Articolo a cura di Gianluca “DottorKillex” Arena
I crossover sono una delle manie più in voga in quel pazzo paese che è il Giappone: unire prodotti e personaggi anche distanti tra loro, quando non apertamente rivali, per offrire al pubblico una dose esagerata di fanservice, assicurandosi così (almeno nei piani iniziali) i soldi di due differenti platee senza grossa fatica.
Se molte di queste operazioni mirano solamente a sfruttare il fascino dei brand coinvolti, ce ne sono anche molte altre che congiungo universi che, contro ogni pronostico, finiscono con il mescolarsi benissimo, dando vita a prodotti unici: Puyo Puyo Tetris, come avrete intuito se avete sbirciato il voto (lo sappiamo che lo fate!), appartiene, fortunatamente per noi, a quest’ultima categoria.
Puyo Puyo Tetris ha due pregi innegabili, ed attorno ad essi ha costruito una struttura solida quanto divertente: offre una grande quantità di modalità differenti (ne abbiamo contate undici, troppe per elencarle tutte) e unisce in maniera intelligente e mai forzata il gameplay di due dei puzzle game d’azione più famosi ed amati di tutti i tempi.
Al di fuori dell’Adventure mode, che consta di un centinaio di livelli intervallati da simpatici siparietti animati ed offre un’esperienza di gioco impegnativa e duratura per tutti gli amanti del single player, il titolo può contare su altre dieci modalità che consentono di personalizzare in toto la propria partita: è possibile giocare Puyo contro Puyo, Tetris contro Puyo e Tetris contro Tetris, ed in ognuna di queste è possibile cimentarsi in compagnia di tre amici, aumentando esponenzialmente il divertimento.
Le due star della scena, a nostro avviso, sono le modalità che incrociano i due stili di gameplay per proporre qualcosa di completamente differente: in una sarà necessario smuovere le proprie meningi ogni trenta secondi (con la forbice di tempo che si ridurrà progressivamente), visto che la CPU alternerà Puyo e Tetris per mettere il giocatore sempre in difficoltà, complice il fatto che le strategie di gioco tra i due non sempre sono le stesse.
Nell’altra, tetramini e Puyo confluiranno sulla stessa board, creando blocchi spesso ingestibili e sfidando il giocatore ad ottimizzare lo spazio disponibile: il livello di sfida è inizialmente gestibile, in modo da favorire tutti coloro che, pur amando il genere, non sono dei campioni, ma le cose iniziano presto a farsi complicate, anche se, per quanto ci riguarda, mai davvero frustranti.
Ad aggiungere pepe alla competizione, in entrambe queste modalità, completare una linea significa, automaticamente, gettare blocchi randomici nella finestra del diretto avversario, mettendolo in ambasce e facendo saltare tutte le strategie coltivate fino a quel momento. Ma ce n’è davvero per tutti i gusti: è possibile cimentarsi con le versioni singole e classiche di entrambi i titoli, con una modalità che droppa oggetti da utilizzare per avvantaggiarsi sul diretto concorrente, con versioni endless dove i pezzi non finiscono mai ed è possibile, caricando un’apposita barra, danneggiare i punti vita del nemico rilasciando una bomba al momento opportuno.
Dal neofita al veterano di uno o di entrambi i franchise, insomma, ognuno troverà la propria modalità preferita e ci si consumerà i polpastrelli.
Difficile credere che qualcuno tra i nostri lettori non conosca le meccaniche alla base di Tetris, mentre c’è qualche possibilità in più che questo accada con Puyo Puyo, puzzle game longevo e molto amato ma che in occidente non ha mai riscosso lo straripante successo cui è invece andato incontro in patria.
La versione di Tetris contenuta in Puyo Puyo Tetris è essenziale, pulita, con una preview dei prossimi cinque pezzi in arrivo, così da consentire delle strategie anche abbastanza elaborate, e la possibilità di tenerne uno “on hold”, ovvero in attesa, così da infilarlo nel pertugio giusto al momento propizio. Le regole di Puyo Puyo, di base, non sono poi così diverse: qui si tratta di accoppiare quattro Puyo dello stesso colore, con una preview dei due pezzi successivi in arrivo e la possibilità di realizzare combo anche in maniera asimmetrica, che rende il gameplay forse un pizzico meno complicato di quello del rompicapo ideato da Alexey Pajitnov.
