Articolo a cura di Pietro Gualano
Riuscite a immaginare mille anni di guerra? Un universo parallelo in cui il mondo è in rovina e cavalieri, samurai e vichinghi si massacrano a vicenda per garantirsi la sopravvivenza? Ubisoft ci ha pensato molto ultimamente e ha proposto ai giocatori For Honor, un titolo estremamente interessante che ha stregato tutti già alla sua prima presentazione. Stiamo parlando di un gioco dalle atmosfere cupe, un titolo in cui l’unica legge che conta è quella dell’acciaio e che, ne siamo certi, interesserà molto a tutti gli appassionati dei titoli cooperativi e competitivi.
Non è semplice sopravvivere sul campo di battaglia, ma negli ultimi giorni ci siamo veramente divertiti a massacrare e uccidere bot e personaggi controllati da altri giocatori (subendo anche parecchie sconfitte ovviamente). Dopo aver superato il battesimo del fuoco, quindi, siamo finalmente pronti a darvi il nostro giudizio definitivo su For Honor: in guardia!
Una marcia in più
Il gioco, come annunciato in precedenza, richiede una connessione perenne ma non mancano componenti chiaramente single-player: l’idea di inserire una campagna da affrontare in singolo in un gioco del genere è sicuramente degna di lode considerando l’andamento generale del mercato. Crediamo che tutti i possessori di For Honor, anche quelli interessati principalmente al multiplayer, dovrebbero provarla: la campagna realizzata dai ragazzi di Ubisoft, infatti, vi permette di prendere realmente confidenza con il complesso sistema di combattimento affrontando situazioni spettacolari (anche se piuttosto ripetitive in certi momenti). La longevità non è nulla di speciale: la storia si conclude tranquillamente in circa sei ore e narrativamente parlando è solo sufficiente. La trama ideata per l’occasione è piacevole ma nulla di più, sicuramente avremmo apprezzato un maggior coraggio da parte degli sviluppatori ma purtroppo non hanno voluto rischiare.
Passiamo ora al vero cuore del gioco: il multiplayer. Le modalità proposte sfortunatamente sono poche: oltre a Dominio (partita in cui dobbiamo uccidere gli avversari e controllare determinate aree della mappa) abbiamo scontri in uno contro uno o due contro due, partite a eliminazione in cui l’ultimo a rimanere in piedi vince e deathmatch a squadre. La varietà, quindi, non è proprio il massimo ed è possibile che questo gioco abbia grossi problemi nel lungo periodo… Fortunatamente tra poco arriveranno le classificate! Tutto il sistema delle modalità è poi collocato all’interno di una specie di grande partita globale nota come guerra delle fazioni: inizialmente ai giocatori viene richiesto di scegliere uno schieramento da supportare giorno per giorno e poi, grazie alle proprie risorse di guerra, è possibile contribuire all’assalto o alla difesa di un determinato territorio. Al momento è impossibile dire se questa “grande guerra” coinvolgerà realmente i giocatori, dovremo aspettare almeno qualche settimana per capirlo.
Le mappe in cui si svolgono gli scontri fortunatamente sono state realizzate bene e offrono generalmente schemi simmetrici con qualche piccola variazione. Sui campi di battaglia sono anche presenti alcuni speciali elementi con cui interagire: possiamo chiudere un cancello, gettare i nemici in un dirupo o spingerli contro degli spuntoni appuntiti e molto, molto altro ancora.
Macchina da guerra
For Honor offre un sistema di classi piuttosto articolato, i ragazzi di Ubisoft hanno deciso di proporre 12 modelli differenti suddividendoli in facile, medio e difficile. Ogni singola classe cresce di livello sbloccando i relativi potenziamenti separatamente e per fortuna all’inizio troviamo sbloccate solo tre classi (una per fazione). Per accedere alle altre è necessario investire acciaio, la valuta che si può facilmente guadagnare in-game affrontando partite.
Leviamoci subito il pensiero: il bilanciamento non è perfetto e ci sono classi più potenti di altre, è innegabile. Fortunatamente, però, la situazione non è così grave e crediamo che gli sviluppatori non ci metteranno molto ad aggiustare il tiro.
