Recensione di Stefania Salvi
Tra le saghe più longeve della storia videoludica, iniziata nel lontano 1987 su Sega Master System, Ys di Falcom raggiunge l’ottavo episodio regolare anche in occidente, tanto su Playstation Vita quanto su PS4, versione da noi recensita.
Ys VIII Lacrimosa of DANA rappresenta, nel contempo, sia la continuazione di questa lunga tradizione sia un capitolo denso di novità, sebbene il cuore del gameplay sia rimasto fondamentalmente immutato.
Se anche non foste fan di Adol Christin, storico protagonista della saga, dovreste continuare a leggere: di action RPG così, al giorno d’oggi, non se ne vedono poi tanti.
L’isola dei naufraghi
Se non fosse che qui non ci sono starlette mezze nude e presunti vip in cerca di rilancio mediatico, la trama di Ys VIII si adatterebbe benissimo a quella di un noto format televisivo in onda durante le ultime stagioni: Adol, Dogi e una manciata di naufraghi della Lombardia, nave da crociera originariamente diretta verso il continente di Eresia, si ritrovano sulle coste di un’isola deserta in seguito all’affondamento del vascello ad opera di un mostro marino appena uscito da una novella di Lovecraft.
I numerosi passeggeri della nave erano molto diversi tra loro per estrazione sociale, condizioni economiche e scopo del viaggio, e Adol, da buon avventuriero, si fa carico di ritrovarne quanti più possibile, opera resa difficile dalla pericolosità dell’isola, popolata di bestie feroci e di specie animali credute estinte da secoli.
Il primo incontro è con una procace signorina, Laxia, ma presto il protagonista si imbatterà nel capitano Barbaros, primo ufficiale della Lombardia, e in Dogi, compagno di mille battaglie, che metteranno insieme un piccolo rifugio per i sopravvissuti al naufragio.
Ma c’è dell’altro: oltre a seguire la storyline relativa ad Adol e al suo tentativo di fuggire dall’isola maledetta di Seiren, a partire dalla seconda metà dell’avventura il giocatore farà anche la conoscenza della Dana del titolo, sacerdotessa di un misterioso culto.
Per la prima volta all’interno di una serie che ha sempre dato poco peso agli intrecci, Ys VIII prova a caratterizzare meglio i suoi personaggi, ad offrire quest secondarie utili ad approfondirne la personalità, a nascondere colpi di scena nelle pieghe del plot: il risultato complessivo, pur non eccezionale, rappresenta sicuramente un nuovo punto di riferimento per il franchise.
Il prodotto Falcom eccelle nel restituire un senso di precarietà al giocatore, favorendo un certo cameratismo nei confronti di ognuno dei rappresentanti dello sparuto gruppo di sopravvissuti: il giocatore si sente responsabile del loro sostentamento e della loro salvezza, anche grazie ad apposite missioni in cui è chiamato a difendere le mura del Castaway Village dagli assalti ripetuti dei mostri locali.
Aiuta anche la presenza della doppia traccia audio giapponese/inglese, entrambe graziate ad un buon livello recitativo, ma l’assenza di localizzazione italiana richiede una buona conoscenza della lingua d’Albione.
Come ieri, più di ieri
Ciò che ha differenziato il franchise Falcom dalla concorrenza è sempre stato il gameplay, fondato su un binomio inscindibile tra esplorazione e combattimento: se, da un lato, Ys VIII non fa nulla per allontanarsi dalla strada tracciata, dall’altro perfeziona ed arricchisce la formula base, finendo con il diventare uno degli episodi meglio riusciti della trentennale saga.
L’esplorazione dell’isola riveste un ruolo fondamentale: il giocatore è spinto a vedere più luoghi possibili da una serie di sistemi messi in atto dallo sviluppatore, come quello economico, basato sul baratto.
Spingendosi sempre più in là, in zone inesplorate di Seiren, si prendono più piccioni con una sola fava: l’incontro con altri sopravvissuti consente di condurli al villaggio, dove ognuno di essi saprà rendersi utile in qualche modo.
Tra chi forgia armi, chi si occupa dei medicinali, chi ara i campi, le opzioni per migliorare strutture, armi e corazze non mancheranno, e solo tramite uno sfruttamento intelligente di tutte queste risorse sarà possibile avanzare lungo la trama principale.
Certi ostacoli, come enormi massi o rovi di spine, possono essere rimossi solamente una volta raggiunta una quota minima (che varia di ostacolo in ostacolo) di abitanti del villaggio, ed ecco che, allora, dedicarsi al riempimento della mappa (altra attività che viene remunerata adeguatamente) rappresenta l’unico modo di progredire, rinvenendo materie prime da riutilizzare e accumulando esperienza nell’ammazzare la fauna locale, invero molto aggressiva.
E così, tra missioni principali ed incarichi secondari, fasi di Infiltrazione in cui difendere le mura del villaggio dagli invasori e scoperta di nuovi punti focali dell’isola, il giocatore entra in un loop di esplorazione, combattimento ed accumulo di risorse che gli consente di arricchire sempre di più le attività del Castaway Village.