In ogni caso, lo scopo della campagna single player è proprio quello di acclimatare i giocatori novizi ai ritmi e alle meccaniche di gioco, così da allenarli per le varie modalità multigiocatore, che, come abbiamo visto, rappresentano il fulcro dell’offerta ludica. Una delle chiavi di volta del prodotto sta proprio qui: i veterani si sentiranno immediatamente a casa, perché lo stile di gioco dei due titoli di base non è cambiato poi molto, ma anche chi non ha mai preso in mano uno dei precedenti capitoli di un franchise o dell’altro, troverà pane per i suoi denti.
Le ultime uscite a tema Tetris, alquanto deludenti, avevano fatto dubitare dell’appeal del prodotto per le nuove generazioni e per il futuro, ma l’opera di remix e di crossover operata da Sega dimostra come un concept anche vecchio di trent’anni può risultare ancora molto divertente se accompagnato da novità all’apparenza secondarie ma che ne rivoltano le dinamiche come un calzino, come lo swap o il fusion mix.
A conti fatti, nonostante l’assenza di veri e propri competitor e la maggiore versatilità della versione per Nintendo Switch, Puyo Puyo Tetris si candida a diventare il migliore puzzle game d’azione disponibile su PS4, e, considerando il serio rischio che noi europei non potessimo goderne, per problemi di copyright legati ai due franchise, la notizia è di quelle che gli appassionati dell’ammiraglia Sony non potranno non apprezzare.
Se avete figli/nipoti/fratelli minori e vi è capitato di passare davanti alla tv e buttare un occhio a cosa guardavano al sabato mattina, avrete un’idea abbastanza precisa di cosa aspettarvi dalla direzione artistica di Puyo Puyo Tetris, che rivisita in salsa giapponese i tratti dei cartoni animati tanto in voga tra i ragazzini di oggi.
Lo stile è acceso, stilizzato, con i contorni accentuati e una palette cromatica satura ed estremamente ampia: non avremmo potuto immaginare un altro tipo di cosmesi per una produzione simile, e l’orgasmo di colori si è rivelato adatto a tutte le età, dai giocatori giovanissimi fino ai veterani, passando per le persone più disinteressate ai videogiochi, che abbiamo coinvolto forzatamente per provare il multiplayer locale.
Bene anche le musichette, snervanti e vivaci al punto giusto, e l’affidabilità del netcode, quantomeno nei giorni di test: non sappiamo dire se il gioco ci abbia accoppiato a giocatori giapponesi (che si godono il gioco da quasi tre anni, ormai) o ad un manipolo di colleghi della stampa specializzata già in possesso di una copia del gioco, ma, in ogni caso, i tempi di attesa sono brevi e ci sono capitate solamente un paio di disconnessioni in oltre una settimana di partite in rete.
La versione PS4 risulta sfavorita rispetto a quella per Switch soprattutto per quanto riguarda il multigiocatore in locale, visto che questa modalità richiede un Dual Shock 4 per ogni giocatore, ma la gioia ed il piacere delle sfide sullo stesso divano rimangono immutate.
Se per voi i videogiochi sono prima di tutto divertimento, al di là di trame elaborate e milioni di poligoni a schermo, allora Puyo Puyo Tetris dovrebbe balzare immediatamente al primo posto nella classifica degli acquisti irrinunciabili, con il suo carico di sfide fuori di testa, meccaniche di gioco semplici da imparare ma difficili da padroneggiare e combo improbabili.
La versione per l’ammiraglia di casa Sony perde qualche colpo rispetto a quella per Switch perché non consente di giocare ovunque e richiede un secondo Dual Shock per apprezzare il meglio del multiplayer con un amico, ma rimane nondimeno un esempio fulgido di come, concentrandosi soprattutto sul gameplay, sia ancora possibile regalare titoli tanto semplici quanto magnetici.
This post was published on 24 Aprile 2017 20:00
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