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Horizon: Zero Dawn – The Frozen Wilds – il parere di Simone Guybrush Segatori

Sospeso. In bilico tra fede e scienza. Dove la natura e la tecnologia sembrano aver trovato un compromesso, mentre gli uomini e le macchine sono perduti in un’antica guerra. Guerrilla Games ci riporta nell’universo di Horizon con un’altra gelida parte della storia di Aloy: The Frozen Wilds, unico DLC annunciato del gioco, ambientato nel freddo territorio oltre lo squarcio.

Recensione di Simone Alvaro “Guybrush89” Segatori

LEGGETE LA NOSTRA RECENSIONE DI HORIZON ZERO DAWN

RECENSIONE BASATA SUL CODICE DIGITALE DEL GIOCO FORNITO DA SONY

IL CALORE DELLA NEVE, IL FREDDO DEGLI UOMINI

Una danza di piedi e neve sul picco di una montagna. Una schiera di guerrieri forti come il più freddo giorno d’inverno. La morte dei propri compagni salutata da poche parole e dal grido metallico di un corno che attraversa la bufera di neve. The Frozen Wilds inizia così, dopo una lunga cavalcata verso lo Squarcio. Una nuova zona completamente ghiacciata a nord-est dei territori di Zero Dawn. Una distesa innevata avvolta nel familiare abbraccio della neve che però nasconde segreti molto pericolosi. Misteri che stanno uccidendo i Banuk, la tribù dei ghiacci, e che hanno riportato Aloy sulle tracce di un vecchio avversario.
La rottura delle rigide tradizioni di una tribù, un rapporto fraterno, la lotta eterna tra fede e scienza. È interessante vedere come tutti questi temi si intrecciano all’interno della trama del DLC ma dopo quanto fatto nell’avventura principale questo ci è sembrato un depotenziamento narrativo rispetto al cammino già compiuto da Aloy. Forse siamo troppo affamati di risposte, che arriveranno certamente in un secondo capitolo del gioco, ma da Frozen Wilds ci aspettavamo qualcosa di più di un semplice calco dell’avventura madre.

COPERTO DI GHIACCIO E DI COSE DA FARE

Se sul fronte narrativo la riproposta in piccolo di quanto già visto in Zero Dawn potrebbe stancare, è sulla facciata del gameplay che il gioco riesce a fornire più soddisfazioni. Il primo DLC di Horizon concentra il meglio dell’avventura principale in circa 15 ore di gioco, regalando fasi di gameplay molto variegate ed equamente divise tra sezioni di platforming, esplorazione, stealth e combattimenti. Le quest principali non sono molte ma restano comunque in grado di impegnare il giocatore anche per più di un’ora ciascuna. Il territorio di Frozen Wilds è ricco di attività da portare a termine ed oggetti da raccogliere, con tanto di location familiari come il Calderone, l’accampamento da conquistare e il Collolungo. Quest’ultimo, diversamente dal passato, è stato danneggiato dal freddo e per riattivarlo si dovranno recuperare alcuni componenti da feroci avversari meccanici. Le terre di The Frozen Wilds diventano accessibili già dopo un terzo dell’avventura principale ma per affrontarle al meglio è richiesto almeno un livello 30. Le macchine demoniache infatti, una sorta di upgrade delle macchine corrotte, sono molto aggressive e ben caratterizzate. I Mastini e i Gelartigli, alcune delle nuove aggiunte, sono ispirate rispettivamente ad un cane e ad un gorilla. Il primo è un segugio letale, in grado di lanciare fiamme e mine anti-uomo. Il secondo, pur essendo grosso e ingombrante, è molto veloce e particolarmente fastidioso da abbattere per via del suo punto debole, situato in una corazza sul petto quasi sempre nascosta dalla sua andatura gobba. Come se non bastasse queste nuove macchine vengono aiutate dalle Torri di Controllo, una sorta di alberi metallici, sparsi come un’infezione su tutto il territorio di gioco. Questi dispositivi di controllo emettono un’onda che si estende circolarmente tutta intorno alla torre. L’onda ripara continuamente le macchine demoniache nelle vicinanze e danneggia quelle controllate da Aloy. Perfino la protagonista subirà danni e per eliminare le torri si dovrà eseguire un overdrive su di esse invertendo a nostro favore gli effetti dell’onda. In aiuto di Aloy arriva però un arsenale tutto nuovo fornito dalle conoscenze dei Banuk. La Geliera, il Forgiafuoco e il Lanciatuono sono le nuove armi disponibili con attacchi fortemente elementali che vi permetteranno di affrontare al meglio gli avversari di Frozen Wilds. La prima spara un flusso congelante capace di rallentare i movimenti delle macchine, la seconda è un classico lanciafiamme, mentre la terza assomiglia ad un fucile a pompa caricato con pallettoni di fulmini e saette. Chiude la carrellata di novità un nuovo albero di potenziamenti chiamato Viaggiatrice. In questo nuovo albero non vi sono abilità fondamentali come nei precedenti, ma piuttosto upgrade di comodo, come la possibilità di smontare le risorse per ottenere moneta di gioco o quella di riparare le macchine controllate. Tutte queste variazioni del gameplay originario mostrano la bravura del team di sviluppo nel sapere modellare il mondo creato garantendo sempre un’esperienza di alto livello. A beneficiare delle novità sono infine anche i puzzle qui implementati tramite un sistema di nodi rotanti in cui far passare un raggio di luce e che andranno posizionati in modo che il raggio raggiunga il traguardo previsto.

