La serie Assassin’s Creed è sicuramente molto controversa e complessa, stiamo parlando di un franchise che ha venduto milioni di copie ma che, al tempo stesso, ha sempre fatto discutere molto attirando diverse critiche. I tempi in cui Ubisoft sfornava un capitolo all’anno sembrano ormai lontani e, a quanto pare, oggi la compagnia preferisce concentrarsi maggiormente sulla qualità prendendosi il tempo necessario per realizzare giochi di dimensioni assolutamente enormi.
Articolo a cura di Pietro Gualano
Dopo aver visitato l’Italia rinascimentale, la Turchia, il Medio Oriente, la Francia e l’inghilterra, gli sviluppatori hanno finalmente deciso di proporre ai fan un’ambientazione estremamente affascinante che gli appassionati chiedevano da moltissimo tempo: l’Antico Egitto. Ovviamente ambientare la storia in un periodo temporale così distante ha avuto un certo impatto sul gameplay, un po’ come è successo con Far Cry Primal, ma ci sono alcune caratteristiche di base della serie che sono rimaste inalterate. Stiamo parlando di un’era ricca di mistero che, almeno sulla carta, sembra veramente perfetta per la serie Assassin’s Creed… Come sono andate le cose nel regno dei Faraoni?
La storia di Assassin’s Creed Origins è sicuramente molto particolare. Ubisoft ha deciso per la prima volta di andare veramente molto indietro nel tempo ambientando il gioco prima della nascita di Cristo. Il protagonista del gioco si chiama Bayek ed è un Medjay, una sorta di vigilante il cui scopo è proteggere i deboli e gli innocenti dai soprusi dei potenti. Questa figura era effettivamente presente nell’Antico Egitto ma è stata storicamente poco rispettata, i Medjay non erano certo cavalieri solitari che vagavano in cerca di giustizia ma possiamo che capire che la trama lo richiedesse.
I temi trattati sono quelli classici della serie e da questo punto di vista non si segnalano particolari novità: abbiamo la tirannia, l’oppressione, l’umiliazione e naturalmente la vendetta. E proprio quest’ultima, come successo in Assassin’s Creed 2, a motivare Bayek spingendolo ad andare avanti nella sua caccia: il nostro protagonista ha vissuto eventi terribili per colpa di uomini corrotti e ha intenzione di rimettere tutto a posto. Naturalmente, come da tradizione, in secondo piano è anche presente la trama relativa ai manufatti presente in tutti i capitoli: da questo punto di vista sono stati fatti passi in avanti, ma ci sono ancora molti interrogativi da risolvere.
Il personaggio di Bayek funziona ma non ci ha convinti al 100%… Non ha né il carisma di Ezio né il fascino di Edward, ma fa comunque il suo lavoro grazie a una caratterizzazione ben strutturata. I tratti della sua personalità sono ben definiti ed è facile entrare in sintonia con lui dopo ciò che ha subito, ma onestamente non crediamo che questo protagonista ci rimarrà nel cuore come quelli che abbiamo citato poco sopra. Anche gli altri personaggi sono abbastanza dimenticabili, i riferimenti a figure storiche sono moltissimi ovviamente ma non ci sono soggetti in grado di far saltare il giocatore dalla sedia.
I dialoghi, fortunatamente, sono stati scritti bene e il ritmo della narrazione è sicuramente buono grazie a missioni principali ben strutturate e varie. Le missioni secondarie, invece, sono piuttosto prevedibili e spesso richiedono semplicemente di recuperare un oggetto, uccidere un bersaglio o cacciare un certo animale…
Ci saremmo aspettati di più da questo punto di vista, il giocatore è portato naturalmente a completare tutti gli incarichi per acquisire esperienza aggiuntiva quindi un po’ di varietà in più non avrebbe guastato. Fortunatamente lo splendido mondo di gioco realizzato da Ubisoft riesce in parte a compensare i difetti citati poco sopra, ma ci torneremo più avanti.
In conclusione la storia di Assassin’s Creed Origins ci ha convinti, ma crediamo che si potesse fare di più… I temi di base alla fine sono sempre gli stessi, i personaggi non sono indimenticabili e la varietà non è altissima.
In Assassin’s Creed Origins i giocatori hanno la possibilità di far crescere il proprio assassino grazie a un classico sistema a livelli. Combattendo e compiendo altre azioni si acquisisce esperienza e, livello dopo livello, si ottengono determinati punti skill da investire in uno dei tre rami della abilità. Uno pensato per i giocatori che amano il combattimento corpo a corpo, uno per i fanatici degli archi e uno per chi preferisce ricorrere a strumenti, inganni e altro.
Le abilità preparate dai ragazzi di Ubisoft, fortunatamente, sono quasi tutte utili ed è onestamente gratificante vedere Bayek crescere e aumentare la propria potenza livello dopo livello. I giocatori possono scegliere senza problemi la strada da seguire in base al proprio stile di gioco e, col tempo, possono diventare delle vere e proprie ombre o delle spietate macchine da guerra. Il ritmo della progressione è sicuramente apprezzabile, non è né troppo veloce né troppo lento e permette al giocatore di apprezzare veramente ogni nuova abilità.
Il livello di difficoltà, come da tradizione per la serie, è piuttosto basso. Abbiamo affrontato la storia a livello “difficile” e non abbiamo avuto particolari problemi a causa di un’IA nemica non particolarmente brillante e di un sistema di combattimento piuttosto semplice da gestire. Bayek, di fatto, va in difficoltà solo quando deve scontrarsi contro gruppi di nemici veramente numerosi ma in uno contro uno riesce praticamente sempre a gestire la situazione.
