Ultra Street Fighters II: The Final Challengers – Recensione

Nella storia dei videogiochi ci sono da sempre saghe che hanno segnato il mercato, cambiando totalmente il modo di concepire certi generi o risollevandoli quando sembravano ormai passati di moda. Street Fighter è uno di quei brand, tra i più famosi e importanti picchiaduro che siano mai stati creati. Il fatto che una sua versione rivista e corretta arrivi su Nintendo Switch ha lasciato in molti titubanti sulla scelta di Capcom, da un lato facendo storcere il naso ai puristi e nostalgici e dall’altro facendoli incuriosire. La versione Turbo di Super Street Fighter 2 usci nel 1994 a soli 5 mesi di distanza dal predecessore e serviva in qualche moda a inserire tutti gli elementi che per la fretta di pubblicazione furono omessi in precedenza. All’epoca le patch o aggiornamenti non esistevano, oggi però il discorso è diverso e quello che ci ritroviamo di fronte è un vero e proprio update di quel titolo, a distanza di 23 anni e con il genere che è cambiato e mutato nel frattempo. Se nel 2008 la versione HD Remix per PlayStation 3 e Xbox 360 non riscosse un buon successo con questo Ultra la società nipponica è convinta di aver imparato dagli errori passati e di poter dichiarare che è finalmente giunto tra noi l’episodio definito del secondo capitolo del suo celebre franchise. Ma è davvero cosi oppure nonostante gli anni e l’esperienza accumulata in quel di Osaka si sono dimenticati alcune cosi?

Sheng Long continua a nascondersi nell’ombra

La maggior parte dei giocatori non è a conoscenza di quanto il mondo dei picchiaduro sia stato precursore di tutti gli eSports moderni, e non soltanto con i più recenti titoli ma anche con quelli del passato. Il capitolo Super X di Street Fighter 2 ha ancora oggi una forte community che gioca e organizza tornei regolarmente, non soltanto in Giappone, ponendosi tra i primi tre capitoli più importanti del franchise. Se circa 10 anni fa Capcom aveva semplicemente pensato di realizzare una versione con grafica in alta definizione del titolo, spinta da quella che era la moda del momento nata sul defunto Xbox Live Arcade, ciò che ci propone oggi è un titolo che va a toccare nel gameplay un sistema di combattimento che ormai è un’istituzione. Il compito capirete che non solo è molto rischioso ma anche non semplicissimo, andiamo quindi con ordine e vediamo cosa propone realmente questo Ultra rispetto il passato. Il sistema di gioco è rimasto ovviamente invariato, come sempre avremo a disposizione tre tipi di pugni e calci diversi attraverso i quali effettuare varie combo e sfruttare le mosse speciali di ogni lottatore, con le solite super mosse effettuabili quando l’apposita barra sarà carica. Quello che c’è di nuovo è la presenza delle controprese, ovvero la possibilità di evitare di subire una presa se premeremo nel momento giusto l’apposito tasto, oltre il bilanciamento dei vari personaggi con il cambiamento del danno in base a vari buff e nerf a seconda di ciò che i programmatori hanno ritenuto più opportuno. In generale adesso anche la barra per poter scatenare la super si ricarica più velocemente, mentre non sembra essere stato modificato per nulla Akuma che resta ancora troppo potente e quindi da bannare da ogni torneo come ormai avviene da due decadi. Ciò che risalta all’occhio del giocatore meno esperto è senza dubbio la presenza sia di Evil Ryu che Violent Ken, due varianti dei protagonisti della serie già ampiamente presenti in altri capitoli ma qui in una veste del tutto inedita. La versione posseduta dal Metsu Hado di Ryu è purtroppo quello che avrebbe dovuto essere Akuma, quindi una sua versione depotenziata in grado essere usata potenzialmente anche in un torneo senza rischiare di sbilanciare troppo le sorti del match. Avremmo ovviamente preferito qualcosa di completamente inedito, ma purtroppo anche la presenza del Raging Demon come super dimostra le intenzioni di Capcom nella sua realizzazione. Per ciò che concerne il Ken posseduto dal potere psichico di M.Bison invece possiamo essere davvero soddisfatti, visto che il suo stile porta davvero aria fresca al capitolo e si dimostra molto più divertente e appagante da usare. Le novità dentro il ring finiscono qui e sebbene potrebbero non sembrare tante per un occhio non esperto in realtà tanti matchup sono cambiati e molti giochi di zoning non possono più essere fatti con cosi facilità.

