Titolo: Tokyo 42
Piattaforma: Xbox One
Publisher: SMAC Games
Developer: Mode 7
Data di Rilascio: 31 Maggio 2017
Genere: Shooter Isometrico / Platform
Homepage: Sito ufficiale
Il mercato degli Indie negli ultimi anni ha visto un’ impennata, grazie all’evoluzione degli store digitali ed al consecutivo lento abbandono dei supporti ottici, che limitavano l’espansione e la nascita di nuove software house indipendenti.
Steam e le precedenti versioni di Xbox Live su Xbox 360 prima e Xbox One dopo, hanno dato molta visibilità a molti developers, dando a tutti una chance di emergere nel mondo videoludico con titoli più o meno azzeccati, suscitando a volte un senso di nostalgia per gli amanti del retrogaming rivangando gameplay e tematiche care ai giocatori di vecchia data, altre volte invece innovando con intuizioni talvolta geniali, talvolta forse troppo azzardate.
Tokyo 42 rientra senza ombra di dubbio nella prima categoria.
CON GENITORI COSÌ…
Restaurando alcune peculiarità di vecchie glorie come Syndicate ed il primo GTA ed unendole a caratteristiche di alcuni titoli più o meno nuovi, come Mirror’s Edge e Metal Gear Solid, Tokyo 42 non propone nulla di miracoloso o mai visto, ma di certo i suoi developer si sono spremuti le meningi ed hanno avuto delle ottime intuizioni, mettendo insieme elementi di gameplay presi dai suddetti titoli ed alcuni altri, e rimestando il tutto in un mix efficace di semplicità, divertimento, coerenza videoludica e stranamente, un senso “stilizzato” di appagamento visivo.
Abbiamo di fatto a che fare con un gameplay semplice ed abbastanza intuitivo, forse a tratti inusuale per le generazioni più giovani, ma che coglie nel segno quando si tratta di arrivare dritti al punto.
Fin da subito, dopo un breve tutorial, inizieremo ad addentrarci dentro ad una Tokyo futuristica, popolata di PNG “civili”, gruppi pseudo-mafiosi e la giusta dose di ilarità.
SIAMO SERI RAGAZZI, DAI!
Già nelle prime missioni, permea l’aspetto più carino del gioco.
Personaggi spesso assurdi, missioni a volte improbabili (davvero…c’è da ammazzarsi dal ridere nel momento in cui dovrete portare un gruppo di Punk al macello da un gruppo di Nudisti, ve lo assicuro) e sebbene la comicità non sia il fulcro del gioco, è un elemento ricorrente in molte sfumature dello stesso.
Nelle missioni, nell’estetica ed in alcune features di gameplay.
Parliamo ad esempio (missione dei nudisti a parte) di Nu-Baba, un personaggio stravagante che troveremo subito alquanto strambo.
Un anziana signora, con un paio di occhiali tondi tondi che paiono essere delle lenti stereoscopiche.
Nei primi momenti di gioco farà la sua comparsa molte volte, istruendovi sui comandi e portandovi nelle fasi centrali, dove sarete liberi di esplorare la città di Tokyo in free roaming, di uccidere i passanti mantendendo un dignitoso contegno, ovviamente consci di attirare l’attenzione della polizia!
Ammetto che scorrazzare su una moto, affettando tutto quello che capita a tiro sia divertente all’inverosimile, giuro che non vorrete smettere!
Capiterà spesso di ridervela con piccole chicche quali le frasi dei PNG (something like “Io ODIO morire!“), o alcune missioni quasi assurde.
Poi la palla passerà temporaneamente ad altri personaggi “minori”, ma non per questo troppo seriosi, che vi faranno da questgiver e “compagni” durante i vostri incarichi.
Nel corso della storia il senso di divertimento non andrà né svanendo, né verrà abusato, ma è certamente bilanciato nel contesto.
Sicuramente la cosa più carina ed inusuale del gioco, che “sbloccheremo” avanti di qualche tempo, dopo non troppe missioni, è “Trackacat“.