La telecamera di gioco è stata leggermente spostata per offrire al giocatore un feeling di combattimento diverso, nel corso della battaglia è fodamentale bloccare la visuale su un determinato nemico e gestire lo spazio attorno noi nel modo migliore possibile. Le schivate, questa volta, sono molto meno efficaci e il giocatore può tranquillamente sfruttare combo di attacchi pesanti, veloci e dalla distanza. Gli archi fortunatamente sono stati realizzati bene e divisi in macro categorie, ognugno con le proprie caratteristiche.
Dal punto di vista delle armi non ci possiamo lamentare: abbiamo spade classiche, randelli, asce, armi di grandi dimensioni, spade curve, doppie lame, scudi… Ogni tipologia ha il proprio set di mosse e i propri tempi di reazione, ma non aspettatevi però un complesso sistema di statistiche. Gli oggetti, divisi per rarità si possono ottenere esplorando il mondo di gioco e depredando i cadaveri dei nemici. Naturalmente è presente anche un abbozzato sistema di crafting che permette al giocatore di potenziare il proprio equipaggiamento.
Per i potenziamenti avrete però bisogno dei materiali ma trovare cuoio o legno, tuttavia, non è affatto complicato. Grazie alla semplice pressione di un tasto possiamo osservare il mondo di gioco direttamente dagli occhi di un’aquila (un po’ come in Far Cry Primal), marcando nemici e bersagli di vario genere. Quest’operazione è estremamente utile e diventa essenziale prima di un assalto a una fortezza nemica o per individuare il nemico da colpire.
Il gameplay di Assassin’s Creed Origins, funziona: il sistema di livelli e skill ci ha convinti e anche la varietà offerta in termini di equipaggiamento. Quello che invece non abbiamo gradito è lo scarso livello di sfida che alla lunga tende a compromettere un po’ l’esperienza, dal momento che la storia non è abbastanza solida per sorreggere il tutto. La nostra speranza è che in futuro vengano fatti passi in avanti in questo senso.
L’aspetto più riuscito di Assassin’s Creed Origins è senza ombra di dubbio il mondo di gioco. L’antico Egitto realizzato dai ragazzi di Ubisoft è davvero splendido, con enormi tombe da esplorare, templi da visitare, luoghi storici da scoprire… L’atmosfera è stata veramente azzeccata al 100% e permette al giocatore di immergersi nella storia e, ora dopo ora, di imparare qualcosa di più su una delle civiltà più importanti del mondo antico.
L’Egitto è ricchissimo di storia ed è estremamente affascinante entrare in contatto con la religione, con le usanze e con la società del tempo. Il lavoro svolto dai ragazzi di Ubisoft, pur non essendo storicamente coerente al 100%, è estremamente vasto. E’ facile perdersi in un’oasi cavalcando un cammello o tra i templi delle strade di Alessandria. Il mondo di Assassin’s Creed Origins vi farà innamorare ed è senza dubbio degno delle splendide ambientazioni ricreate da Ubisoft in passato per questa serie.
Sfortunatamente, però, non mancano problemi tecnici di vario genere che alla lunga tendono un po’ a stancare. Facciamo riferimento nello specifico a una telecamera di gioco spesso imprecisa (specialmente nei combattimenti) e a un’IA non troppo brillante. Inoltre anche le animazioni sono credibili e spesso legnose, con piccoli bug grafici e di synchro del parlato.
Con la luce, invece, è stato svolto un lavoro eccellente così come con le texture. La qualità complessiva è alta anche se riteniamo che qualche patch correttiva sia comunque necessaria. I modelli dei personaggi, compreso quello del protagonista, sono stati ben curati e abbiamo apprezzato molto il lavoro svolto sui volti: questi infatti riescono spesso a trasmettere emozioni credibili e reali.
Per quanto riguarda l’audio Ubisoft ha fatto un ottimo lavoro sia con le musiche che con gli effetti. Le melodie sono perfette per il contesto mentre le voci nelle strade delle città o i rumori nella natura selvaggia sono stati realizzati bene. Il gioco, comunque, è completamente doppiato in italiano ed è pienamente godible anche nella nostra lingua.
Assassin’s Creed Origins è sicuramente un buon gioco che punta moltissimo su un’ambientazione suggestiva. Non siamo di fronte al capitolo migliore della serie, ma riteniamo che sia comunque un titolo di qualità e degno di attenzione… Peccato per una storia non indimenticabile e per qualche debolezza di troppo nel gameplay. Nei prossimi capitoli, inoltre, gradiremmo un livello di sfida maggiore per permettere ai giocatori di farsi coinvolgere maggiormente dal franchise. Dal punto di vista tecnico il gioco non brilla a causa di un’IA non eccellente e di alcune animazioni veramente non all’altezza. Il sistema di livelli e l’albero delle abilità sono invece novità interessanti permettendo al giocatore di avvertire un senso di progressione affezionandosi progressivamente al protagonista.
La storia non ci ha convinti al 100% a causa di alcuni temi già visti e di una caratterizzazione dei personaggi non perfetta. Abbiamo invece apprezzato molto il ritmo della narrazione e la varietà proposta nelle quest principali. E’ un peccato che le quest secondarie, non siano all’altezza e costringano il giocatore a svolgere incarichi ripetitivi solo per guadagnare esperienza.
This post was published on 25 Ottobre 2017 14:55
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