno la felicità degli amanti del platino a tutti costi.

Boom, Bang ed altri modi di sconfiggere il male.

Il monopolio delle armi da fuoco rende il gameplay del titolo un pelino più ragionato della media; avendo munizioni limitate per tutte le armi meno quella standard bisogna trovare il giusto equilibrio tra strategie aggressive e difensive nel tentativo di avanzare lungo le ambientazioni.

Il platforming di cui è disseminato il titolo è di buona fattura, senza mai sforare nella davvero nella frustrazione. Le ambientazioni proposte, pur variando molto a livello estetico, finiscono per non presentare grandi sfide o gimmick particolari se non quelle legate ai nemici presenti.

Un passo falso e vi aspettano minuti di backtracking…

Questi ultimi sono visivamente variegati e richiamano in più episodi il bestiario tipico del genere con zombi, mummie, pipistrelli e così via. A causa della presenza dell’odiosissimo knockback capiterà a volte di spiraleggiare in game over ripetuti a causa di nemici con animazioni istantanee e nessuna strategia semplice per evitare i loro attacchi, questo costringerà il giocatore a scontrarsi con la meccanica legata alla morte.

Come ormai da tradizione da qualche anno, dopo la venuta del messia Dark Souls, alla morte sono sempre state legate meccaniche particolari che andassero oltre il semplice game over / hai perso una vita.

In The Mummy Demastered ogni volta che si muore si dovrà recuperare il proprio equipaggiamento combattendo con il cadavere dell’agente morto negli scenari di gioco, un cadavere armato esattamente con tutto ciò che avevamo al momento della nostra dipartita.

Sconfiggere il proprio doppleganger sarà questione di pazienza e fortuna, se si muore in una zona già piena di nemici normali recuperare i propri averi diventerà piuttosto ostico e porterà a concatenare diversi game over prima di riuscire nel proprio intento.

Una volta armati di tutto punto arriverà il momento di sconfiggere i boss del titolo. Pur non essendocene molti saranno in grado di mettere i bastoni tra le ruote al nostro proseguire; questo a causa di una curva di difficoltà non esattamente intelligente. I nemici di fine “livello” hanno semplicemente troppi punti vita.

Ricordate di riempirvi le tasche di munizioni prima degli scontri importanti.

Ammazzare un boss, una volta compresi i pattern, diventa una grindare i loro hp colpendoli con l’unica arma a cui non finiscono le munizioni. Non esattamente il grado massimo di divertimento.

Demasterizziamo più cose.

L’aspetto tecnico di The mummy demastered è di sicuro uno dei suoi più grandi pregi. Tutto il gioco è realizzato con una pixel art di altissima qualità che non sfigura davanti ai lavori di studi ben più blasonati. Le ambientazioni sono pienissime di dettagli, con la giusta quantità di background in parallasse e con una colorazione sempre azzeccata.

Grande cura è stata riposta anche nella creazione degli sprites dei Boss: enormi, molto dettagliati e con animazioni niente male; alla fine del baraccone gli unici a non risaltare affatto sono gli agenti prodigium che si susseguiranno per fare le veci del protagonista. Una marmaglia tutta uguali di tizi in giubbotto antiproiettile e caschetto incapaci di lasciare il segno nella memoria a lungo termine.

Le ambientazioni hanno atmosfere e stile da vendere.

Le musiche di The Mummy Demastered seguono l’andazzo qualitativo del versante grafico: sono splendide. L’autore Monomer ha composto 51 minuti di musica estremamente efficace, una chiptune ariosa ed inquietante che richiama i misteri sonici simili a quelli intavolati da Disasterpiece con quel capolavoro della colonna sonora di Fez. Più tranquilli gli effetti sonori che fanno il compitino senza strafare o deludere nessuno.

The Mummy Demastered dura dieci ore se si punta al prendere tutto il prendibile, un paio di meno se ci si accontenta d’abbattere il boss finale. La struttura lineare del titolo, unita all’assenza di segreti eclatanti o modificatori sulla giocabilità, rende praticamente nulla la

Abbiamo recensito The Mummy Demastered su Steam grazie ad una key fornitaci da Wayforward Technologies.

Prendi una licenza famosa e tramutala in un gioco non orribile. Wayforward Technologies riesce dove molti hanno fallito grazie ad una componente tecnica fortissima ed un gameplay efficace. Dedicato a tutti quelli che vogliono passare una decina d’ore in compagnia di un buon titolo, senza dover per forza spendere una fortuna.

 

Pro

  • Musiche ispiratissime
  • Visivamente è uno splendore
  • Gameplay funzionale e divertente.

 

Contro

  • Boss stupidamente resistenti
  • Rigiocabilità del tutto assente

This post was published on 23 Dicembre 2017 12:00

Graziano Salini

Perennemente alla ricerca di legami tra argomenti distanti tra loro, con una certa predilezione per musica e videogiochi. Faccio il possibile per fare in modo che ci siano meno errori di concetto possibili sugli articoli di Player.it, grande fan degli errori grammaticali invece, quelli fanno sempre ridere. Quando non sto amministrando questo sito lavoro mi occupo di spiegare cose difficili in maniere semplici su altri siti, su tematiche molto meno allegre dei videogiochi.

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