Un gatto-oggetto che ci accompegnerà aiutandoci a scovare Nemesi e nemici, sia in giocatore singolo che più frequentemente in multiplayer.
Anche il comparto audio è stravagante, sia negli effetti sonori che nella soundtrack Synth-Wave, con quel sound anni ’80 che fa un pochino “David Hasseloff” (NdR, grazie al nostro Giulio Capone per la precisazione)
Poi…chi non ha sempre sognato di salvare il checkpoint ad una macchinetta del caffè?
BUONGIORNISSIMOOOOOO!!!!1!!!!1!
Ah già…dimenticavo le banane!
SEMPLICEMENTE SEMPLICE, NO?
Non aspettiamoci settordicimila miliardi di combo e una lista di tasti degna di Flight Simulator.
Tokyo 42 fa della propria semplicità a tuttotondo (o tuttocubico) il suo punto di forza.
I menù sono veramente ridotti all’osso, soprattutto il menu principale.
Le opzioni di personalizzazione sono poche, almeno fino a quando non entriamo in partita, dove il menu opzioni viene rifornito con i comandi e qualche scelta stilistica in più, sempre gradita e senza esagerare.
Appena entrati in gioco, notiamo come muoversi nell’ambiente sia molto bello.
La parte dominante platform del gioco è davvero intrigante.
Con qualche salto esagerato da edifici altissimi, scavalcando i parapetti, possiamo improvvisarci traceur per sfuggire a situazioni scomode, o per spostarci in punti vicini della ampia mappa di gioco, e sentirci una copia stilizzata di Faith, l’eroina di Mirror’s Edge.
La mappa è il nostro punto di accesso al mondo, e semplificherà di molto gli spostamenti, aiutandoci anche ad individuare punti di interesse grazie a delle semplicissime icone.
Prendere la mira e sparare è soltanto questione di qualche minuto.
Dopo i primi istanti di disorientamento per un sistema di mira non così diffuso (ma comunque efficace), sparare a passanti o malavitosi diventerà molto più semplice e spassoso.
Ottima la capacità di mirare in quickshoot muovendo la levetta destra, o in modo più preciso premendola ed allontando la visuale in una sorta di tiro “long range“, e lo stesso discorso vale in modo quasi analogo per le armi da lancio…granate, o banane
A conti fatti è bello cambiare un po’ dai soliti standard LT+RT.
Abbiamo anche la Polizia, si.
Vi basterà fare strage di qualche civile per destare l’attenzione delle forze dell’ordine, che arriveranno sulla loro gazzella volante.
Se deciderete di resistere, avrete 5 diverse ondate (l’equivalente dei livelli di ricercato di GTA)da cui difendervi, e vi assicuro, già la quarta vi farà drizzare i capelli!
E se morite? Beh, caffè!
Il salvataggio dei progressi è automatico, e per quanto riguarda i checkpoints, semplicemente rinascerete davanti all’ultima macchina per l’espresso attivata.
Alcune le troverete anche all’interno delle aree di missione, che in aggiunta al classico salvataggio tra uno step e l’altro della stessa, vi daranno un senso di tranquillità ulteriore per gli incarichi più ostici…forse troppa.
Un elogio va alla mappa ed al sistema di missioni.
Premendo il tasto VIEW (o BACK, per chi ama la vecchia natura delle cose) si apre la mappa di Tokyo, nella quale avremo diversi spawn points ai quali avere accesso rapido (una volta sbloccati).
Possiamo muovere la visuale e ruotarla, esplorando visivamente dalla distanza anche aree bloccate, e portandoci così il più vicino possibile a terminali o PNG.
Questi fungeranno da questgiver, con missioni primarie e secondarie, alcune delle quali richiederanno un minimo punteggio di reputazione per venire attivate.
NASCONDINO
Anche l’azione stealth è divertente, molto utile ed immediata.
Con X ci si abbassa, si passa ad un arma da mischia, e ci si avvicina furtivamente alle spalle dei malcapitati malavitosi, per poi agitarla con foga sulle loro carni.
L’ AI di gioco non è prettamente eccezionale, ma ha i suoi vantaggi.
