Recensione a cura di Gianluca “DottorKillex” Arena
Ever Oasis è uno dei prodotti di punta dell’estate delle console della famiglia 3DS, non solo perché la direzione artistica e l’ambientazione sono adatte al caldo torrido che sta investendo la penisola italiana, ma anche perché Grezzo, la software house responsabile del titolo, si è già dimostrata più che all’altezza in occasione dei remake di Majora’s Mask e Ocarina of Time, rappresentanti d’eccezione della nutrita e pluridecorata libreria delle console portatili della grande N. Dopo aver messo su un’oasi con i fiocchi, siamo pronti a raccontarvi della nostra esperienza di gioco.
Cattedrali nel deserto
Nel mondo in cui vive Tethu, il (o la, visto che se ne può decidere il sesso ad inizio partita) protagonista di Ever Oasis, il deserto ha preso ormai il sopravvento sulle zone verdeggianti, costringendo tutti gli abitanti a spostarsi nelle oasi, unici angoli vivibili dell’enorme distesa di sabbia cocente. L’oasi del fratello maggiore di Tethu è l’ultima rimasta, può contare su un gran numero di Bulbotteghe ed offre ai suoi abitanti un tenore di vita soddisfacente, almeno fino all’intempestivo arrivo del Caos, un’entità malefica che si impossessa delle forme di vita del deserto e le costringe ad atti scellerati. Di fronte al pericolo, il fratello di Tethu lo mette in salvo, affidandolo ai venti che spazzano le sabbie, ed affronta a viso aperto la mostruosa entità: il giocatore non vedrà, come Tethu, l’esito dello scontro, il che consente al nostro di continuare sperare di rivedere suo fratello. Proprio con questo obiettivo in mente, e con il prezioso aiuto di Esna, l’ultimo spirito dell’acqua rimasto, Tethu mette in pratica tutto ciò che ha imparato negli anni, e, in quanto bulbino del Grande Albero, fonda una nuova oasi, che possa dare rifugio alle povere anime scampate da quella del fratello. La razza cui Tethu appartiene, quella dei bulbini, è un peculiare incrocio tra una forma di vita vegetale ed una umana, ed è basata sui semi da piantare: grazie ad essi, i bulbini, se adeguatamente innaffiati, possono crearsi da sé una casa e finanche una bottega. Con queste premesse, nonostante la distruzione sparsa dal Caos, un nuovo villaggio cresce a vista d’occhio, con Tethu chiamato a svolgere le vesti di sindaco, amministratore, avventuriero e ingegnere edile: i toni sono infantili e i dialoghi zuccherosi, nonostante, sullo sfondo, ci sia sempre la minaccia rappresentata dalle forze del Caos. La storia raccontata da Ever Oasis è adatta ad un pubblico molto giovane e, nel contempo, abbastanza sognante da strappare un sorriso anche ai giocatori più navigati,che ne apprezzeranno la leggerezza e le allegorie.
Esplora, combatti, rifornisci
Il gameplay del titolo Grezzo ondeggia tra le avventure in terza persona più classiche, come quelle che hanno visto un certo Link per protagonista sugli schermi di 3DS, e i giochi di ruolo d’azione più semplici, che coinvolgono ampie fasce di pubblico grazie a dinamiche di facile assimilazione. Nei panni di Tethu, il giocatore è chiamato a sdoppiarsi: da un lato, veste i panni del capomastro dell’oasi, ed in quanto tale è responsabile della sua sicurezza, del benessere dei cittadini e dell’incremento del loro numero, e dall’altro veste i panni dell’avventuriero, spingendosi sempre più in là ogni volta che lascia l’oasi, alla ricerca di tesori nascosti, oggetti smarriti e nuovi, potenziali alleati. Durante le fasi gestionali, in verità molto semplificate, egli può scegliere in quale bulbottega investire le gemme guadagnate, così da assicurare la disponibilità di certi beni per la comunità, e deve occuparsi di rifornire le scorte una volta che queste si esauriscono: per mantenere felici tutti i commercianti è sufficiente non far loro mancare la merce e posizionarli adeguatamente, magari vicino ad una delle piante che migliorano gli affari dei negozi limitrofi. Quando fuori dall’oasi, invece, le meccaniche di gioco sono assimilabili a quelle di qualsiasi action RPG uscito su 3DS negli ultimi anni: ogni personaggio dispone di attacchi