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Non c’è il visore VR per Switch ma vuoi mettere lanciare un hado dalle mani lo stesso?

Ad Osaka devono aver pensato che in qualche modo andava sfruttata la console e anche giustificare il prezzo del gioco, per questo ci ritroveremo con alcune modalità di gioco inedite come appunto “La via dell’Hado” o la così detta co-op che in realtà è la Dramatic Battle di tutti gli altri capitoli. Oltre al classico Arcade attraverso il quale affrontare gli altri combattenti per poter battere il cattivone di turno e vederne la sequenza finale è stata inserita anche la possibilità di giocare nei panni di Ryu in prima persona sfruttando il motore grafico di Street Fighter 4. Questa modalità ci vedrà impegnati a usare i due Joy-con di Switch per sfruttarne gli accelerometri in modo da eseguire le sue mosse speciali, combattendo in prima persona contro gli scagnozzi di Shadaloo prima dello scontro finale con M.Bison. Carina e interessante introduzione che ha un’utilità pari a zero, visto che la proverete una volta sola, massimo due, per poi dimenticarvi della sua esistenza per il resto del tempo che giocherete. Sinceramente avremmo preferito di gran lunga che la società si concentrasse sul resto dei contenuti e sul come porli al giocatore sfruttando Switch, invece di perdere tempo a riciclare il quarto episodio per tirarne fuori una modalità fuori contesto e che non serve davvero a nulla se non mostrare la bontà degli HD Rumble della macchina Nintendo, ma ormai lo sappiamo che sono i migliori sul mercato. Avremmo infatti preferito una serie di sfide per ogni lottatore del roster che mostrasse le combo e la loro esecuzione, come ormai da tradizione e che sarebbero state molto utili anche ai neofiti della serie. L’altra modalità di gioco che invece poteva sembrare più pertinente è la co-op, che in tutti gli altri capitoli è sempre stata chiamata Dramatic Battle mentre qui cambia probabilmente perché offre davvero un’esperienza diversa. Originariamente in questa opzione ci è sempre stato permesso di giocare con due personaggi contro una CPU molto potente, sia da soli con il nostro partner guidato dalla console o proprio con un amico.  Anche qui la meccanica è identica, ciò che cambia è il fatto che ci ritroveremo di fronte a una manciata di battaglie e un Game Over che non ci mostra classifiche o altro a differenza del passato. Carina invece la possibilità di far recuperare al nostro personaggio un po’ di energia eseguendo la taunt, peccato però che questa sia stata relegata solo a questa modalità e non a tutte le altre misteriosamente. Avremo da obbiettare anche sull’Allenamento offerto, povero di opzioni di personalizzazione e con una serie di impostazioni che possono aiutare sì il giocatore meno esperto ma che invece non possono accontentare i patiti delle hitbox e frame che non hanno gli strumenti per capire certe modifiche al gameplay, se non provandole giocando. L’online è invece la parte migliore del titolo, con le partite classificate che hanno come da tradizione il doppio punteggio legato in primis al giocatore e poi al personaggio che useremo, in modo tale da mostrare immediatamente agli altri sia il nostro personale livello di competenza che quanto siamo bravi con quel lottatore, almeno in teoria. Il lotto delle opzioni inserite si va a chiudere con l’editor dei colori, che ci permette di creare vari set personalizzati dei combattenti per creazioni al limite dell’assurdo, ma sempre molto divertenti e la Galleria che comprende la scannerizzazione del libro illustrativo uscito per il 20° anniversario della serie e la possibilità di ascoltare le musiche del gioco.

