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Super Mario Odyssey – Recensione

Recensione a cura di Pietro Gualano

Mario è senza dubbio il personaggio dei videogiochi più famoso e iconico di sempre, non per nulla Nintendo lo ha inserito in tantissimi spin-off più o meno di successo che lo hanno visto interpretare diversi ruoli. Da pilota di kart a sportivo multivalente, il nostro paffuto eroe da oltre 30 anni ci mostra di poter fare davvero di tutto. Come riuscire quindi a stupire i giocatori, a fargli sgranare gli occhi e tenerli incollati ai Joy-con di Switch con un nuovo titolo dedicato al nostro eroe se tutto sembra già esplorato e con pochi margini di originalità? Nintendo come sempre ha una soluzione per tutto e anche questa volta, con grande classe e un genio innato, ha portato la nuova avventura della sua mascotte a livelli impensabili semplicemente rendendolo capace di indossare i panni di ogni nemico presente nel gioco. Super Mario Odyssey si presenta cosi, con un’idea semplice, ma che messa in pratica dai giovani game designer della casa di Kyoto regala una seconda giovinezza per l’ex idraulico più amato del mondo.

Il meglio di 30 anni di esperienza tutto in una sola cartuccia

Dopo l’epopea del Gamecube Nintendo non ha più rilasciato dei capitoli principali per Mario in cui il nostro eroe potesse esplorare vasti livelli tridimensionali a proprio piacimento, concentrandosi o su titoli chiaramente bidimensionali e dallo stile classico oppure su varianti che però ci mettevano sempre di fronte a un livello molto lineare. L’unica saga che si è distaccata da questa tipologia era stata quella dei Galaxy che usava i mini- mondi abbandonando completamente lo stile visto da prima in Mario 64 e in Sunshine in seguito. Super Mario Odyssey invece riprende la filosofia dei mondi da esplorare, mixando sapientemente sia gli elementi che hanno reso celebre il capitolo uscito sul Nintendo 64 che quelli visti su Wii. Il titolo inizierà con la solita schermaglia con Bowser che questa volta è intenzionato a sposare la nostra amata Peach, avendo la peggio nello scontro cadremo nel regno dei cappelli, un mondo in bianco e nero dove faremo la conoscenza di Cappy, un misterioso cappello magico che deciderà di aiutarci a salvare la principessa più rapite della storia. Per la seconda volta nella storia dunque abbiamo un aiutante fondamentale per il proseguimento del nostro viaggio, a differenza di Splac 3000 visto in Sunshine, il nostro simpatico compagno di viaggio avrà delle capacità speciali in grado di rendere tutto il gioco originale e divertente come non mai. Come da tradizione nintendiana il primo livello sarà un semplice tutorial, che ci mostrerà alcune delle meccaniche base del sistema di gioco, portandoci allo scontro con un simpatico boss prima di farci vedere il logo del gioco e lanciarci nell’avventura. Come anticipato in precedenza la formula utilizzata in questo capitolo è quella vista in Mario 64, avremo diversi mondi da visitare una volta sbloccata una strana astronave che si mostreranno completamente diversi tra loro sia per ambientazione che per dimensioni, la filosofia però che li accomuna è quella scelta dai programmatori per darci una grande libertà di azione, potendo così esplorare a nostro piacimento ogni zona e stupirci delle finezze con cui i level designer hanno condito il tutto. Come dicevamo Mario ha dalla sua tutta una serie di azioni, con salti di ogni genere e tipo, aggiungendo questa volta la possibilità di rotolare. Ma è Cappy la vera sorpresa: possiede infatti dagli le abilità speciali per poter fronteggiare ogni livello. Il nostro cappello dagli occhi dolci potrà non soltanto essere utilizzato come arma per attaccare i nemici, ma anche come trampolino per permetterci di arrivare con un salto in zone altrimenti inaccessibili. Ed ecco la parte più bella: grazie ai poteri misteriosi che possiede può permetterci di prendere il controllo di ogni nemico e anche alcuni oggetti presenti nei vari livelli, dando al gameplay una freschezza e originalità impensabili. Non dovremo più calcolare solo le abilità che ha Mario per arrivare in determinate zone o sbloccare dei passaggi che ci sembrano inarrivabili, ma dovremo anche capire quali nemici possiamo utilizzare a seconda del loro potere. Una rana ad esempio ci permetterà di fare salti incredibili e arrivare così in alto che non sarebbe pensabile riuscirsi senza, un pesce ci consentirà di restare sotto la superfice dell’acqua oppure un Goomba potrà evitare lo scontro con i suoi simili e arrampicandosi su essi arrivare in zone più elevate. Insomma come avrete capito le possibilità sono tantissime e specificatamente studiate per ogni mondo di gioco, ponendo realmente la sola fantasia dei creatori di Super Mario Odyssey come limite alle potenzialità di questa nuovo titolo.