La varietà proposta in questo caso è sicuramente lodevole e ogni singola classe garantisce un approccio alla battaglia unico: il peso e la velocità delle armi cambiano, così come i set di mosse e le abilità speciali. E’ veramente difficile passare rapidamente da un personaggio all’altro e crediamo che i giocatori avranno bisogno di molto tempo per padroneggiarle tutte a dovere. Potenziando una classe, inoltre, è possibile sbloccare gli equipaggiamenti ad essa dedicati: questi andranno ad influenzare notevolmente le statistiche (aumentandone alcune e diminuendone altre) e garantiranno un vantaggio reale in battaglia. Sfortunatamente Ubisoft ha pensato bene di inserire anche delle microtransazioni, dando così modo ai giocatori interessati di acquistare dei veri e propri potenziamenti per il proprio personaggio: questa decisione, a parer nostro, è insensata considerando la natura competitiva del titolo e potrebbe rendere le partite dominio una banale gara a chi ha l’equipaggiamento migliore. Fortunatamente le partite uno contro uno e due contro due non vengono influenzate dai potenziamenti, ma a parer nostro non basta.
L’arte della spada
Passiamo ora a quell’elemento che, di fatto, sorregge tutta la produzione: il sistema di combattimento. I ragazzi di Ubisoft hanno fatto un lavoro eccellente a parer nostro, la gestione della difesa e dell’attacco sono apparentemente semplici ma dopo poche ore ci si rende conto che ci sono moltissime variabili in gioco. Oltre a mosse speciali ed esecuzioni, infatti, abbiamo contrattacchi, mosse per spezzare la guardia, abilità speciali da sbloccare nel corso della partita e molto altro ancora. Ci vuole pochissimo per imparare a combattere in For Honor, ma ci vuole molto tempo per imparare a combattere bene: gli avversari generalmente non vi faranno sconti e quindi imparerete la lezione nel modo più brutale possibile, morte dopo morte. Sono presenti alcune combo, anche se generalmente le sequenze di tasti non sono eccessivamente lunghe, che si vanno ad aggiungere a prese e proiezioni varie per destabilizzare il nemico.
La chiave per vincere uno scontro in For Honor è anticipare l’avversario: il giocatore deve riuscire a intuire dove colpirà in tempi rapidissimi e deve essere in grado di gestire al meglio la poca stamina a propria disposizione. Un approccio troppo offensivo o difensivo paga raramente (se escludiamo alcune classi) e la tattica migliore è sempre quella di cercare di isolare gli avversari attaccandoli poi in gruppo. Inutile dire che per fare ciò la comunicazione è fondamentale e, di conseguenza, le probabilità di successo crescono esponenzialmente giocando con un team affiatato che sa contro chi andare e dove.
Complessivamente, quindi, promuoviamo a pieni voti il sistema di combattimento di For Honor: ci sono moltissime cose da scoprire e siamo felici che gli sviluppatori abbiano cercato di proporre un gameplay semplice e complesso al tempo stesso.
Sangue nella neve
Tecnicamente parlando For Honor ha grossi problemi di connettività. Non sappiamo quando verranno risolti, ma al momento ci sono e indubbiamente la decisione di affidarsi al peer to peer non ha aiutato. Nel corso della nostra prova siamo stati buttati fuori dalle partite in diverse occasioni e vi assicuriamo che alla lunga la cosa diventa piuttosto frustrante, speriamo che le cose migliorino col tempo. Dal punto di vista grafico invece non ci possiamo lamentare, il gioco è solido e non abbiamo notato particolari cali di frame. Le texture sono state curate bene e gli effetti di luce, anche se non eccezionali, fanno comunque il loro dovere. L’IA dei bot è sufficiente ma nulla di più, mentre possiamo promuovere senza riserve la colonna sonora e gli effetti audio (il gioco è completamente doppiato in italiano). I caricamenti, per concludere, sono un po’ troppo lunghi e speriamo vengano ridotti con delle patch correttive.
Conclusione
For Honor è sicuramente un titolo di qualità ma ha alcune mancanze che finiscono per comprometterne in parte la giocabilità. Oltre ai problemi di connettività, infatti, abbiamo una campagna single player non troppo ispirata, una scarsa varietà per le modalità e delle microtransazioni un po’ troppo invadenti. Fortunatamente le classi sono eccellenti, il sistema di combattimento funziona alla grande e graficamente il gioco è comunque solido. In conclusione l’acquisto di For Honor è consigliato, crediamo che questo titolo possa piacere a tutti gli amanti dei giochi multiplayer e speriamo veramente che Ubisoft lo supporti a dovere.