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Tutto ciò che avrebbe dovuto essere che non è…dopo 23 anni

Ci saremmo attesi che Capcom se ne uscisse con la versione definitiva del suo Street Fighter 2, riuscendo ad ascoltare la community del gioco e sfruttando la sua grande esperienza per offrire solo il meglio in questo nuovo capitolo. Purtroppo le cose non sono andate come previsto e quello che ci troviamo di fronte è ancora un titolo che manca di quelle opzioni basilari per poter essere venduto a 40 euro. Partiamo dal lato tecnico, se da un lato questa volta i programmatori rispetto la versione per PlayStation 3 e Xbox 360 hanno inserito anche i fondali con la grafica originale, potendo così finalmente giocare in modo decente anche a chi non apprezza lo stile usato dai ragazzi di Udon per la resa in alta definizione, dall’altro si sono dimenticati molti dettagli. Il problema del creare un picchiaduro con una resa a 1080p è che bisognerebbe aggiungere anche tutte le animazioni che nel titolo del ‘94 non esistevano per dare un senso al tutto, invece nonostante l’ottima resa e la grandezza degli sprites ci troviamo di fronte a un gioco che sembra fatto davvero con il taglia e cuci, Evil Ryu e Violent Ken su tutti. Anche i fondali hanno un numero di animazioni addirittura inferiore a quelli originali e basterà cambiare le impostazioni grafiche per mostrare la piattezza e la “natura morta” che pervade quasi tutti gli sfondi in HD confrontati con la bellezza di quelli che sono a tutti gli effetti opere degne della miglior pixels art. Non parliamo nemmeno della totale assenza di opzioni grafiche per la modalità classica, perché ovviamente inserire due filtri o un paio di scelte per le scanlines era chiedere troppo. Un appunto invece sul bilanciamento per giocare con gli amici, visto che con la mappatura dei tasti è possibile inserire in un solo pulsante ogni mossa speciale e super come da tradizione per le versioni portatili del gioco, sarebbe stato meglio evitare che si potesse sfruttare anche nel versus relegandola al solo single player. Passiamo invece all’aspetto che ci ha lasciati più perplessi, ovvero le musiche e gli arrangiamenti del gioco. Per la versione originale dell’HD Remix ad Osaka avevano avuto la geniale idea di contattare i ragazzi di OverClocked ReMix (molto famosi in rete per i loro remix delle colonne sonore dei videogiochi), mentre qui hanno eliminato tutte quelle splendide e meravigliose musiche per altre da dimenticare. Tralasciando le splendide versioni originali già solo la musica del menù è da cestinare se confrontata con la mitica “Rock the Asphalt” che ancora oggi pompa nelle nostre playlist. Sicuramente una scelta commerciale e legata ai diritti di autore ma che và ancora una volta a contrapporsi con il prezzo del gioco, a maggior ragione non giustificato. A oggi su Switch esiste la collana ACA Neo Geo di Hamster che riproduce perfettamente i titoli arcade della SNK al prezzo di 7 euro, ora se pensiamo che tralasciando l’assenza dell’online quelle versioni sono praticamente superiori a questo Ultra Street Fighter 2 avete capito che secondo noi Capcom ha sbagliato decisamente approccio.

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Commento finale

Ultra Street Fighter 2 è un titolo che si rivolge a chi ama il classico di Capcom e specialmente per le sfide online nel settore competitivo, ma ha troppe mancanze e una realizzazione un po’ approssimativa per riuscire a essere il titolo definitivo che tutti si attendevano. Sicuramente per i contenuti che offre il prezzo è elevato, tralasciando infatti l’online non c’è altro che possa interessare il giocatore e molte scelte della società di Osaka restano misteriose. Sarebbe bastato prendere l’HD Remix e ascoltare tutti i consigli che all’epoca la community diede alla società per avere il gioco perfetto, in questo modo invece sarà sicuramente giocatissimo dai più smanettoni ma troverà più difficoltà in chi cerca solo un buon picchiaduro, vista la presenza di una concorrenza numerosa e di ottima qualità. Il nostro consiglio è quindi quello di tenerlo sotto osservazione e farlo vostro alla prima offerta conveniente che troverete, perché se a prezzo di lancio non è un affare comprarlo a quello giusto è imperdibile.