Mario si evolve e diventa immenso

Se la possibilità di avere molteplici abilità da sfruttare a seconda del livello in cui siamo sono elementi che danno al titolo una spinta incredibile verso un gameplay stupefacente e sempre originale, non si avrebbe lo stesso effetto se gli sviluppatori non fossero arrivati a creare mondi mai visti in precedenza in un gioco di Mario (almeno la maggior parte). Esagerazione dev’essere stata la parola chiave che ha indirizzato i grafici Nintendo nel creare questi piccoli universi, perché davvero non solo ci troveremo di fronte a scenari dalle mille sfaccettature totalmente diversi e quasi slegati tra essi, ma anche unici. Passare da una città metropolitana con taxi e motorini, che si possono guidare, a una cucina dove il cibo è gigantesco ci fanno pensare a qualcosa di molto diverso e lontano dai classici mondi visti sino a oggi nei titoli di Mario. Ogni livello è un universo, grande e vivo, completamente da esplorare, totalmente diverso dagli altri e che ci ha dato la sensazione che in fondo non ci sia un vero legame tra loro. Anche questa trovata, ripresa dai due Galaxy e i loro piccoli mondi su cui catapultarsi, va ad aggiungersi alle trovate semplici ma geniali che fanno la differenza. A livello di gameplay bisogna ricordare come in questo tipo di platform la difficoltà è scalata in modo tale da aumentare con il proseguimento dell’avventura, quindi sebbene i vari colori accesi e molti mondi in stile cartone animato  possano farvi pensare che i veterani avranno vita semplice, non sarà assolutamente così. E’ vero che il Game Over è stato eliminato, è impossibile morire, ma è anche vero che Nintendo ha puntato molto sul darci la totale libertà di esplorare i vari livelli, cercare non soltanto le monete di gioco (che variano anche a seconda dello stage passando da bulloni a caramelle per esempio, dando un altro piccolo tocco di classe al titolo) ma anche le mezze lune che rappresentano le stelle del classico Mario 64. Ed ecco un altro elemento inserito dalla casa di Kyoto per rendere ancora più incredibile questo gioco, le modalità con cui si sbloccano o trovano le suddette lune sono tutte diverse e completamente legate alla curiosità del giocatore di esplorare. Alcune saranno in bella vista, altre le otterremmo battendo i boss, ma la maggior parte necessità di alcune attività che non penseremmo mai di fare. Ad esempio potremo trasformarci in Goomba e salire sulla schiena di altri nostri compagni per andare a fare gli occhi dolci a una bella Goombina, che ci ricompenserà con tanto agognata mezza luna verde. Ogni livello è costellato da tantissime attività da portare a termine, le monete di gioco ad esempio possono essere speso nello stage dove sono state raccolte per comprare vestiti e accessori per Mario, sempre a tema di quello specifico mondo; questo aiuta la longevità e la rigiocabilità del titolo. Un plauso invece a Nintendo per aver scelto, a differenza di quanto fatto con l’ultimo Zelda, di inserire i costumi speciali sbloccabili con gli amiibo dedicati al gioco direttamente in-game anche per coloro che non avessero voglia di comprarle, relegando cosi le statuine ai soli collezionisti e dandoci un titolo completo al 100%, senza bugs, crush o patch da non si sa quanti giga al day one. Come dicevamo, la differenza Nintendo in questo titolo è a 360°.

Giocare sulla TV è spettacolare, giocare in mobilità è da “Mamma mia!”

Se dal punto di vista artistico non c’è nulla da dire, siamo di fronte al meglio che i grafici Nintendo potessero partorire dalle proprie menti, con mondi bellissimi e pieni di vita che trasudano voglia di esplorare a ogni angolo, da quello tecnico non possiamo che toglierci il cappello. Super Mario Odyssey è spettacolare giocare in modalità dock, mostrandosi con un gran numero di poligoni, una fluidità impressionate anche nelle situazioni più caotiche o con la presenza dei boss più immensi e con caricamenti brevi se paragonati a tanti titoli recenti di altre case. Ovviamente si tratta di un prodotto che mostra i muscoli di Switch, dimostrando come con accortezza e le giuste scelte si possa creare anche su un hardware non potentissimo come quello di una PlayStation 4 un gioco che supera tecnicamente tanti titoli del genere prodotti su essa. Ma se sulla TV siamo di fronte a un gioco che è totalmente next-gen è quando prenderemo in mano la console e ci giocheremo in giro che capiremo la vera essenza dell’ibrida creata a Kyoto, perché qui cadono le mascelle. Una grafica così bella, colorata e piena di vita, con una graniticità del frame rate che non si schioda nemmeno giocando in due, con un player che usa Mario e l’altro che usa Cappy, era impensabile pochi mesi fa. Il solo pensare di poter andare in metro o pulman con un gioco di questo calibro ci porta a pesare che probabilmente la potenza di cui Switch può vantarsi è proprio questa sua caratteristica unica. Per concludere due parole sulle musiche: tralasciando la canzone di apertura che stà spopolando anche su iTunes e che è semplicemente un’iniezione di felicità e positività, tutto il gioco ha musiche fantastiche che vi resteranno in testa per tantissimo tempo. 

Nintendo ha fatto centro per l’ennesima volta consegnandoci un Super Mario Odyssey che si presenta come uno dei migliori capitoli della saga e non solo. Fresco, originale e sempre stupefacentecon mille cose da fare, questo titolo dimostra come un game design di primo livello e alcune idee semplici ma geniali possano dare una seconda vita a un franchise che è al top da oltre 30 anni. Se avete uno Switch non potete ovviamente non averlo, ma se invece non avete ancora provveduto a comprare una è arrivato il momento di farlo, perché se siete appassionati di giochi platform non troverete di meglio per anni:  l’asticella qualitativa dei tripla A si è decisamente alzata di molto.

This post was published on 30 Ottobre 2017 11:00

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