ed abilità peculiari (chi è armato di lancia, chi di boomerang, chi di pala ecc.), e può contribuire alla risoluzione dei puzzle ambientali sparsi per i numerosi dungeon a suo modo. Roto può appallottolarsi ed entrare in stanze altrimenti inaccessibili, Jasper dissotterra chincagliere (utili e non) con la sua pala, mentre Miura usa la sua lancia per far leva su oggetti enormi e rovesciarli su un fianco: queste ed altre abilità, sommate alla padronanza dell’elemento del vento da parte di Tethu, costituiscono il pool di soluzioni a cui attingere dinanzi ad un enigma. Il combattimento, che avviene in tempo reale, è adatto a tutte le età: un tasto per l’attacco rapido ma meno efficace, uno per quello lento ma decisamente più forte, uno per la schivata laterale ed uno per l’abilità peculiare: le basi si apprendono già dopo pochissimi minuti, e, aldilà di nuove combo, il combat system non progredisce ulteriormente per tutta la durata dell’avventura, come d’altronde ognuno degli altri sistemi in-game, dalla gestione delle risorse alla tipologia di nemici incontrati. A patto, quindi, di non pretendere profondità e rigore dal sistema economico del gioco e da quello di combattimento, Ever Oasis si lascia giocare piacevolmente, assicurando un buon numero di ore di gioco e un continuo senso della scoperta, inficiato solamente dalla ripetitività di certe situazioni, che accompagnano il giocatore dalla prima all’ultima ora di gioco. Chiudiamo menzionando anche un piccolo problema con la telecamera durante alcuni combattimenti, causato dalla scelta di destinare il medesimo tasto (il dorsale sinistro di 3DS) al riposizionamento della telecamera e al lock sul nemico più vicino.
I mille colori del deserto
Solo Grezzo e Nintendo potevano portare così tanti colori nel bel mezzo del deserto: Ever Oasis può contare su una direzione artistica estremamente ispirata, che si sposa benissimo con i temi trattati e incontrerà tanto i gusti dei giocatori più giovani, sedotti da personaggi dal taglio buffo e tenero, quanto quelli più navigati, che prenderanno una pausa dai mondi devastati che vanno per la maggiore da diversi anni a questa parte, per immergersi nel sole abbacinante, o magari sedersi all’ombra di una palma. Tra donnole antropomorfe, bulbini, pingufi e spiriti dell’acqua, ci si sentirà catapultati proprio nel bel mezzo di una favola per bambini, e si passerà sopra molto più facilmente ad una modellazione poligonale appena discreta e ad ambientazioni sì assai varie ma anche mediamente spoglie: tale è il potere di un design artistico di qualità e le console della famiglia 3DS, negli anni, si sono giovate di parecchi titoli capaci di oltrepassarne i limiti tecnologici. Su New Nintendo 3DS, dov’è avvenuta la nostra prova, il motore grafico non è mai andato in difficoltà, nemmeno nelle (rare) occasioni in cui a schermo c’erano tre o quattro nemici contemporaneamente: appare evidente che la console portatile Nintendo sia alla fine del suo glorioso ciclo vitale, ma, cionondimeno, Ever Oasis riesce a fare la sua figura sia nelle fasi esplorative sia in quelle in cui si combatte di più. La colonna sonora accompagna degnamente l’azione, suonando sempre sulle stesse note di quel che succede sullo schermo superiore di 3DS e regalando momenti di grande tranquillità (al calare delle tenebre, se giocate di sera, vi verrà davvero sonno!) come anche frangenti assai frenetici: un buon paio di auricolari, come spesso accade con le console portatili, è caldamente consigliato.
Commento finale
Con il suo carico di personaggi buffi ed amabili, di piccole avventure che si svolgono dall’alba al tramonto e di piccole scoperte quotidiane, Ever Oasis farà la felicità soprattutto delle fasce di pubblico più giovani tra i possessori di una console della famiglia 3DS. I veterani, invece, noteranno la ripetitività di certe missioni, il basso livello di difficoltà e la scarsa profondità del combat system e degli aspetti gestionali, ma potranno comunque godersi un’avventura disimpegnata e leggera, magari dopo una giornata particolarmente dura al lavoro.