Come se questa sbornia di nostalgia non dovesse più avere fine, lo scorcio finale di quest’anno ci ripropone niente meno che lo scontro storico fra icone delle console war anni novanta.
Negli anni del Grunge la scelta fra SNES e Mega Drive non era legata alla qualità del servizio online, alla risoluzione video o agli fps, quanto dal preferire la velocità e l’adrenalina regalata dall’amatissimo porcospino blu rispetto all’esplorazione, alla precisione dei comandi e alla varietà offerte dal paffuto idraulico italiano, Il platform era di fatto la piattaforma – questa era brutta per davvero, chiedo venia – attorno alla quale si definivano le identità delle varie filosofie di game design.
Al di là delle varie preferenze personali, questi due modi diversi di intendere il genere potevano allora ben battersela alla pari ed è stato proprio grazie al bellissimo Sonic Mania di quest’estate, primo appuntamento per le celebrazioni dei 25 anni del franchise SEGA, che molti di noi ne aspettavano Sonic Forces con estrema curiosità. Poi però è uscito Super Mario Odyssey e di colpo la realtà è stata un po’ come quel robot bastardo pieno di spuntoni che interrompe le corse di Sonic facendogli perdere tutti gli anelli.
L’idea di riproporre questo scontro, che sarebbe anche stata suggestiva a natale 1991, suona infatti oggi come la trama del sabato pomeriggio di un gruppo di bulli alla ricerca di merendine extra. Dato il grande interesse che Nintendo sta suscitando in questo 2017 grazie anche e soprattutto ad un’intelligente gestione di quello sviluppo hardware che invece SEGA ha mestamente abbandonato da più di 15 anni con il glorioso Dreamcast, il confronto sembrerebbe impari. E di fatto lo è. Gli occhiali rotti, come vedremo, sono infatti quelli di Sonic, dei suoi amici e della loro nuovissima avventura 3D, Sonic Forces.
Il bene contro il male, salvare il mondo o vederlo distrutto. Per qualche motivo serve un cast lungo quanto Game of Thrones per navigare una trama cosi complessa. Dalla parte dei buoni abbiamo una nutrita selezione di personaggi che hanno reso popolare questo franchise negli anni: Tails, Knuckles, Rouge the Bat, Silver the Hedgehog, Vector The Crocodile, Espio the Chameleon. Dalla parte dei cattivi invece: Chaos, Metal Sonic, Shadow, Zavok e non ultimo il super cattivo Infinite.
Ma la novità più rilevante del cast è Spina, ossia il nostro avatar all’interno del gioco stesso.
Se questo era il vostro sogno proibito dal 1991, sappiate però che la dinamica è stata purtroppo implementata in modo abbastanza pigro. Completando i livelli è infatti possibile sbloccare un numero indefinito di nuovi accessori da indossare senza però che ci siano variazioni in termini di giocabilità, escludendo la scelta della Wispon, ovvero l’arma in dotazione a Spina . Il nostro alter ego può essere inoltre utilizzato solo in alcune occasioni, al punto da far perdere presto interesse.
Da Generations del 2011 è stato poi ripescato Sonic old–school, o quello vecchio, o quello dell’altra dimensione che va in giro con Knucles. O quello che vi pare insomma, visto che il gioco segnala in modo assai goffo la differenze con il Sonic “quello vero”, a parte alcune mosse differenti e il colore della tag con il nome nei dialoghi. Sinceramente l’arcano mi si è sciolto di fronte agli occhi solo alla fine dell’avventura, quando i due appaiono finalmente assieme creando di fatto l’unico plot twist che ho apprezzato: i Sonic erano due. Ah, ok.
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Con tali inspiegabili incongruenze si convive ahimè durante tutta l’avventura. Seppure la componente grafica sia tutto sommato solida e le ambientazioni anche gradevoli, si ha costantemente la sensazione di un’esperienza di gioco rozza e poco curata. La giocabilità e la curva di apprendimento sono senza dubbio gli elementi fondamentali di un platform, come ci aveva appunto ricordato il recente Sonic Mania. In Sonic Forces invece il sistema di controllo è lacunoso anche nelle parti 2D, le informazioni non sono mai chiare, le collisioni molto spesso imprecise.
La scena diventa così generalmente complicata da leggere, in particolar modo quando la velocità di gioco aumenta e quando quindi un gioco di Sonic dovrebbe splendere. Qui invece splende solo la frustrazione, ed è stato con grande stupore che arrivando alla fine dell’avventura, peraltro facilissima, mi rendo conto di aver giocato solo per 4 ore. Meno male che almeno alla fine si scopre che i Sonic erano due.
In chiusura dobbiamo purtroppo registrare la sconfitta di Sonic per K.O. tecnico. In questo classic match contro lo stimato avversario di casa Nintendo, il porcospino prende solo legnate. Se proprio avete fame di platform 3D ma non avete una Switch – sulla quale peraltro Forces è veramente orrendo, causa frame-rate velocità moviola – potreste anche farvi convincere dal prezzo budget. Consiglio ad ogni modo di cercare Sonic Mania, gioco che invece rende assolutamente giustizia alla storia del franchise SEGA.
This post was published on 14 Novembre 2017 17:40
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