I cattivoni hanno percorsi di ronda fissi, e se riusciamo a non farci scoprire tutto fila liscio, ma non è sempre possibile.
Verremo individuati se resteremo per troppo tempo nel cono visivo dei nemici, che tenderanno a fiondarsi verso di voi in maniera a volte disordinata, a volte quasi “intelligente“, lasciando spesso il dubbio sulla qualità dei cervelli nemici.
Probabilmente sono stilizzati pure quelli, vista la quantità di volte che si ammucchiano dietro lo stesso muro, pronti per una delle vostre granate, o banane.
E fidatevi, che la sfida in Tokyo 42 non manca spesso, specialmente quando il numero di nemici inizia a lievitare, lasciandoci la scelta quando veniamo scoperti, se affrontarli o scappare.
Nel secondo caso in particolare, possiamo indossare un abito adeguato e cammuffarci dopo essere scomparsi dalla loro linea visiva, mentre un icona ci indica il punto in cui siamo stati visti per l’ultima volta (e qui si un pochino si sente l’odore di Metal Gear, ma niente scatole di cartone picciotti), oppure correre, correre e correre.
Un iconcina gialla comparirà sotto ai piedi dei nostri nemici ad indicare che ci stanno cercando ma non ci hanno trovato.
A noi ora spetta soltanto restare nascosti dietro ad un muro, un edificio, o ad un piano diverso per qualche tempo.
PUNTI DI VISTA
La visuale isometrica è limitata ad 8 diversi angoli visivi in Tokyo 42, premendo LB ed RB sarà possibile ruotarla di 1/8 per aggirare visivamente gli ostacoli, gli alti palazzi di Tokyo o per avere una miglior linea di tiro.
Purtroppo però a volte la cosa si riflette negativamente sul gameplay, andando ad impegnare i nostri movimenti in azioni diverse nello stesso momento, come muoversi mentre si ruota la visuale e si prende la mira per poi sparare.
A volte è difficile orientarsi a causa della mancanza di trasparenze, e della visuale isometrica, nella quale spesso è difficile trovare una buona angolazione, costringendoci a provarle tutte.
La cosa risulta di difficile digestione, ed alcune volte confusionaria, incrementando la sensazione di disappunto, quando a causa degli scatti di visuale repentini e della poca efficacia della rotazione che useremo molto spesso, finiremo impallinati o cadremo dallo scenario.
Altra nota dolente ad ora è la mancanza di un effetto trasparenza sugli edifici in primo piano rispetto al giocatore, che spesso ci costringono a cambi di angolazione, ed in alcuni rari casi anche quello sembra non aiutare del tutto.
In compenso devo dire che l’effetto profondità di campo sugli oggetti non in focus è davvero davvero carino.
TUTTO QUADRA, TUTTO CUBA
Graficamente, non è un gioco eccezionale.
Sviluppato con Unity, presenta un framerate omogeneo e quasi mai rallentato.
L’unico caso osservato, è all’interno della mappa di gioco, dove il rate sembra droppare in modo quasi clamoroso.
Tokyo 42 è semplice, e minimalista.
Ma come Minecraft e molti altri titoli hanno insegnato, minimalista non vuol dire per forza brutto.
Tokyo risulta assolutamente adorabile e raramente ripetitiva nonostante la predominanza di elementi cubici e textures monocromatiche, al punto da ricordare in molti frangenti una città costruita con i mattoncini Lego.
Nonostante tutto la mappa di Tokyo non risulta monotona, al contrario è spesso caratteristica e contornata di oggetti stravaganti, come delle Carpe Koi giganti rinchiuse in un cubo di vetro
Qua e là, la predominanza cubica è interrotta da qualche modello poligonale più complesso, che ci aiuta come punto di riferimento, e rende ancora più gradevole giocare a Tokyo 42.
In alcuni rarissimi casi (troverete MOLTO PRESTO delle scale nere a spirale che vi faranno dannare) questi due fattori si sommano creando un elemento di confusione e di disturbo, ma spesso sono così ben amalgamati da risultare piacevoli.
