Articolo a cura di Pietro Gualano
La serie Gran Turismo ha letteralmente fatto la storia dei giochi di corse. Stiamo parlando di un franchise amatissimo che ha toccato l’apice nell’era PS2, per poi calare sempre di più a livello qualitativo nell’era PS3. Oggi, dopo ben quattro anni, siamo qui per affrontare un nuovo capitolo della serie pensato esclusivamente per PS4: Gran Turismo Sport. Lo diciamo subito: questo gioco è probabilmente il più controverso di tutta la saga, gli sviluppatori hanno deciso di puntare verso una direzione ben precisa che senza dubbio deluderà moltissimi appassionati. Non siamo di fronte a Gran Turismo 7, ma a un gioco legato all’universo Gran Turismo con una propria identità e un proprio preciso scopo. Dopo aver fatto questa doverosa premessa possiamo cominciare con la recensione vera e propria, iniziamo!
In Gran Turismo Sport la struttura della campagna single-player è stata completamente stravolta. Dimenticatevi i numerosissimi eventi da completare, l’immenso parco auto, le classiche coppe amatori… Nel gioco non c’è nulla di tutto ciò. Gran Turismo Sport è chiaramente orientato al mondo e-Sport e, di conseguenza, la modalità carriera non è altro che un qualcosa in più rispetto al cuore online del gioco. Abbiamo tre sezioni principali:
Accademia di guida: una vera e propria scuola dove si imparano le basi per dominare su circuito, abbiamo apprezzato moltissimo la reintroduzione delle patenti.
Esperienza su circuito: una specie di modalità prova in cui abbiamo la possibilità di prendere confidenza con l’auto e con le varie piste presenti.
Sfida missioni: il cuore della carriera single player, una serie di obiettivi da completare guidando nelle situazioni più diverse.
La carriera di base è semplicemente questo e credeteci, è stato veramente un colpo al cuore per noi. Un giocatore che ha passato centinaia di ore su PlayStation 2 cercando di prendere ogni trofeo e di comprare ogni auto si aspetta ben altro, questo gioco è veramente distante da tutti i vecchi capitoli e questo può indubbiamente disorientare. Naturalmente completando le varie sfide il giocatore riceve un punteggio e, vittoria dopo vittoria, vengono anche assegnati crediti e vetture bonus.
Complessivamente parlando possiamo tranquillamente bocciare la modalità carriera di Gran Turismo Sport, un giocatore principalmente interessato al single-player non dovrebbe prendere in considerazione questo titolo dal momento che c’è molto di meglio sul mercato. Perfino il parco auto, da sempre punto di forza della serie, è stato ridotto drasticamente rispetto ai capitoli precedenti e oggi vanta solo 164 vetture. Fortunatamente sono state tutte realizzate benissimo, con modelli assolutamente credibili e un comportamento in pista degno di nota, ma ci saremmo aspettati molto di più.
La carriera di GT Sport, in sostanza, non è altro che una buona palestra per le modalità online su cui si basa il gioco, un modo per prendere confidenza con i comandi e per capire come muoversi. Non è stimolante, non è avvincente e non è riuscita a conquistarci. L’ultimo aspetto negativo è che, ironicamente, per poter avviare la propria carriera single-player è strettamente necessario essere connessi a internet dal momento che l’unica modalità disponibile offline è quella arcade. Quest’ultima ci permette di affrontare gare veloci, prove a tempo, gare personalizzate, gare vs in locale e prove speciali.
Nella nostra recensione abbiamo detto più volte che il cuore di questo gioco è il multiplayer online competitivo, gli sviluppatori si sono chiaramente concentrati moltissimo su questo aspetto trascurandone altri. I ragazzi di Polyphony hanno preparato un sistema di classi di abilità per catalogare i giocatori e per fare in modo che le corse si svolgano tutte tra piloti più o meno con lo stesso livello di abilità. Il matchmaking, fortunatamente, funziona e permette ai giocatori di non affrontare mai gare eccessivamente squilibrate.
