Articolo a cura di Pietro Gualano
Le cose hanno preso una strana piega nel mondo di Hearthstone: pensare a come si presentava il gioco un anno fa è sorprendente considerando il suo stato attuale, anche se è piuttosto difficile definire i cambiamenti come positivi o negativi. Oggi, pochi mesi dopo il lancio dell’espansione “Viaggio a Un’Goro”, siamo qui per parlare de “I Cavalieri del Trono di Ghiaccio”, un’altra espansione che arricchisce ulteriormente uno dei più famosi giochi di carte al mondo.
Le novità introdotte sono veramente tante: abbiamo eroi non morti, nuove meccaniche, nuove leggendarie potenzialmente devastanti e tante carte decisamene inutili. La domanda però, con il lancio così ravvicinato di due espansioni, è quasi ovvia: questa serie di modifiche al meta introdotte da Blizzard erano veramente necessarie? Arricchiscono davvero il gioco? Vale la pena affannarsi per recuperare le migliori carte nel minor tempo possibile? Preparate l’armatura e il mazzo, è il momento di scoprirlo insieme.
Blizzard è stata molto chiara all’inizio dell’anno del Mammut: la classica alternanza tra avventure e “espansioni” è stata abbandonata e oggi ci troviamo di fronte a un prodotto sostanzialmente ibrido. Partiamo quindi analizzando la componente single-player de “I Cavalieri del Trono di Ghiaccio” al suo stato attuale.
Le carte che si possono ottenere sono piuttosto interessanti ma non sono generalmente affascinanti come quelle viste nelle avventure del passato. I boss presenti nelle ali, come da tradizione, non sono estremamente complessi ma riescono comunque a regalare partite divertenti e stimolanti a giocatori esperti e non solo. Il boss finale, inoltre, è veramente affascinante e siamo certi che farà scendere una lacrimuccia a chi segue il franchise da molto tempo.
Complessivamente parlando la sezione “avventura” dell’espansione è sufficiente ma nulla di più: i giocatori sono spinti ad affrontare i boss per ottenere carte, buste e skin, ma il livello è comunque più basso rispetto ai vecchi contenuti single-player per quantità. E’ una precisa scelta di sviluppo, ne siamo consapevoli, ma non la possiamo condividere al cento per cento dal momento che a parer nostro toglie qualcosa al caro vecchio Hearthstone.
L’espansione Hearthstone: I Cavalieri del Trono di Ghiaccio, come abbiamo detto inizialmente, introduce diverse novità e quella più interessante è a parer nostro il concetto di eroe corrotto. Ogni singola classe ha una carta dal costo elevato che, se attivata, permette al giocatore di sostituire il proprio eroe con la sua versione corrotta, guadagnando al tempo stesso 5 di armatura e sfruttando un ottimo grido di battaglia. Usando questa meccanica, inoltre, l’utente ottiene un nuovo potere eroe decisamente interessante in alcuni casi (mago per esempio) e molto offensivo in altri (sacerdote). Promuoviamo a pieni voti la decisione di Blizzard di introdurre queste carte speciali, grazie ad esse le partite possono cambiare veramente in un attimo e i giocatori possono lanciarsi in combo impensabili fino a qualche settimana fa. Avremmo gradito un po’ di attenzione in più sul bilanciamento, ma siamo certi che i nerf del caso arriveranno puntuali come è accaduto per le scorse espansioni (magari questa volta un po’ più in fretta se possibile).
Un’altra interessante novità è la meccanica furto vitale: nel momento in cui una carta infligge un danno il giocatore rigenera la sua salute in maniera proporzionale. Per il momento non stiamo parlando di un attributo in grado di stravolgere il gioco, ma riteniamo che una meccanica di questo tipo possa essere veramente molto importante in alcuni mazzi privi di particolari elementi difensivi.
Passiamo ora al vero cuore dell’espansione: come sono le carte proposte dai ragazzi di Blizzard? E’ molto difficile dare un giudizio complessivo, ma onestamente riteniamo che il lavoro fatto dai game designer sia anche questa volta sufficiente. Le leggendarie veramente stimolanti (escludendo gli eroi corrotti) sono poche purtroppo e non ci sono carte in grado di far gridare al miracolo gli appassionati. Anche questa volta il bilanciamento non è proprio eccellente, ma almeno (a differenza di quanto accaduto in passato) non abbiamo intravisto carte in grado di rendere il titolo ingiocabile per mesi. Le carte da craftare a tutti costi per chi ama giocare in competitivo non sono moltissime e in un certo senso è anche un bene… In questo modo gli utenti F2P non sono infatti “costretti” a investire un sacco di tempo per mettersi al pari di chi acquista le bustine.
Sicuramente avremmo gradito un coraggio maggiore da parte degli sviluppatori in termini di meccaniche, originalità della carte e funzionalità in relazione al mondo competitivo. Nulla da dire invece dal punto di vista artistico: i vari disegni realizzati dagli artisti ingaggiati per l’occasione sono di alto livello e alcuni sono veramente degni di nota.
I Cavalieri del Trono di Ghiaccio è indubbiamente una buona espansione, le meccaniche introdotte funzionano senza stravolgere la formula di base. Le carte non sono tremendamente interessanti, ma ci sono alcune eccezioni che faranno sognare gli appassionati. La componente single-player è buona ma nulla di più, mentre dal punto di vista artistico il livello si conferma alto.
Complessivamente parlando l’espansione ci ha convinti, non sarà semplice star dietro al gioco con tutte queste nuove carte in breve tempo ma da veri appassionati ci butteremo anima e corpo nella costruzione di nuovi e divertenti mazzi. E voi? Raccoglierete la sfida di Blizzard?
This post was published on 29 Agosto 2017 18:10
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