IL FREDDO PROTAGONISTA

Pur sfruttando pienamente il comparto grafico del gioco madre, The Frozen Wilds si caratterizza per la bellezza del territorio dello Squarcio, tutto ammantato nel candore del gelo, scosso spesso da violente bufere di neve, a volte così forti da impedire la visibilità. Tra le nevi del DLC però è possibile trovare anche numerose pozze di acqua calda e geyser con schizzi di acqua bollenti che si alzano verso il cielo. Tremori e fiato gelato sono tra le nuove animazioni che impreziosiscono la già espressiva Aloy e che, in alcuni casi, si metterà persino ad osservare la neve soppesandone qualche fiocco. Peccato solo che il freddo invernale resti solo uno spettacolare abbellimento dello scenario, un velo bianco con cui ricoprire le macchine distrutte ma mai un vero elemento interattivo, capace ad esempio di mettere in difficoltà la protagonista o di farla arrancare nella neve.

COMMENTO FINALE

Ci siamo messi i guanti e abbiamo accompagnato Aloy in questa nuova avventura che presenta tutte le caratteristiche del capitolo originale rafforzate in diversi aspetti del gameplay. Purtroppo, dopo aver scoperto molto dell’incredibile potenziale narrativo di Horizon, grazie alla storia principale, The Frozen Wilds resta solo un’ottima missione di contorno più che un vero punto di svolta per la trama. Nonostante ciò questo DLC è un motivo in più per tornare nello splendido universo di Aloy o per avvicinarvisi per la prima volta con l’arrivo della Complete Edition del gioco il prossimo 6 dicembre.

This post was published on 6 Novembre 2017 16:15

Simone Alvaro "Guybrush89" Segatori

Ritrovato in tenera età su una spiaggia pixelata le sue prime parole sono state "Voglio fare il pirata!" In mancanza di un vero galeone è partito all'arrembaggio del mare della rete depredando le conoscenze di ogni isola su cui è approdato: Ha scritto per Games, VGN, Adventure's Planet, Badgames, FlopTV, Cinefilia Ritrovata, Ridble e creato qualche video per la ciurma di Game Series Network. Nel mentre la taglia sulla sua testa è aumentata e dopo che l'Università di Viterbo lo ha ritenuto un pericoloso "Capitano della Comunicazione", l'Alma Mater Studiorum di Bologna lo ha classificato come "Minaccia Pirata esperta di Cinema, Televisione e Produzione Multimediale". Per circa un anno è quindi rimasto nascosto nella Cineteca di Bologna, gestendo dall'ombra l'Archivio Videoludico e organizzando anche un ritrovo piratesco conosciuto come Svilupparty. Dopo qualche tempo passato in mare tra cinema, fumetti, serie tv, libri, aspirapolvere e videogiochi, senza mai una vera casa, mette l'ancora alla fonda nella baia videoludica di Player.it, dove passa le giornate in compagnia di scimmie, balene e altri animali. Va spesso ad ubriacarsi nella taverna di Tom's Hardware, inoltre va all'arrembaggio di libri e fumetti su Frasix, di gadget e serie TV su Nospoiler e Cinematographe e svolge ricerche su antichi manufatti per conto di Ivipro. Il richiamo dell'oceano però lo trascina continuamente tra le onde e anche se non sa dove lo porterà il vento quello che conta davvero è il viaggio.

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