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Pubblicato in: Recensioni

Gravity Rush 2 – Recensione

Articolo a cura di Pietro Gualano 

 

Gravity Rush è stato un gioco estremamente importante per PS Vita. Questo titolo, uscito poco meno di cinque anni fa, ha fatto avvicinare alla portatile Sony parecchi utenti ma, purtroppo, non ha potuto evitare la lenta e inesorabile discesa verso il baratro della console (in occidente almeno). Oggi siamo qui per parlare del sequel, un gioco il cui scopo è chiaramente prendere tutti gli elementi che hanno reso Gravity Rush un prodotto di qualità proponendo al tempo stesso qualcosa di nuovo. Il primo capitolo, come molti ricorderanno, era caratterizzato da alcune meccaniche piuttosto originali ma purtroppo era anche limitato dalle caratteristiche di PS Vita, mentre questo sequel può sfruttare al 100% tutta la potenza di PS4 e PS4 Pro. 

Le premesse per realizzare un gioco di qualità, quindi, c’erano sicuramente ma purtroppo non tutto è andato come previsto e nel corso della nostra lunga prova abbiamo notato più di un difetto. Siete pronti a risvegliare i vostri poteri antigravitazionali? Cominciamo!


 

Newton chi?

 

La storia di Gravity Rush 2 riparte direttamente dalla fine del capitolo precedente: Kat e Syd sono stati trascinati via da una tempesta gravitazionale senza precedenti e si ritrovano sperduti e senza poteri a Banga, lontani da Hekseville. I due sono di fatto costretti a lavorare per vivere e intraprendono un’improbabile carriera da minatori, ma molto presto la situazione degenera e la nostra eroina riesce a recuperare le sue straordinarie capacità. Non intendiamo svelare troppo della trama per non rovinare la sorpresa a nessuno, ma possiamo dirvi che si rivedono i personaggi principali del vecchio Gravity Rush, che avrete modo di tornare a Hekseville e che dovrete nuovamente combattere con alcune vecchie conoscenze. Le missioni sono veramente tante (circa 50), ma molte di queste sono secondarie e presentano spesso e volentieri una struttura ripetitiva o non particolarmente esaltante. 

Il giocatore non viene lasciato da solo praticamente mai e si ritrova costantemente con indicatori precisi e chiari che mostrano dove compiere una determinata azione, nel corso dell’avventura si ha spesso la sensazione di eseguire in modo meccanico una serie di compiti banali uno dopo l’altro fino all’inevitabile conclusione. Certe volte dovremo raccogliere un numero di risorse, altre volte combattere un certo numero di nemici, altre ancora completare un percorso il più in fretta possibile… Il contesto narrativo delle missioni cambia sempre, sia chiaro, ma la loro struttura non ci ha colpiti particolarmente. 

Tutta la storia viene narrata tramite fumetti statici se escludiamo qualche rara scena animata, i disegni sono stati curati bene e anche se alcuni vengono ripetuti alla nausea lo stile scelto dagli sviluppatori funziona. I testi sono tutti in italiano, mentre solo una minima parte dei dialoghi e doppiata (non nella nostra lingua).

La storia di Gravity Rush 2, considerata nel suo complesso, non è riuscita ad appassionarci particolarmente: le tante missioni secondarie sono utili per conoscere meglio i personaggi, questo è vero, ma manca quell’elemento in grado di spingere il giocatore ad arrivare ai titoli di coda a tutti i costi. Il prodotto non è insufficiente da questo punto di vista perché comunque le idee buone non mancano e i personaggi sono ben caratterizzati così come le ambientazioni, ma crediamo si potesse fare di più.  

Caduta libera

 

Gravity Rush 2 è essenzialmente un action in terza persona ambientato in grossi livelli open world. L’elemento che rende questo gioco unico rispetto agli altri è la capacita della nostra eroina di manipolare la gravità a proprio piacere, sfruttando poteri di vario genere per spostarsi e combattere. Il sistema di controlli realizzato per l’occasione dal team di sviluppo per il “volo” è un po’ macchinoso ma dopo la dovuta pratica funziona a dovere: grazie ai grilletti dorsali possiamo scegliere liberamente quando alterare la gravita, dove spostarci, quando riportare tutto alla normalità, dove atterrare… I comandi possono essere dati con grande precisione grazie a un mirino che ci mostra dove atterreremo, ma in caso di errore possiamo tranquillamente fermarci a mezz’aria e correggere la traiettoria. 

I poteri, ovviamente, si possono e devono sfruttare anche in combattimento contro i cari vecchi Nevi, strane creature il cui unico scopo apparente è distruggere tutto ciò che possono. In questo caso, per esempio, possiamo attivare un campo gravitazionale sollevando gli oggetti intorno a noi per poi scagliarli contro i malcapitati, ma è solo un esempio e c’è un buon numero di combinazioni possibili. I poteri a disposizione della protagonista funzionano e sono divertenti da utilizzare, ma avremmo gradito qualche capacità in più da sperimentare sul campo. 

