Dopo averci lasciati con un interessante cliffhanger ed una tensione dualistica costante, Telltale ci traghetta verso il finale di stagione con un’interessante episodio centrale.
Se vi siete persi “gli episodi precedenti” non disperate, eccoli qui!
Character Development
I primi due episodi sono stati servi di una grossa e complessa introduzione di scenari e personaggi. Con l’innesto di molteplici villain e figure di rilievo dell’universo fumettistico del cavaliere oscuro, Telltale ha posto le basi per un’intreccio narrativo vasto ed affascinante.
Molti, come già visto anche nella prima stagione, sono stati presentati sotto una nuova luce e ciò denota sicurezza di sé e consapevolezza dei propri mezzi.
Nello specifico, in questo terzo episodio, abbiamo un interessante passo avanti dal punto di vista narrativo. È finita la smitragliata di attori per un cast nutrito e molto interessante ed è cominciato l’ottimo sviluppo dei suddetti personaggi. Il proto-Joker è agli stadi finali del suo sviluppo in quella che è una splendida incubazione che ci offre, volenti o nolenti,il posto di spettatori in prima fila. Ho la sensazione che ci sarà una stagione tre e che vedrà proprio John Doe nei panni del villain principale. Ottima caratterizzazione anche per quanto riguarda Selina che offrirà un ulteriore, ottimo, layer relazionale in cui spaziare.
Il concetto chiave di questo episodio, infatti, sono proprio le relazioni. I rapporti tra i vari personaggi danno l’impressione di essere fortemente interconnessi e, non di rado, mi è capitato di riflettere fino allo scadere del tempo per dare una risposta. Le situazioni e i dialoghi che mi son ritrovato a vivere sono, infatti, davvero ansiogene ed interessanti. Vagliare eventi passati e potenziali conseguenze per il futuro diventa un’operazione sistematica ed intrigante e le mie decisioni mi hanno dato la sensazioni di avere un’effettivo peso narrativo.
Narrazione travolgente
Il ritmo narrativo dell’ultimo episodio è stato altalenante e alcuni potrebbero aver storto un po’ il naso per qualche inflessione eccessiva. In Fractured Mask, il terzo capitolo di questa seconda stagione, non dovrete preoccuparvi per potenziali rallentamenti. Il tutto in questo episodio procede spedito in un rollercoaster di emozioni, relazioni e schiaffoni che non vi daranno tregua. C’è da dire però che il titolo, nonostante i ritmi serrati, riesce a comunicare la trama con chiarezza ed essere avvincente e non stressante per il giocatore.
Si perde anche il problema del ritmo narrativo dell’episodio precedente offrendo una formula in cui gli elementi sono amalgamati per bene. L’unico appunto è che, in virtù della presenza di un tessuto narrativo densissimo, vi ritroverete a fare molti dialoghi e a compiere molte scelte (spesso a binario) sacrificando (parzialmente) le interazioni dirette e il lato più puro di gameplay. Il cliffhanger e l’interruzione di fine capitolo a cui siamo ormai abituati, è forse ancora più brusco del solito ma non delude.
Tecnicamente parlando…
Dal punto di vista tecnico il titolo ha definitivamente e fortunatamente superato i problemini di frame rate della scorsa stagione. L’esperienza è fluida, stabile e stilisticamente appagante. Ottimo il comparto sonoro con ottimi guizzi di doppiaggio da parte di un cast che non ha bisogno di ulteriori presentazioni.
Nel terzo episodio di Batman: The Enemy Within, le minacce assumono delle connotazioni concrete. Al tempo stesso, però, l’imprevedibilità dell’intreccio narrativo terrà costantemente il giocatore in tensione. Il tutto è condito da un ottimo sviluppo dei personaggi e da dei dialoghi interessanti. Peccato per l’abuso di alcune soluzioni dialogiche e della poca interazione in generale.