Potenziare il party tramite miglioramenti all’equipaggiamento esistente o forgiatura di nuovi pezzi è necessario soprattutto se si deciderà di innalzare il livello di difficoltà di default: qualsiasi sia li livello scelto, comunque, il ritmo di Ys VIII si mantiene sempre sostenuto, grazie anche ad un sistema di combattimento altamente adrenalinico.
Come da tradizione, il giocatore dispone di un party di tre personaggi attivi, ognuno dei quali porta in dote una differente tipologia di attacco: ci sono nemici immuni alle armi da impatto ma deboli a quelle da punta, ad esempio, e si renderà quindi necessario passare in tempo reale da un membro all’altro del gruppo per ottimizzare l’output di danni.
Gli scontri avvengono in tempo reale, senza nessuna schermata intermedia, e somigliano sempre più, di capitolo in capitolo, a quelli di un action game puro, sulla falsariga di giochi come Bayonetta e Devil May Cry: la schivata all’ultimo istante (attivabile alla pressione del dorsale sinistro) attiva un ralenty che consente di infierire sui nemici inermi per qualche istante, mentre la parata (dorsale destro) annulla i danni in arrivo ed aumenta temporaneamente l’accumulo di energia per la barra della Limit.
Quest’ultima si attiva alla pressione contemporanea dei due dorsali, e sprigiona un attacco di grande potenza, unico per ogni personaggio: a queste condizioni, le battaglie contro i boss rappresentano uno dei punti più alti della produzione (com’era d’altronde sempre stato per la serie), anche grazie ad una colonna sonora di grande pregio.
Sebbene manchino i lustrini dei giochi di ultima generazione, quindi, Ys VIII fa affidamento su meccaniche di gioco solide e rodate e su un combat system estremamente intuitivo ma non per questo meno profondo della concorrenza: difficile non consigliarlo a tutti quelli cresciuti a pane ed Adol Christin, ma anche a coloro che cercano una buona sfida ed una mappa da scoprire.
Una generazione indietro
Se, come detto, la cura per il comparto narrativo è aumentata rispetto al passato e il gameplay si dimostra granitico, dal punto di vista visivo le cose non vanno altrettanto bene: Ys VIII è un prodotto graficamente arretrato, con costruzioni poligonali che sembrano provenire direttamente dagli albori dell’era PS3 e un set di animazioni appena sufficiente, soprattutto per gli NPC e per i nemici.
Va un po’ meglio per quanto concerne i modelli dei personaggi principali, Adol in primis, ma l’espressività facciale durante le cutscene è scarsa e solamente i filmati in stile anime, purtroppo assai rari, riescono a risollevare la produzione.
C’è da stupirsi fino ad un certo punto di questa povertà a livello tecnico: oltre ad essere stato sviluppato da uno studio talentuoso ma che non dispone di fondi da tripla A, quest’ottavo episodio delle avventure di Adol Christin è disponibile, sia in Giappone sia in Europa, anche su Playstation Vita, con tutti i limiti tecnici connessi allo sviluppo multipiattaforma con una macchina portatile.
Per il futuro, e per il bene della serie, speriamo che i prossimi episodi possano contare su un motore grafico maggiormente all’avanguardia, perché temiamo che molti utenti PS4 potrebbero perdersi un’esperienza di gioco molto godibile, spaventati da screenshot e filmati di qualità altalenante.
A livello artistico, almeno, il lavoro svolto è molto buono, con scorci assai ispirati ed un monster design di livello, che riesce parzialmente a controbilanciare le mancanze a livello poligonale.
Ma la menzione di merito più assoluta va alla colonna sonora: il team di sviluppo si è sempre distinto, sin dai tempi del PC Engine, per colonne sonore magnifiche, a base di chitarre, violini, fiati e pianoforti, e Ys VIII non fa eccezione, proponendo tracce che si sposano perfettamente con l’azione a schermo, tra le quali, dovendo scegliere, citiamo il main theme (quello della schermata iniziale, per intenderci).
Commento finale
Ys VIII Lacrimosa of DANA è, in un sol colpo, uno dei titoli migliori dell’intero franchise (se non il migliore in assoluto) e una delle più godibili avventure a stampo ruolistico attualmente presenti nella nutrite librerie di PS4 e Vita.
Questo grazie ad un combat system sfaccettato, che accoglie i neofiti ma non consente loro di abusare del button mashing, di fasi di esplorazione sempre tenute ed interessanti e di una trama che, per una volta nella serie, riesce a catturare l’attenzione del giocatore per tutta la sua durata.
Peccato solo per un comparto tecnico vecchio di una decina d’anni: se saprete soprassedere, però, vi troverete dinanzi ad un titolo ricco di contenuti, dal buon livello di sfida e dotato di una colonna sonora d’eccezione.