La modalità sport consente agli utenti interessati di partecipare a gare speciali accessibili solo per un periodo limitato di tempo, vincendo si guadagnano punti e premi speciali che, alla lunga, consentono all’utente di salire di grado e sbloccare classi superiori. Fortunatamente il piazzamento di gara non è l’unico fattore tenuto in considerazione per l’assegnazione dei punti altrimenti le corse sarebbero il far west: è infatti presente un sistema di penalità che tende a privilegiare chi ha uno stile di guida pulito e, naturalmente, rispettoso delle norme base di sicurezza. Il gioco, comunque, non è perfetto da questo punto di vista e capita spesso che vengano penalizzati anche giocatori che magari hanno subito un danno per colpa di una manovra scellerata attuata da altri utenti.
Questo discorso ci porta a un altro punto estremamente controverso della serie Gran Turismo: il motore fisico e il sistema di collisioni. Sfortunatamente certi difetti sono duri a morire e anche in GT Sport abbiamo visto auto simili a saponette in certe occasioni e, dulcis in fundo, curve tagliate sfruttando gli avversari per non uscire di pista. Gli sviluppatori hanno provato ad arginare il problema infliggendo penalità, ma a parer nostro non è ancora stato fatto abbastanza e il gioco da questo punto di vista è insufficiente. Anche il motore fisico non ci ha convinti al cento per cento: Gran Turismo Sport non è un simulatore eccellente ma nemmeno un arcade stile Need for Speed… E’ un gioco di corse accessibile a tutti che sicuramente farà innervosire molto i giocatori attenti a ogni minimo dettaglio. In ogni caso abbiamo apprezzato moltissimo lo sforzo fatto dal team di sviluppo per inserire nel gioco spiegazioni, aneddoti storici e schemi relative alle vetture e alle case automobilistiche.
La modalità sport, in conclusione, ci ha convinti. I difetti storici della serie rimangono, ma il sistema di matchmaking funziona e riteniamo che gli appassionati di corse online troveranno pane per i loro denti. La progressione per classi, inoltre, è stimolante e spinge il giocatore a superare i propri limiti per ottenere ricompense sempre maggiori.
Tecnicamente parlando Gran Turismo Sport è un ottimo gioco. Il titolo non scende mai sotto i 60 fps, i modelli delle (poche) auto presenti sono stati curati moltissimo e l’engine grafico svolge il suo lavoro senza problemi. I difetti, come abbiamo accennato poco sopra, sono nel motore fisico piuttosto debole e in un sistema di collisioni ancora insufficiente.
I circuiti, numerosi e convincenti, sono stati realizzati bene anche se gli sviluppatori avrebbero potuto curare maggiormente certi elementi di contorno, mentre siamo rimasti spiazzati dall’assenza del meteo dinamico. Molti giochi presenti sul mercato ormai propongono questa feature, quindi ci saremmo aspettati come minimo uno sforzo in questo senso da parte di Polyphony che invece non è arrivato. Gli effetti di luce sulle vetture e sulle piste, invece, sono convincenti e si possono apprezzare al 100% nella curatissima modalità foto: il gioco permette all’utente di scattare fotografie delle proprie vetture in panorami suggestivi, ma grazie all’editor è anche possibile applicare un sacco di filtri, giocare con i colori e molto altro. Gli sviluppatori hanno fatto un lavoro eccellente da questo punto di vista e i giocatori alla ricerca dello scatto perfetto si divertiranno un sacco.
Anche il sonoro complessivamente parlando ci ha convinti, con motori assolutamente credibili e rumori ambientali ben realizzati. Per concludere l’analisi tecnica segnaliamo il supporto a PlayStation VR, un’aggiunta non fondamentale ma sicuramente gradita.
Polyphony ha rischiato moltissimo con Gran Turismo Sport, ha preso un marchio consolidato e lo ha letteralmente ribaltato in ottica e-Sports. La carriera, vero marchio di fabbrica del franchise, è stata trascurata a vantaggio di una componente online avvincente e ben realizzata. Tecnicamente parlando il gioco si difende bene, ma è stato onestamente deludente trovare ancori oggi difetti che la serie si porta dietro dall’era PS2…
In conclusione GT Sport è consigliato solo ed esclusivamente ai giocatori alla ricerca di un gioco di corse online divertente e ben fatto, gli utenti che vogliono un’esperienza single-player ben strutturata invece farebbero meglio a guardarsi attorno.
This post was published on 19 Ottobre 2017 16:41
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