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Mario Party: The Top 100 – Recensione

Articolo a cura di Samuele Zaboi

Mario Party è una serie longeva che ha saputo attraversare generazioni di console e giocatori, diventando una sorta di faro guida per tutti i titoli ascrivibili alla categoria dei “party game”, capaci di regale momenti di spensieratezza e puro divertimento da condividere con amici e altri utenti. Provando a fare un sunto di quanto visto in tutti questi anni, Nintendo ha lanciato, per l’ormai intramontabile Nintendo 3DS, Mario Party: The Top 100, gioco che, come da titolo, include una selezioni dei minigiochi che hanno fatto la fortuna di questa saga.
Ecco come è andata.

Tutto in 1

Sono passati ormai vent’anni dal primo Mario Party e proprio sul finire del 2017 la grande N rilascia sul mercato un titolo sensato ma allo stesso tempo pieno di insidie. Mario Party: The Top 100 è infatti una collection degli elementi che hanno segnato la storia della serie; sarà possibile ripescare minigame da Nintendo 64 fino al più recente da Wii U, con conseguente vantaggi o svantaggi di tale operazione.
Tirare a lucido un vecchio titolo, riadattandolo alla console portatile Nintendo, è sicuramente un lavoro che garantisce un miglior risultato rispetto al dover downgradare elementi approdati sulle più recenti console casalinghe della casa per poter essere adattate al motore grafico di Nintendo 3DS. Detto questo, sia chiaro, il lavoro svolto da Nd CUBE è da apprezzare per quanto concerne il comparto grafico e anche sonoro, con la ripresa delle musiche originali di vecchi titoli, in grado di garantire quel tipico e profondamente nostalgico “tuffo nel passato”.
Ma il gioco com’è? Mario Party: The Top 100, come da tradizione, si conferma divertente anche se i difetti, purtroppo, non mancano. All’interno del titolo è presente una modalità giocatore singolo attraverso la quale i giocatori potranno sbloccare tutti i minigame prendendo al contempo confidenza con le dinamiche e il gameplay di Nintendo 3DS, dove tra pressione di tasti e interazioni con il touch screen non manca di certo il divertimento. Esiste però il detto “il gioco è bello quando dura poco” ma ci sentiamo di dissentire, specialmente in una situazione come questa. Il fatto che in paio d’ore sia possibile praticamente esaurire le esperienze di gioco offerte da Mario Party: The Top 100 non è sicuramente un punto a favore del lavoro svolto da Nd CUBE, specie se si considera la natura del gioco, profondamente votata a una rigiocabilità che non abbiamo percepito come indispensabile.
A poco servono le “Sifde Minigiochi” che riescono a dare un po’ di varietà al gameplay ma senza fornire una vera e propria differenza rispetto alla modalità in single player. Il vero problema di fondo di Mario Party: The Top 100 è però un’altro e per certi tratti è sorprendente come Nintendo ci sia cascata ancora una volta.

Multiplayer, questo sconosciuto

La natura e il divertimento dei party game risiede proprio nel potersi divertire con amici e altri utenti nell’affrontare una quantità infinita di sfide all’ultimo. È vero che riunirsi nella stessa sala e giocare con una sola cartuccia sia estremamente gratificante ma è pur vero che riteniamo impensabile non inserire una modalità multiplayer online, dove con la semplice pressione di un tasto puoi collegarti e divertiti con altri utenti, ovunque essi siano. Resta un vero peccato non poter sfruttare l’ampio numero di mingame (discorso totalmente opposto per la scelta dei personaggi) che Nd CUBE ha messo a disposizione degli utenti con Mario Party: The Top 100.
Non poter affrontare sfide online toglie gran parte del divertimento e della godibilità di un party game andando, ovviamente, a inficiare pesantemente anche sul voto complessivo.
Se a tutto questo aggiungiamo infine una curva di difficoltà tutt’altro che impervia, anche con i settaggi al massimo, ecco che il titolo per Nintendo 3DS perde tutto quello che di buono è stato fatto dal punto di vista dei minigiochi e dell’attenzione rivolta a grafica e gameplay.

Commenti finali

Mario Party: The Top 100 è un esempio perfetto di quello che può essere definito come il “vorrei ma non posso”. L’assenza di una modalità multi online, un basso livello generale di difficoltà (forse per abbracciare un pubblico più ampio?, ndr) e la poca varietà nei personaggi a disposizione vanno a rovinare quanto di buono fatto dagli sviluppatore per quanto concerne la grafica, il sonoro e i contenuti: 100 minigame sono comunque veramente tanti e riescono a regalare momenti di leggerezza e divertimento ma solo se presi a piccole dosi.

This post was published on 22 Dicembre 2017 0:59

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