Tornando ai combattimenti, invece, non possiamo dirci soddisfatti. I nemici non solo mancano di carisma e personalità, ma sono generalmente lenti, prevedibili e poco ostici. Il giocatore può tranquillamente mirare al punto debole del caso e lanciarsi all’attacco finendo il lavoro in un tempo solitamente piuttosto breve e anche i combattimenti con i boss, purtroppo, non sono memorabili. Il sistema di aggancio dei nemici, essenziale per chi usa i poteri gravitazionali in combattimento, è fin troppo permissivo e vi consente di fare piazza pulita senza troppi problemi sfruttando il potere giusto al momento giusto. Non si possono nemmeno realizzare combo particolarmente complesse dal momento che gli attacchi corpo a corpo della nostra eroina sono veramente semplici e, aspetto da non trascurare, infliggono molti danni anche a più nemici contemporaneamente. Vi consigliamo di iniziare fin da subito alla difficoltà più elevata per avere un livello adeguato di sfida, in caso contrario la noia potrebbe subentrare presto.

Il combattimento viene anche influenzato dalla scelta dello stile più adatto per l’occasione: i nemici possono essere affrontati normalmente, ma possiamo anche attivare il Lunar Style (diventando più rapidi e veloci) o lo stile Jupiter (scegliendo così un approccio più pesante e potente). Lo stile influenza in maniera rilevante il modo in cui si affronta un combattimento, quindi il giocatore deve essere bravo a capire come e quando agire.

Sono anche presenti delle componenti RPG legate alla crescita del personaggio: le gemme raccolte nel corso della nostra avventura possono essere investite in sei rami delle abilità diversi, mentre i talismani sono utili per ottenere dei bonus alle statistiche. 

Un mondo sospeso nel nulla

 

Le ambientazioni realizzate dal team di sviluppo sono complessivamente più che sufficienti e sono indubbiamente più curate e ricche di dettagli rispetto a quelle del predecessore. I livelli open world sono stati evidentemente creati anche per permettere al giocatore di sfruttare i propri poteri per spostarsi rapidamente e non mancano segreti da scoprire e luoghi misteriosi da visitare. L’atmosfera  del mondo di Gravity Rush 2 è sicuramente uno degli aspetti più interessanti della produzione: non solo le mappe, ma anche i personaggi con i loro vestiti e il loro aspetto, contribuiscono a caratterizzare in modo chiaro e preciso un mondo ben definito che, ne siamo certi, riuscirà a conquistare i fan della serie. Lo stile artistico degli edifici e dei luoghi naturali è sicuramente intrigante, quindi sotto questo aspetto possiamo promuovere il gioco.

Anche le musiche contribuiscono indubbiamente a creare una certa atmosfera e sono chiaramente legate al mondo giapponese: le melodie proposte sono un po’ ripetitive, questo è vero, ma non stancano nemmeno dopo molte ore e sono a tratti anche rilassanti. 

Il mondo di gioco è quasi tre volte più grande rispetto a quello del predecessore ed è decisamente più vivo. Vagando per le strade possiamo parlare con moltissime persone indaffarate a lavorare o semplicemente a viaggiare come noi. 

Shonen

 

Tecnicamente Gravity Rush 2 è un buon prodotto, ma nel corso della nostra prova abbiamo incontrato diversi problemi. Oltre a qualche bug grafico di poco conto, sono presenti compenetrazioni poligonali e, in alcuni casi, texture non particolarmente curate. Gli effetti di luce sono più che sufficienti ma non eccellenti, mentre le animazioni sono generalmente curate (quelle in aria sono terribili, ma teoricamente dovrebbero simulare l’assenza di gravità…)

Siamo sicuramente delusi per l’assenza di una vera modalità cooperativa considerando anche l’importanza del personaggio Raven, il gioco comunque avrà una componente online ma non abbiamo ancora avuto modo di provarla. Nulla da dire in conclusione per quanto riguarda gli effetti audio, generalmente ben curati, e l’interfaccia di gioco: gli indicatori presenti sono tutti chiari e precisi e fanno più che degnamente il loro dovere.

 

Conclusione

 

Gravity Rush 2 è un buon gioco, ma nulla di più. La storia non è memorabile, la struttura delle missioni non è degna di nota e i combattimenti non sono particolarmente avvincenti. Fortunatamente però il comparto tecnico è generalmente solido, i poteri gravitazionali sono vari e divertenti da usare e il mondo di gioco, decisamente più grande rispetto a quello del predecessore, è convincente. In conclusione consigliamo Gravity Rush 2 a chi ha amato il primo capitolo della serie, chi è semplicemente alla ricerca di un buon action adventure forse dovrebbe guardare altrove. 

This post was published on 10 Gennaio 2017 10:00

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