L’aspetto del gioco a volte ci darà la sensazione di essere dentro ad un mondo costruito con dei mattoncini Lego
I personaggi sono stilizzati ma la visuale non si avvicinerà quasi mai abbastanza da permettervi di vederli nel dettaglio, al punto da non farvi pesare la poca caratterizzazione, mentre le icone sui personaggi “cattivi” vi aiutano a capire chi deve perire e chi no.
Questo cambia soltanto durante alcune cutscene in grafica di gioco, dove la telecamera si avvicina molto, dandoci la senzazione di un ennesima caratteristica stilizzata e portante per questo gioco.
La differenziazione delle aree di Tokyo 42 è invece abbastanza evidente, ponendo alcuni elementi caratteristici che aiutano a distinguere un area dall’altra, rendendo l’orientamento visivo una cosa semplice ed efficace.
CHE STORIA RAGAZZI!
I gruppi Anti-NanoMed sono agguerriti ed armati di bombolette spray!
Appena entrati nel gioco, ci ritroveremo braccati dalla polizia, ed appena saltato il primo ostacolo, inizierà un breve tutorial, ad immergerci nel gameplay e nella trama di Tokyo 42.
La plot non è nulla di eccezionale, và detto, ma ha un certo nonsoché.
Una grande compagnia farmaceutica, la NanoMed, ha sviluppato un farmaco per la “vita eterna“, e la città di Tokyo è divisa in due.
Chi supporta la causa ed il progresso, ed i rivoluzionari di svariati gruppi che non credono alle parole della compagnia, e faranno di tutto per farla sprofondare sotto il peso delle sue stesse azioni.
La trama è quasi esclusivamente raccontata attraverso bolle di testo, rendendo difficile a volte avere un punto chiaro della situazione, specialmente quando si gioca a tempo perso
Il personaggio verrà più volte sballottato da gruppi pseudo-mafiosi doppiogiochisti, sempre sotto l’attenta guida della stramba Nu-Baba, vedendosi coinvolto in microcospirazioni, atti di vandalismo anti-NanoMed, e sporchi lavori al soldo della multinazionale Nipponica.
Per il giocatore, fare il punto della situazione non è sempre semplice, soprattutto a causa della mancanza di caratteristiche come le voci dei personaggi, e dovendo basare la conoscenza di quel che succede intorno a loro soltanto su bolle di testo nelle conversazioni prima, dopo e durante le missioni, e nelle rare cutscene di gioco.
Avanzando, la storia si fa interessante ma…NIENTE SPOILER!
CACCIA AL TOPO
Al momento di questa recensione, Tokyo 42 è ancora in fase di pre-release, ormai definitivo, ma non verrà rilasciato fino al 31 Maggio 2017.
Cosa vuol dire?
Che ci ho provato ed ho sperato di trovare qualche compagno di giochi, ma ad ora non è stato possibile!
Trackacat dovrà aspettare nel trasportino ancora qualche giorno, purtroppo…
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Prima della valutazione, un video di Gameplay, che vi aiuterà a capire meglio alcune delle cose che avete letto qui sopra.
PRO
- Gameplay semplice
- Divertente nella caratterizzazione
- Graficamente appagante
- Minimalista ma completo
CONTRO
- AI non eccelsa
- Rotazione della visuale scomoda
- Trama spoglia e poco tracciabile
- A volte troppo semplice
Note del redattore:
Ho giocato a Tokyo 42 dapprima in modo superficiale, poi facendomi coinvolgere sempre di più già dopo qualche tempo.
Nonostante la scarsa quantità di tempo a disposizione (mio personale, a “causa” di lavoro e famiglia) ho sempre trovato ogni attimo piacevole, ed ho sempre trovato qualche sorpresa a tenermi incollato “ancora qualche minuto”, che poi diventava almeno un ora.
Un ottimo gioco per staccare la spina dal lavoro, o se si vuole passare a qualcosa di meno impegnativo dei soliti “Tripla A” o dalle spesso frustranti partite multiplayer più “hardcore”.
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Recensito grazie alla versione di gioco fornita da SMAC Games